Solo per due giorni al cinema arriva “Era d’estate”

Domenico Procacci e Rai Cinema il 23 e 24 maggio presentano Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio in “Era d’estate” un film di Fiorella Infascelli con Valeria Solarino, Claudia Potenza, Elisabetta Piccolomini, il film-evento di preapertura della decima Festa del cinema di Roma.


 

L’Asinara, 1985. In una notte come tante sbarcano sull’isola Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le proprie famiglie. Il trasferimento è improvviso, rapido, non c’è nemmeno tempo di fare i bagagli, d’altronde la minaccia, intercettata dai Carabinieri dell’Ucciardone, è grave: un attentato contro i due giudici e i loro familiari partito dai vertici di Cosa Nostra. È un’estate calda, come non se ne vedevano da tempo, e nella piccola foresteria di Cala d’Oliva, i due magistrati e le loro famiglie vivono completamente isolati dalla piccola comunità di civili dell’Asinara, controllati a vista da una pilotina e dalle guardie penitenziare. Una condizione che non tutti riescono a sopportare. Così accade che Lucia, la figlia più grande dei Borsellino, cada lentamente in uno stato di così grande malessere che dovrà essere riportata a Palermo, dove Paolo, imponendosi ai suoi superiori, la accompagnerà. Così accade che Manfredi, scosso anche da quello che è successo alla sorella Lucia, si avventuri in una fuga senza meta alla scoperta dell’isola, e verrà ritrovato in mezzo ai detenuti che distribuisce nutella e racconta barzellette. Passano i giorni, ci si organizza, i rapporti a poco a poco fra tutti diventano più intimi, ed è come se quella vacanza obbligata desse modo ad ognuno di scoprire l’altro. Così trascorre un mese fatto di notti insonni, di sorrisi, di scherzi, di pensieri, una lunga, inaspettata tregua in attesa di riprendere il lavoro, in attesa che il ministero fornisca le carte per continuare la stesura dell’ordinanza-sentenza del maxi processo, il capolavoro di Falcone e Borsellino che affermerà una volta per tutte che la mafia esiste e ha un nome “Cosa Nostra”. Finalmente le carte arriveranno, Paolo e Giovanni ricominceranno a lavorare giorno e notte e una nuova, sconosciuta armonia sembra nascere in quell’angolo di mondo, un’inedita serenità familiare che potrebbe durare anche per sempre. Invece poi succede che rientrato il pericolo, arriva l’ordine di tornare di nuovo Palermo. E, nello stesso modo improvviso in cui erano partiti, così all’improvviso devono ripartire. Tornare verso Palermo. Tutti verso l’inesorabile sorte che li colpirà nel 1992.

 

Anna Baisi era presente all’anteprima stampa e ci racconta le sue impressioni:
“Era d’estate”: un’estate del 1985 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con le rispettive famiglia venivano in fretta e furia trasferiti all’Isola dell’Asinara e precisamente nella foresteria dell’allora carcere di massima sicurezza.
Una “vacanza coatta” come dirà Giovanni Falcone ma sembrava fosse necessario proteggerli da un attentato che oltre ai magistrati avrebbe colpito anche le loro famiglie.
Un po’ pretestuoso forse a tre mesi dal maxi processo che avrebbe finalmente dimostrato che la mafia esisteva e “cosa nostra” non era parto di fantasia ma un cancro sociale.
Questo film è un ritratto privato di quell’evento e soprattutto di quei due uomini profondamente umani, vulnerabili e “comuni” ma anche personaggi che hanno fatto la Storia della giustizia italiana e che sono diventati il simbolo della giustizia stessa perché “loro” ci credeva davvero.
Il film non ha pretese, racconta senza cadere nel retorico uno stralcio di vita comune di persone che comuni non erano.
E così i due giudici così diversi per temperamento Falcone irruento, Borsellino pacato, il primo con un gusto della battuta al limite della denuncia come dirà Borsellino che invece amava la letteratura alta, passarono la loro prima vacanza insieme.
Ma non è così semplice sentirsi in vacanza in quel momento storico e Falcone voleva che gli venissero inviati i faldoni del processo per continuare lì le indagini ma la richiesta non sarà esaudita e viene da pensare non proprio in buona fede.
E vacanza allora fu: lunghe nuotate, pesca, vita di mare insomma; fino a quando la figlia maggiore di Borsellino si sentirà male.
Il sospetto di anoressia aleggia nell’aria, d’altronde era la più grande e sentiva il padre che parlava con Falcone delle loro morti quasi annunciate e per un’adolescente il peso da portare era insostenibile.
Borsellino contro il volere di tutti la la riporterà a Palermo per farla curare.
Al ritorno però farà una sorpresa strepitosa a Falcone porterà i faldoni del processo ed allora i due giudici ritorneranno tali e con grande entusiasmo ripartiranno con il loro lavoro.
La vacanza finirà improvvisamente così come era iniziata, forse con un po’ di nostalgia da parte delle consorti che questi grandi uomini a Palermo forse non riuscivano poi a frequentare così intensamente.
Bravo come sempre Massimo Popolizio ed anche Giuseppe Fiorello, secondo me meno sfruttati gli altri attori ma forse anche perché nella sceneggiatura rimangono personaggi di contorno.
Comunque che dire…piccolo film di grandi uomini: un omaggio più che doveroso a due magistrati di statura titanica.
La regista Fiorella Infascelli li tratta con affetto e malinconia cogliendoli in momenti personali ed intimi che furono magari davvero simili a quelli visti nel film: i momenti di tante famiglie qualsiasi.
Dopo il maxi processo quello che seguì è misera e tragica storia di questo nostro povero Paese.
Mi piace una frase nel finale del film che ci indica l’affetto e l’empatia fra i nostri due: ad un barista che chiede a Falcone se lui sia il giudice Borsellino, lui risponde con un sorriso: “Non completamente.”

 


 

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