Quello che teniamo nascosto nelle nostre vite

Per la prima volta negli ultimi undici anni un film italiano ha aperto il festival di Venezia e la scelta e’ caduta su “Lacci“, il nuovo film di Daniele Luchetti tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone e che adesso arriva nelle sale di tutt’Italia.

 

In un passato lontano, Aldo ha tradito Vanda e abbandonato i suoi figli a Napoli. A Roma ha ricominciato con Livia, una collega e una ‘voce’ più gentile. In mezzo due figli, Anna e Sandro, che crescono e covano un avvenire di rancori.
Vanda tenta il suicidio, Aldo non cede al ricatto ma qualche anno dopo torna a casa e riannoda i lacci sciolti.
Aldo e Vanda escono intatti dalla crisi ma è solo apparenza. A guardarli da vicino le crepe e le riparazioni saltano agli occhi.
La débâcle è dietro l’angolo, Anna e Sandro pure.

 

Ottimo cast italiano con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini e Linda Caridi.


 

Le parole del regista romano alla presentazione del film a Venezia:
 
“Ho letto il romanzo di Domenico Starnone da lettore qualunque, mi piacciono particolarmente i suoi libri, così ogni volta che ne esce uno, io lo leggo. Questa volta sono rimasto particolarmente colpito perché sin da subito ho creduto fosse davvero difficile tirarne fuori un film. Qualche anno dopo, quando ricevetti la proposta del produttore Beppe Caschetto per la trasposizione del romanzo in film, ci riflettei e mi accorsi che la materia narrativa del libro era talmente forte da sopportare gli urti della trasformazione delle parole in immagini; in azione.
Abbiamo lavorato senza avere paura dei dialoghi, del molto parlare, ma anzi abbiamo cercato di potenziare le scene legate alla voce. Il nostro scopo era quello di riuscire a trasmettere i moventi dei personaggi, non tanto le azioni che commettono.
 
Quello che ho pensato è che tutti noi potenzialmente siamo o siamo stati parte di una realtà di “coppia”, potremmo essere figli di coppie separate o potremmo essere noi stessi compagni. Quello di Starnone quindi è un libro che mi permetteva, a turno, di identificarmi con ognuno dei suoi personaggi.
Con il lavoro di scrittura ho voluto mantenere costantemente la sensazione di tensione, di soffocamento, come quella che provano i personaggi. C’è stato un forte lavoro sui testi, sull’odio, sulla paura, sulla reticenza, sulla rabbia, quello che ne è uscito è anche merito degli attori che hanno saputo essere flessibili. Molte scene ad esempio le abbiamo girate più volte in modi diversi.
La forza fondamentale del libro è l’autenticità dei personaggi, così abbiamo cercato di riportare proprio questo. Nel copione c’è pochissima trama, è piuttosto un film composto da azioni e sentimenti. Questo ci ha permesso di non costringerci a far funzionare il percorso da un punto A ad un punto B, ma piuttosto di raccontare l’azione nel momento stesso in cui avviene.
 
Un’altra cosa importante è che ci sono cose omesse nel film, racconta nella prima parte alcuni anni di vita, poi alcuni giorni di vita e in fine alcune ore, cosa c’è nel mezzo? Cosa si nasconde? Molte volte quello che si tiene nascosto è molto più importante di quello che viene mostrato o detto, un po’ come delle vecchie fotografie dentro una scatola.”

 

E questo e’ il bellissimo trailer !!

 


 

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