Il racconto lacerante di un’assenza

Candidato per la Francia agli Oscar, e osannato dalla stampa francese, arriva nelle nostre sale “La Douleur“, il diario di un’attesa, il racconto lacerante di un’assenza, il viaggio interiore di una donna che attraversa la violenza della Storia e dei sentimenti.

 

Nella Francia del 1944 occupata dai nazisti, Marguerite, una giovane scrittrice di talento, è un attivo membro della Resistenza insieme a suo marito, Robert Antelme.
Quando Robert viene deportato dalla Gestapo, Marguerite intraprende una lotta disperata per salvarlo. Instaura una pericolosa relazione con Rabier, uno dei collaboratori locali del Governo di Vichy, e rischia la vita pur di liberare Robert, facendo imprevedibili incontri in tutta Parigi, come in una sorta di gioco al gatto e al topo.
Lui vuole veramente aiutarla? O sta solo cercando di cavarle informazioni sul movimento clandestino antinazista?
La fine della guerra e il ritorno dei deportati dai campi di concentramento segnano per lei un periodo straziante e danno inizio a una lunga attesa, nel caos generato dalla liberazione di Parigi.

 

Il film e’ tratto dal romanzo di Marguerite Duras (sceneggiatrice di “Hiroshima mon amour”), diretto da Emmanuel Finkiel (primo suo film che esce in Italia) e nel cast troviamo la brava Mélanie Thierry, Benoit Magimel e Benjamin Biolay.


 

Ecco le parole del regista sulla genesi di questo film:
 
“Lessi per la prima volta “La Douleur” a 20 anni. Ritornando a questa storia 30 anni più tardi per farne un adattamento cinematografico, ho provato la stessa indicibile commozione che provai alla prima lettura. Lo scopo di questo film è quello di rivivere quell’emozione lungo tutto il dispiegarsi degli eventi.
Il punto di partenza è stato inevitabilmente la mia esperienza personale, anzi, quella di mio padre, che vide i propri genitori e suo fratello più piccolo, arrestati nel 1942, non tornare mai più. Per tantissimi anni, in modo del tutto irrazionale, li abbiamo aspettati. Un’attesa, la nostra, priva del minimo barlume di speranza. Aspettavamo per il solo gusto di aspettare: attesa e assenza erano i fulcri dell’avvenire. E da bambino non capivo perché sempre a luglio accendevamo una luce notturna in un angolo dell’appartamento. Per molti anni nessuno mi spiegò mai il perché, lasciando che la mia fantasia e la mia immaginazione vagassero libere.
Il racconto di Marguerite Duras fornisce una descrizione unica sul tema dell’attesa. La prima volta che lo lessi, vi riconobbi subito dinamiche a me familiari, finalmente messe per iscritto.
 
Parigi è un personaggio centrale ne “La Douleur” di Duras, rappresenta il collaborazionismo con i nazisti, la lotta e la paura. Con le sue folle allegre e chiassose e la sua falsa apparenza di vittoria primaverile, Parigi finisce poi col divenire una paradossale scenografia del dolore.
È una città che pugnala chi è in attesa del ritorno dei propri fantasmi ai luoghi del cuore. Le sue vittime sono le persone per cui la guerra non può finire e non finirà mai. L’alba primaverile non porta calore alle persone come Marguerite, persone che si aggrappano alle ombre, mentre gli altri ballano in strada impegnati a non ricordare, e che gridano proprio contro quell’atto del dimenticare.
Parigi è una città a sé. Parigi rappresenta il tempo della guerra e la libertà in marcia. Parigi rappresenta gli altri con la loro chiassosità, gli altri e le loro lacrime, le loro risa, la loro codardia, la loro paura e la loro gioia.”

 

Vi ricordiamo che vedremo questo film nella quarta uscita di Amicinema del mese mercoledi’ 23 gennaio.. non mancate !!

 

E questo e’ l’intenso trailer italiano. Che ne pensate ?

 


 

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