La fascinazione del potere e la bruttezza della verità

Tarik Saleh (nato a Stoccolma nel 1972) non e’ molto famoso, ma vanta due buoni film come “Tommy (2014)” un thriller con Moa Gammel, Ola Rapace e la cantautrice Lykke Li e “Metropia” (passato a Venezia) con Vincent Gallo, Juliette Lewis, Stellan Skarsgård.

 

Omicidio al Cairo” e’ il suo ultimo film e a nostra memoria il primo che arriva sugli schermi italiani.

 

Noredin è un detective corrotto della polizia del Cairo che quotidianamente arrotonda intascando tangenti dai venditori ambulanti e dai proprietari dei locali. Normalmente, estorce denaro dai criminali del posto. Una notte gli viene assegnata un’indagine per omicidio. Una cantante è stata trovata morta al Nile Hilton. Quello che inizialmente sembra essere un crimine passionale si rivela essere qualcosa che riguarda le alte sfere della società egiziana.


 

Tarik Saleh è stato ispirato dalla storia vera dell’omicidio della famosa cantante libanese Suzanne Tamin nel 2008. Il colpevole era un uomo d’affari e parlamentare egiziano. Fu uno shock per la nazione. Non l’omicidio in sé, ma che una persona simile, in stretta relazione con la famiglia Mubarak, venisse condannata.

 

Sentiamo allora le sue parole sulla genesi del film:
 
“Si tratta di un film sul Cairo. Sul passato e sul futuro che collidono – e sulla gente che rimane schiacciata in mezzo.
Tre giorni prima dell’inizio delle riprese l’Egyptian State Security ci ha messi a tacere. Abbiamo dovuto spostare la produzione a Casablanca. Ero devastato. Poi, ho pensato a Fellini e ad Amarcord. La gente della sua città, Rimini, può giurare di aver riconosciuto nel film strade e case.
Lui, però, aveva girato a Cinecittà. Si poteva fare! Ma per ricreare una città devi catturarne l’anima. Volevo ricostruire Il Cairo nella sua futuristica gloria distopica.
Un contrasto ardito, non bianco e nero, bensì giallo e nero. Non mi interessava raccontare una storia, piuttosto far compiere agli spettatori un viaggio. Non uno di quei tour dove non lasci mai il bus – qui facciamo realmente delle fermate, mangiamo del cibo e ci ammaliamo a causa del cibo.
Non è fondamentale cosa accade, ma COME accade.
Noredin è la nostra guida, un principe della città. Ti insegnerà l’arte della corruzione, i codici sociali con i baci sulla guancia, e a rivolgerti alle persone secondo il loro stato sociale. Poi, ci sono le mani, il denaro da cambiare, i piccoli gesti. Imparerai la fascinazione del potere e la bruttezza della verità.
La finzione di Omicidio al Cairo si scontra costantemente con la realtà. A volte mi spaventa, ma, per essere onesto, questo è il motivo per cui lo faccio - per far sì che i miei sogni diventino veri.”

 

E questo e’ il trailer ufficiale !!

 


 

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