The Sessions

Questo e’ lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film “The Sessions”.

 

Dati Tecnici
Regia: Ben Lewin
Con: John Hawkes, Helen Hunt e William H. Macy.
Durata: 95 min

Trama del film
“Una terapista del sesso viene assunta per far perdere la verginità con sei lezioni pratiche a un poliomelitico. Un sacerdote consiglia al disabile di assecondare i desideri più intimi.

 

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=jCBnIEdLbNk

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  1. Elena Costa scrive:

    Come sempre dei film di nicchia se ne parla poco o se ne parla male. Tutti sanno di cosa tratta: un poeta e giornalista poliomelitico che vive in un polmone d’acciaio e che chiede ad una terapista del sesso di fargli provare una volta nella vita questa emozione. Ma la trama va ben oltre e parla della poesia e della beffa che è la vita, parla di amore, parla del sesso come cosa sacra, di ogni minimo sentimento umano osservato da uno stato semi vegetale, parla di religione, di rapporti umani, di diversità….è un film splendido, tragico, complesso e dolcissimo. Impossibile non commuoversi e non partecipare vivamente. BELLLISSIMO!

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Anche se qualcuno guardando la trama di questo film puo’ pensare ad un opera possibilmente scabrosa, siamo completamente all’opposto: “The sessions” è girato con delicatezza e garbo ed è alla fine quello che resta alla spettatore e’ una bella storia d’amore.
    Una storia di crescita spirituale (anche grazie ai consigli del prete William H.Macy) che non scade mai nel mieloso grazie ad una robusta dose di ironia.

    Il merito della pellicola e’ da accreditarsi sia ad una ottima sceneggiatura (che parte da un articolo scritto dallo stesso O’Brien) che alle prove degli attori.
    Principalmente John Hawkes convincente nel delineare fisicamente ed emotivamente un uomo prigioniero della propria mente e dei propri sensi di colpa prima che dei limiti del proprio corpo.
    Anche Helen Hunt, ritornata al cinema dopo qualche anno di silenzio, e’ brava e il suo personaggio risulta reale e non stereotipato proprio perche’ riesce a donarci la dolcezza, ma anche i dubbi e il dolore del suo rapporto con Mark.

    In “The sessions” non troverete niente di morboso, niente di pietoso e se nel buio della sala verserete qualche lacrima sarà solo per l’intensita e la tenerezza delle scene.

  3. Pietro Diomede scrive:

    Strani scherzi della distribuzione, i due film che hanno dominato il Sundance 2012 escono in Italia a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro.
    Così dopo il “Re della terra selvaggia” ad…esso è il turno di The sessions.
    Il film si ispira agli articoli e alla vita del poeta e giornalista Marc O’ Brien, poliomielitico dall’età di 4 anni e che da allora vive dentro un polmone d’acciaio.
    Alla veneranda età di 38 anni gli viene commissionata un’inchiesta riguardante il sesso tra i disabili e intervistando i protagonisti si rende conto che lui stesso non sa niente dell’argomento in quanto vergine.
    Inizia così per lui un complesso processo di iniziazione appoggiandosi all’esperienza di una terapeuta sessuale (la Surrogate che è il titolo originale del film) e, in parallelo, anche a un terapeuta spirituale visto che il nostro protagonista è un irlandese di Boston e l’elemento religioso è insito nel suo DNA.
    Questo percorso quindi è rappresentato dal parallelismo degli appuntamenti per scoprire e accettare la propria sessualità e le confessioni a chiesa aperta con un prete che diventa sempre di più il migliore amico.
    Il grande pregio di “The Sessions” è che tratta una tematica pericolosa e piena di trappole evitando il facile pietismo o qualsiasi colpo basso per accaparrasi il pubblico, metabolizzando quello che era Marc O’ Brien il regista Ben Lewin ci regala un film ricco di senso dell’umorismo (soprattutto nel suo modo di relazionarsi con un Dio a cui credere per incolparlo della situazione) e grandissima poesia.
    A facilitare questo lavoro la presenza di un cast in forma strepitosa.
    John Hawkes, Helen Hunt e William C. Macy hanno il merito di donarci dei personaggi sinceri molto reali grazie un’interpretazione che non va mai fuor dalle righe o gigioneggia in stile actor’ studio.
    Forse è per questo motivo che The sessions è fuori dai giochi degli Oscar (e il Marc O’ Brein di John Hawkes è meritevole almeno della nomination) a parte la candidatura di uan Helen Hunt così splendidamente acqua e sapone.
    Consiglio vivamente la visione di questo film perché dietro la povertà di mezzi con cui è stato realizzato c’è una grande quantità di contenuti racchiusi nella splendida poesia che chiude intensamente il film
    Voto 8,5

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