Le ombre che indossiamo ogni giorno sulla nostra pelle

Paul Schrader e’ una delle icone del nuovo cinema americano, eccelso sceneggiatore (“Taxi driver”, “Toro scatenato”) e ottimo regista (“American Gigolò”, “First Reformed – La creazione a rischio“, “Il collezionista di carte“)
 
Il maestro giardiniere“, il suo ultimo film e’ stato presentato in anteprima mondiale alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Vanezia (senza premi purtroppo) dove il regista americano è stato premiato con il Leone d’Oro alla Carriera.

 

Narvel Roth e’ il meticoloso orticoltore dei Gracewood Gardens, che dedica le proprie giornate tanto a prendersi cura degli incantevoli giardini di questa storica tenuta, quanto a soddisfare la sua datrice di lavoro, la ricca vedova Haverhill.
La sua vita spartana viene però stravolta quando la signora Haverhill gli chiede di prendere come assistente la sua problematica pronipote Maya.
Questa situazione provoca il riaffiorare di sordidi segreti sepolti di un violento passato, che ora riemergono per minacciare tutti e tre i personaggi.

 

Con Joel Edgerton, Sigourney Weaver e Quintessa Swindell.


 

Queste le parole di Paul Schrader su questo film raccolte a Venezia 2022:
 
“Molti anni fa ho trovato questo personaggio della letteratura europea di una commedia di Sartre: L’uomo senza qualità; che entra nei miei film a partire da Taxi Driver. Da quel momento in poi continua ad entrare nei miei film. Di tanto in tanto rivisito questo personaggio.
Il giardino è la metafora più antica esistente nell’arte: tutto ha inizio nel giardino. Soprattutto se penso ad un personaggio che desidera nascondersi, come tutti i miei personaggi. Quello che noi facciamo con l’arte è creare delle storie su cui possiamo rimuginare, quindi creare un’ idea ipotetica associata al giardino..
Si parte dal giardinaggio, come Il collezionista di carte parte dal gioco d’azzardo. Ma questo è solo l’inizio del processo creativo. Mi sono chiesto: perché questo giardiniere è così isolato da tutti? Da li’ l’idea si è trasformata ed è diventata quella che e’ nel film.
Con queste domande il suo isolamento è diventato del tutto comprensibile. Come gli dice il suo agente, non si libererà mai da questa ombra, che indossa ogni giorno sulla propria pelle sotto forma di tatuaggi.
 
Io sono parte di una generazione che ha scritto film violenti ma che appartiene al passato. Abbiamo l’idea della redenzione cristiana che passa attraverso il sangue versato, e quindi la sofferenza. Ma le cose evolvono.
 
Ho lavorato nuovamente con il compositore Devonté Hynes. Per i titoli di coda del film Hynes avevo trovato il brano perfetto per il finale. Una sera navigando su iTunes mi sono imbattuto in una canzone di S.G. Goodman intitolata ‘Space and Time’ e ho subito pensato che fosse fantastica.
La produzione si assicurò i diritti del brano, ma sentimmo che la Goodman, che era una cantautrice proveniente dalla zona degli Appalachi del West Kentucky, non era la scelta più adatta per le tematiche trattate dal film. Hynes perciò contattò Mereba, una cantautrice, rapper e produttrice americana che ha cantato la splendida versione del brano che si può ascoltare in chiusura del film.”

 

Immancabile il finale con il trailer ufficiale di questo film !!

 


 

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