Una storia a più voci purtroppo sempre attuale

Il signore delle formiche” e’ il nuovo film di Gianni Amelio (2 anni dopo il discusso “Hammamet“), in Concorso alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e nella quale potrebbe vincere anche qualche premio importante.

 

Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.
Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”.
Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente.
Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.

 

Grande cast con Luigi Lo Cascio, Elio Germano e Sara Serraiocco.


 

Sentiamo le parole del regista direttamente dalla conferenza stampa fatta in questi giorni a Venezia:
 
“Braibanti sgrida sia maschi che femmine senza distinzione di genere, non era una persona che cercava di piacere a tutti. Non ho voluto in nessun modo santificarlo, nel film è arrogante e presuntuoso sia con i giudici che con i più giovani.
Il vero misogino è il personaggio dall’accento calabrese che parla dell’omosessualità come una malattia che richiederebbe il suicidio.
Quella è una frase che ho inserito perché a me personalmente è capitato di sentirla. I personaggi femminili invece rappresentano uno spettro più che vario dell’essere donna in quel momento storico.
 
La madre di Braibanti è una donna all’antica forte ma dolce e comprensiva, mentre la madre di Ettore decide di voler curare il figlio “deviato”, ma in ogni caso non va giudicata perché semplicemente figlia del suo tempo.
La sorella del giornalista è invece la donna moderna sessantottina che combatte per i suoi ideali, una vera e propria minoranza in quegli anni che ricordo con grande chiarezza.
 
Il momento che stiamo vivendo lo trovo molto inquietante, lo vivo con molto imbarazzo. Una campagna elettorale precipitosa e poco chiara oltretutto.
Ma basta guardarsi intorno per vedere continui episodi di intolleranza. Un politico dice che ci dobbiamo “accontentare” delle unioni civili, mentre una donna in un video in rete chiama la polizia dopo aver visto due ragazze baciarsi.
Il progresso non c’è ancora stato ma sono fiducioso nel futuro, guai a non esserlo. Con questo film volevo aiutare qualcuno a potersi sentire capito, compreso e accettato.”

 

Non potevamo terminare che con l’ottimo trailer ufficiale !!

 


 

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