CineClassica: Händel e Stefano Dionisi

A volte impedire a qualcuno di fare qualcosa porta inevitabilmente al suo opposto.
 
Cosi’ accadde nel finale del lontano 1600 quando Georg Händel vieto’ al figlio di immischiarsi con qualsiasi strumento musicale per seguire dei piu’ adatti studi di diritto civile.
Il risultato finale lo sappiamo tutti e il piccolo Georg Friedrich divenne uno dei piu’ famosi compositori del periodo barocco e in generale della musica classica.

 
Pur tedesco Handel ebbe sempre un rapporto molto stretto con l’Inghilterra, si stabili’ a Londra nel 1712 e diventò un cittadino naturalizzato britannico nel 1727.
Qui compose una delle sue opere piu’ famose: il “Rinaldo“, ispirato liberamente alla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso e gratificato da un successo straordinario per l’epoca, godendo di ben quindici spettacoli nella prima stagione.

 

Una delle arie piu’ famose presente nel secondo atto e’ “Lascia ch’io pianga“, affidata al personaggio di Almirena e rivolto al suo carceriere Argante.

 

Gérard Corbiau e’ invece un regista belga non molto attivo (il suo ultimo film risale al 2003), ma che ha portato due suoi film alla nomination all’Oscar come miglior film straniero.

 

La sua opera piu’ famosa e’ la storia, con molte libertà, del pugliese Carlo Broschi che, evirato a dieci anni, divenne il più celebre sopranista nella storia musicale d’Europa, e dei suoi rapporti col fratello maggiore Riccardo che gli fece da impresario e per lui compose una mezza dozzina di opere.
 
Broschi e’ piu’ famoso con il nome di “Farinelli” e appunto “Farinelli – Voce regina” e’ il film del 1994 che racconta anche la sua parte di vita a Londra, interpretato nelle parti principali da Stefano Dionisi e Enrico Lo Verso mentre nei panni di Handel troviamo l’attore olandese Jeroen Krabbé.

 

E proprio da questo film recuperiamo appunto, dopo tutto questo lungo preambolo, il filmato di questa puntata, la bellissima aria “Lascia ch’io pianga” cantata dalla voce angelica (nel film in realtà rifatta digitalmente) di Farinelli.

 


 

Lascia ch’io pianga
mia cruda sorte,
e che sospiri
la libertà.

Il duolo infranga
queste ritorte,
de’ miei martiri
sol per pietà.

 

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