Una satira graffiante e intelligente

Vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, “Triangle of Sadness” di Ruben Östlund (gia’ vincitori anni prima per “The square“) e’ uno dei titoli più attesi e eclatanti della stagione, una satira irresistibile dove ruoli sociali, stereotipi di genere e barriere di classe vanno in frantumi.

 

I modelli Carl e Yaya, dopo aver discusso di denaro una sera al ristorante, vengono invitati ad una crociera di lusso, tra milionari soli e accompagnati di varie provenienze e anziani e gentili fabbricanti d’armi.
Ma la sera della cena col capitano una terribile mareggiata getta ospiti e equipaggio nel caos più totale, e i due bellissimi si ritrovano spiaggiati su un’isola, senza essere in grado di procurarsi aiuto né cibo.

 

Nel cast con Woody Harrelson, Harris Dickinson, Charlbi Dean Kriek, Zlatko Buric e Iris Berben.


 

Fabio Bresciani era presente all’anteprima stampa milanese e quindi sentiamo subito la sua recensione:
 
Il titolo si riferisce a un termine usato nel mondo della bellezza. Fa riferimento, infatti, alla ruga in mezza alle sopracciglia, cartina di tornasole delle peripezie della vita di un individuo.
La chirurgia estetica propone di cancellare questo inestetismo facilmente tramite trattamenti di botox. Questa suggestione viene presa dal regista per riflettere quanto nel mondo attuale la bellezza estetica sia talmente cruciale da venire usata come valuta di scambio, capace di sia elevare socialmente nei contesti basati sulle differenze di classe, sia di condizionare negativamente i rapporti sociali.
 
Nelle prime fasi del film abbiamo due modelli, un ragazzo e una ragazza, a cena dove lui litiga con lei, infastidito dal fatto che lei dà per scontato che lui debba offrirle la cena, nonostante lei guadagni molto più di lui.
Ciò mette chiaramente alla berlina come i rapporti umani siano governati da ipocrisie economiche e sociali anche nelle situazioni più banali. Il film prosegue con questa coppia su uno yacht di super ricchi. La domanda a cui viene cercato di dare una risposta è: cosa succederebbe se un evento facesse in modo che i rapporti e le gerarchie sociali venissero ribaltati? La cosiddetta classe dirigente in situazioni di emergenza sarebbe in grado di sopravvivere o per dirla con Karl Marx governare ancora i mezzi di produzione?
Ostlund imbastisce una satira graffiante e intelligente, giocando con situazioni paradossali ma non inverosimili, sapendo cogliere la bruttezza di una società che fa di tutto per apparire bella (instagrammabile) ma la cui estetica è totalmente fine a sé stessa.
 
I ricchi vivono una sorta di bolla dorata scollegata dalla realtà, dove dominano denaro, pregiudizio, discriminazione abilmente disintegrata e ridicolizzata dal regista svedese. Forse il film si dilunga eccessivamente nella seconda parte, ma rimane altamente godibile.
Palma d’oro al 75º Festival di Cannes.

 

E questo e’ il trailer ufficiale !!

 


 

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