Gli strani frutti temuti dal governo americano

Diretto da Lee Daniels (“Precious”, “The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca”) e sceneggiato dal Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” racconta una storia impensabile agli occhi di oggi ma realmente accaduta negli Stati Uniti, nazione in grado di tormentare qualcuno solo per aver cantato una canzone.

 

Negli anni Quaranta l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita.
Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante era impedirle di eseguire la sua ballata “Strange fruit”, canzone di denuncia contro i linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili.

 

Nel cast la bravissima Andra Day (che si è aggiudicata il Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista in un film drammatico), Trevante Rhodes, Garrett Hedlund, Natasha Lyonne, Tyler James Williams e Tone Bell.


 

Sentiamo la recensione di Virna Castiglioni che ha visto in anteprima per Amicinema questa pellicola:
 
“Una donna forte, bella e nera. Questi tre aggettivi qualificano l’icona della musica jazz Billie Holiday che il biopic di Lee Daniels celebra nella sua veste pubblica ma che mostra soprattutto nella sua fragile e dolorosa storia personale.
Povera e costretta ad umiliazioni fin da ragazzina, grazie ad un talento fuori dal comune, Eleanor Fagan (questo il vero nome) riuscirà a diventare una leggenda.
Il governo statunitense cercherà in tutti i modi, facendo leva sulla sua dipendenza da eroina, di incastrarla e non permetterle di esibirsi soprattutto facendo conoscere il pezzo di denuncia contro la pratica del linciaggio, la struggente ballata “Strange Fruit”.
 
Il film si poggia completamente sulla superba interpretazione della cantante soul Andra Day che, alla sua prima prova cinematografica va a segno. D’altro canto però il regista non riesce appieno nell’intento di far immedesimare lo spettatore nei tormenti e nelle vicissitudini che hanno contraddistinto la breve, intensa e travolgente vita di questa immensa artista.
Il montaggio che alterna parti recitate a immagini di repertorio non appare completamente fluido ma al contrario risulta essere un po’ troppo spezzettato. I costumi e il trucco rasentano la perfezione e riportano in vita una bellezza fiera che ha stregato milioni di persone. Il film ha il pregio di far conoscere un mito immortale e di sottolineare come gli Stati Uniti d’America quando il film è stato girato non avessero ancora approvato una legge che punisse la pratica disumana e aberrante del linciaggio.
 
La “Emmett Till Anti-lynching Act” che deve il suo nome a un ragazzo afroamericano di 14 anni che nel 1955 fu torturato e ucciso brutalmente da due uomini bianchi nel Mississippi riconosce il linciaggio come reato federale e porta la firma dell’attuale Presidente americano Joe Biden. Ci sono voluti circa 120 anni e quasi 200 tentativi.”

 

E finiamo con il trailer ufficiale !!

 


 

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