I tempi sono cambiati, l’Agente Speciale 117 no

Terzo capitolo della saga dedicata al più irriverente Agente Speciale al Servizio della Repubblica (Francese), “Agente Speciale 117 al servizio della repubblica – Allarme rosso in Africa Nera” e’ affidato questa volta al talento di Nicolas Bedos (già regista del pluripremiato “La Belle Époque”).
 
Saga della quale grazie a I Wonder Pictures abbiamo anche recuperato nei mesi scorsi i due capitoli degli anni 2000 inediti in Italia.

 

Il tempo passa, ma non per l’Agente Speciale 117.
Siamo nel 1981 e la (peggior) miglior spia di Francia Hubert Bonisseur de la Bath deve sventare un nuovo complotto internazionale. Il palcoscenico della crisi è il Continente Nero e il Presidente della Repubblica non può che affidare a lui una missione in cui ogni parola deve essere pesata e ogni gesto ponderato.
Per aiutarlo a portare a termine il compito gli viene affiancato un giovane e promettente collega, l’Agente Speciale 1001.

 

Sempre con il bravo Jean Dujardin affiancato questa volta da Pierre Niney e Natacha Lindinger.


 

Sentiamo la recensione di Anna Baisi che ha visto in anteprima questo film:
 
“Torna nei cinema Hubert Bonisseur de La Bath alias agente segreto 117, dopo dodici anni di assenza, con il film “Agente Speciale 117 al servizio della Repubblica – Allerta rossa in Africa nera”.
Il versatile Jean Dujardin è una delizia nei panni dell’agente francese palesemente buffo/ne e ferventemente patriottico e ne dà la giusta dose caricaturale per renderlo una parodia giubilante di James Bond.
La sequenza dei titoli di testa è un glorioso pastiche di immagini in stile 007 completato da una colonna sonora travolgente.
Le avventure del nostro simpatico idiota sono state portate sul grande schermo in Agente Speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo del 2006 e Agente Speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Rio del 2009, entrambi diretti da Michel Hazanavicius per il quale Dujardin ha recitato e anche vinto un Oscar in The Artist del 2011.
 
A prendere le redini del nostro film troviamo invece il talentuoso Nicolas Bedos regista del poetico La Belle Époque che oltre a divertire, non so se in eguale misura dei primi due capitoli, mostra una sana satira della sicurezza imperialista forse meglio riassunta dalla sincera convinzione di Hubert che tutti sulla Terra vorrebbero essere francesi.
Siamo nel 1981 e 117, la “leggenda” del controspionaggio francese, è tenuto prigioniero dai sovietici in Afghanistan ma ovviamente riesce a fuggire in maniera rocambolesca per tornare in una Francia in rapido cambiamento.
I giovani si vestono in maniera diversa, i computer stanno emergendo e i “rossi” sono ovunque.
A quanto pare si candidano addirittura alle elezioni presidenziali nella persona di François Mitterrand (il candidato della sinistra, che vincerà le elezioni contro il presidente uscente, Valéry Giscard d’Estaing).
 
Hubert è invecchiato, i suoi metodi sono obsoleti insomma è un modello superato e la storia scava delicatamente in tutta la comicità di questa situazione, mettendolo a confronto con le donne della nuova generazione e il giovane e focoso agente 1001.
Infatti tornando al quartier generale di Parigi, 117 viene presentato al giovane e sbarazzino 1001 (Pierre Niney), vero nome Serge il quale è felicissimo di incontrare il suo idolo, il cui taglio di capelli alla Ken (il fidanzato di Barbie) e il cui guardaroba aderente non potrebbero essere più lontani dai capelli lunghi e dall’abbigliamento casual del giovane agente.
Messo da parte Hubert, la nuova missione nell’Africa orientale, dove è in corso una rivoluzione contro il dittatore di lunga data Bamba (Habib Dembélé) viene affidata a Serge.
Bamba è un partner strategico per la Francia e i suoi detrattori finiscono in prigione o mangiati dal suo leopardo domestico.
Ma quando 1001 scompare senza lasciare traccia, 117 viene liberato dal suo nuovo lavoro d’ufficio e gli viene permesso di tornare in azione per salvarlo e, insieme, completare la missione: fermare la ribellione comunista che vuole rovesciare il “presidente”.
 
Ed è qui che la parodia è più divertente: guardare il nostro Hubert nazionale, simbolo di un’epoca passata, aggrapparsi come un bambino alla sua idea superata della spia, e mettere in discussione anche la sua sessualità e la sua virilità in deliziose scene di disagio.
È un vero piacere vedere la nostra amata spia in pieno dubbio, e lo stesso Jean Dujardin, impeccabile, che si diverte con il suo personaggio tanto quanto noi.
Le gag razziste e sessiste sono ovviamente critiche comiche e spietate di quella mentalità.
Hubert se la cava con le sue gaffe e le sue dichiarazioni oltraggiose perché è chiaramente ignaro: i tempi sono cambiati, lui no.
Al di là dei dialoghi che mi fanno abbastanza ridere, trovo che ci sia qualcosa di estremamente divertente nei silenzi e negli sguardi che si giocano Hubert e Serge.
Quando 117 dice qualcosa, Pierre Niney lo guarda, chiedendosi continuamente se 117 abbia capito bene o se non sia irrimediabilmente stupido.
La direzione artistica del film è di classe in termini di ricostruzione degli anni ottanta: le scene, i costumi, i paesaggi dell’Africa.
 
È un intrattenimento che consiglio volentieri.”

 

E questo e’ il divertente trailer italiano !!

 


 

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