Tutte le sfumature di un’amore struggente

E’ notizia di questi giorni che “Cold War” e’ entrato nella short-list dei 9 film che concorreranno agli Oscar come miglior film straniero.

 

Per il regista polacco Pawel Pawlikowski e’ un deja-vu visto che il suo precedente film, il bellissimo “Ida“, aveva vinto il premio nel 2013 e adesso con la sua nuova pellicola in uno splendido bianco e nero tenta il difficile bis.
E intanto “Zimna wojna” (questo il titolo originale) per iniziare bene ha vinto il premio della regia all’ultimo festival di Cannes.

 

Nella Polonia alle soglie degli anni Cinquanta, la giovanissima Zula viene scelta per far parte di una compagnia di danze e canti popolari. Tra lei e Wiktor, il direttore del coro, nasce un grande amore, ma nel ’52, nel corso di un’esibizione nella Berlino orientale, lui sconfina e lei non ha il coraggio di seguirlo. S’incontreranno di nuovo, nella Parigi della scena artistica, diversamente accompagnati , ancora innamorati. Ma stare insieme è impossibile, perché la loro felicità è perennemente ostacolata da una barriera di qualche tipo, politica o psicologica.

 

Nel cast Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc e Agata Kulesza.


 

Sentiamo le parole di Anna Baisi che ha visto in anteprima per Amicinema questo film:
 
Quest’anno, Pawel Pawlikowski, già reduce dal successo degli Oscar (“Ida” del 2013) torna con il film “Cold War”, vincendo il premio come miglior regista al Festival di Cannes, con un’epopea romantica che attraversa l’Europa divisa del titolo e che richiama l’età d’oro di Hollywood ma con una narrazione ben diversa che si racconta in brevi episodi ellittici mescolata ai toni della nouvelle vague francese ben rappresentata dalla storia dell’“amor” fou” dei protagonisti.
Il film è ispirato alle dinamiche della relazione dei genitori del regista a cui è anche dedicato e che Pawlikowski ha descritto come “i personaggi drammatici più interessanti che abbia mai incontrato … sia persone forti che meravigliose, ma come una coppia un disastro senza fine”.
Wiktor e Zula infatti condividono nomi e tratti caratteriali con la madre e il padre del regista ma le loro narrazioni individuali sono finzioni e allusioni e ci proiettano dalle campagne della Polonia alle strade di Berlino Est, da Parigi alla Jugoslavia, oltre quindici anni turbolenti che attraversano confini che sono musicali, geografici, politici e in definitiva esistenziali.
 
Il film si apre nella Polonia rurale, nel 1949, dove Wiktor (l’affascinante Tomasz Kot) etnologo e direttore musicale che visita le province della Polonia del dopoguerra con la collaboratrice Irena (l’odiosa zia in “Ida”, Agata Kulesza) ) alla ricerca di materiale musicale della tradizione rurale per un progetto di recupero culturale.
Con le registrazioni dei vecchi pezzi folk ritrovati i due dirigono una scuola, ascoltano e trovano giovani talenti per istruirli nei testi e nei passi di danza dei loro antenati.
L’idea è che la compagnia ”Mazurek” riunirà con vigore la Polonia devastata dalla guerra per farla tornare alle vibranti radici di un tempo, come se l’evocazione del passato lontano contribuisse a cancellare la storia recente.
In realtà dietro all’ideale di purezza musicale si cela un progetto governativo e tutto è supervisionato dal dirigente comunista Kaczmarek (Borys Szycsegnali).
In queste audizioni arriva la bellissima Zula (una sublime Joanna Kulig), giovane donna enigmatica che si spaccia per una giovane contadina ma che non esegue però un motivo polacco di montagna ma una canzone appresa da un film russo; sebbene Irena dubiti dell’autenticità di Zula, Wiktor è colpito dal fascino e dal mistero di quella donna dal passato oscuro, sospettata di omicidio, ma candida e vitale nel contempo.
Presto Zula è una delle stelle di Mazurek, e non si lascia minimamente turbare dalle richieste delle autorità di cantare le lodi di Stalin e della riforma agricola.
Quando Wiktor scopre la possibilità di disertare nel 1952 e scappare a Berlino Est, implora Zula di venire con lui.
 
Wiktor,è troppo intellettuale per credere davvero in questo tipo di lavoro e il suo anticonformismo è disgustato da una così palese intrusione della politica sulla sua arte sacra ma la fuga è senza valore senza Zula, che e nonostante le sue tendenze impulsive è riluttante a unirsi a lui nel suo atto di fede all’Occidente perché insicura di quello che troverà dietro la cortina di ferro.
La Guerra Fredda storica e soprattutto il vissuto personale che ne deriva rimangono inespressi e scontri e distensioni fanno comprendere il rapporto distruttivo e di dipendenza dei due protagonisti che rendono intensamente e con bellezza visiva l’unione di disperazione ideologica ed emotiva.
 
A rendere magnifico il film aiuta il formato quadrato in un bianco e nero 4×3 che come la musica cattura gli umori del film e le immagini mozzafiato del direttore della fotografia Lukasz Zal che anch’esse corrispondono ai cambiamenti musicali in sintonia col racconto e che variano da il senso di liberazione a quello di intrappolamento che ineluttabilmente si intrecciano.
La colonna sonora curata da Marcin Masecki che va da Bach e Chopin, a canzoni folk ipnotizzanti, al blues e al rock come “Dwa serduszka” , il popolare folk di Mazowsze (gruppo realmente esistito e chiamato Mazurek nel film) “Two Hearts” si trasforma da una melodia rurale a una ballata jazz: flusso e riflusso di questa tumultuosa storia d’amore.
Una scena in cui Zula balla in modo ubriaco sulla musica di “Rock Around the Clock” di Bill Haley cattura in modo vibrante quel senso di liberazione e di intrappolamento sempre uniti fra loro fino al binomio di libertà ed incarcerazione.
 
Grandi sono i temi affrontati dal film: dal rapporto tra cultura e Stato, libertà individuale e compromesso e fino a che punto ci si può aspettare che l’amore superi il mondo che attraversa.
Se in Ida si sceglie la consolazione e l’ordine del monastero sugli inganni, le incertezze e il tumulto del mondo in Cold War ritroviamo una variazione devastante e struggente che esprime una scelta simile anche se più romanticamente tragica.”

 

Ricordate che vederemo questo film nell’ultima straordinaria uscita del mese di Amicinema, mercoledì 26 dicembre, per un inconsueto S.Stefano al cinema !!

 

E finiamo con il trailer ufficiale !!

 


 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con , .

Lascia un Commento