Un dubbio che si fa fede

Xavier Giannoli e’ gia’ noto nel nostro paese per “Marguerite” (in concorso qualche festival di Venezia fa) e Vincent Lindon ancora di piu’ ed e’ uno degli attori preferiti nel nostro paese tra quelli francesi.
 
Dall’unione delle loro bravure nasce questo “L’apparizione“, film del quale vi avevamo parlato tempo fa e che ora siamo contenti sia stato distribuito nel nostro paese.

 

Jacques Mayano, reporter di guerra per un quotidiano francese, viene reclutato dal Vaticano per indagare su un’apparizione avvenuta in un villaggio del sud-est della Francia. Anna, orfana e novizia, afferma di aver visto la Vergine Maria.
Lo straordinario evento, velocemente diffuso, ha condotto migliaia di pellegrini sul luogo della presunta epifania.
Jacques, estraneo a questo mondo, accetta nondimeno di far parte della commissione d’inchiesta canonica, applicando la prassi empirica al trascendente e scoprirà gradualmente le motivazioni nascoste dei tanti dilemmi che si celano dietro l’apparizione.

 

Nel cast anche Galatéa Bellugi, Anatole Taubman, Patrick d’Assumçao.


 

Ecco la recensione della nostra inviata speciale Anna Baisi:
 
“L’ultima prova di Xavier Giannoli “L’Apparizione” la definirei una riflessione sul mistero della fede, girato come un thriller che non perde suspance dall’inizio alla fine nella ricerca della verità che però più il film incalza per scoprirla più si avverte che occorre un atto di fiducia, l’abbandonarsi ad una dimensione inconcepibile al nostro “oggi”, caotico e disincantato e più vicino a ciò che si può provare con un algoritmo.
Innocenza o impostura questo ci si domanda dall’inizio alla fine del film e cioè da quando il Vaticano vuole indagare sull’apparizione della Vergine Maria ad Anna una giovane novizia del sud est della Francia interpretata dalla straordinaria Galatéa Bellugi, angelica e disarmante, che per me è il vero miracolo del film infatti il volto della giovane attrice sarà difficile da dimenticare per quella delicatezza così intensa e determinata che fa pensare alla Grazia.
 
Il Vaticano incarica Jacques (Vincent Lindon che già da tempo ci ha abituato a performance superbe) un giornalista che è reduce da un reportage di guerra ancor più luttuoso perché ha perso il suo collega fotografo e miglior amico, ad indagare sulla verità dell’evento miracoloso con prove tangibili.
Ma quando Jacques entra nel mondo della novella Bernadette queste verità reali e comprovate da trovare vengono messe in discussione perché quelle certezze che ricerca perdono sempre più il loro interesse e sebbene con sguardo agnostico, come d’altronde quello del regista, si vira verso una sospensione del giudizio.
Si avverte il cinismo del Vaticano che sentenzia “La Chiesa preferirà sempre perdere un vero miracolo piuttosto che riconoscere una finzione”, il business delle immaginette, statue della Santa Vergine e candele e l’esaltazione dei credenti che arrivano a frotta in un folle delirio ma il tutto rappresentato con mano leggera e priva di condanne o giudizi.
 
Il film con la musica di Arvo Pärt e in piccola misura di Georges Deleruesi lo eleva ad una dimensione metafisica e Jacques non trovando risposte pragmatiche nell’ultima sequenza del film accetta il dubbio che Anna gli ha instillato in una abdicazione volontaria resa con magistrale poesia visiva e così commentata dallo stesso Regista: “Il modo in cui Vincent appoggia un ginocchio per terra per deporre la piccola icona bruciata sui gradini del monastero, come un tempo vi si depositavano i neonati abbandonati, è senza dubbio uno dei gesti più belli che io abbia mai filmato in vita mia. In quel momento Vincent ha un’umiltà e una dignità che mi toccano, come se riconoscesse l’esistenza di un grande mistero pur restando sulla soglia di esso.”
“Io non sono una bugiarda” ripete la tenera Anna e io vi consiglio di andare a vedere il film per scoprire cosa nascondono o disvelano quelle parole alla Vostra sensibilità, spiritualità o desiderio di conoscenza.”

 

Sentiamo anche le parole del regista francese sulla genesi di questo film:
 
“Da molto tempo provavo il desiderio di capire che rapporto ho oggi con la religione e la fede. Penso che sia un quesito che percorre numerosi miei film, a cominciare da “À L’Origine” che trattava del tema delle promesse e delle menzogne, di un’autostrada che non portava da nessuna parte e alla quale tutti volevano credere.
Sentivo il bisogno di riposizionarmi nella parte più personale di queste tematiche e un giorno ho letto su un giornale un articolo sulle misteriose «indagini canoniche».
Sapevo che in alcune circostanze la Chiesa riunisce delle commissioni d’inchiesta su fatti che si presuppongono sovrannaturali, come le guarigioni miracolose o le apparizioni. Queste commissioni di inchiesta canoniche non sono necessariamente costituite da religiosi. Possono farne parte dei medici o degli storici ai quali un vescovo chiede di raccogliere testimonianze e di indagare su fatti precisi allo scopo di riuscire a stabilire se si tratti di un’impostura… o meno.
La prospettiva di un’approfondita indagine documentaria su una presunta prova dell’esistenza di Dio corrispondeva al mio stato d’animo in quel periodo sella mia vita, al dubbio esistenziale che era diventato il mio. Questo dubbio si è trasformato in una forza di vita e di cinema.”

 

Ecco il trailer ufficiale della pellicola per incuriosirvi un po’ !!

 


 

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