Cinque italiani spiantati in Armenia

Dopo una lunga gavetta come aiuto regista (Caligari, Mainetti, De Matteo, Zalone), Simone Spada (torinese classe 1973) ha esordito nel 2012 con “Maìn – La casa della felicità” (di scarsa diffusione) e adesso arriva in sala con il suo film piu’ ambizioso “Hotel Gagarin” con un bel cast tutto italiano (piu’ un ospite a sorpresa !!).

 

Cinque italiani, spiantati e in cerca di un’occasione, vengono mandati a girare un film in Armenia. Appena arrivati scoppia una guerra e il sedicente produttore sparisce con i soldi. Abbandonati all’Hotel Gagarin, isolato nei boschi e circondato dalla neve, trovano il modo di inventarsi un’originale e inaspettata occasione di felicità che non potranno mai dimenticare.
Una commedia divertente, poetica e sgangherata come i suoi protagonisti, che parla di sogni, di cinema e di incontri.

 

Nel cast Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico, Caterina Shulha e con Philippe Leroy.


 

Sentiamo il commento Fabio Bresciani che ha visto in anteprima questo film:
 
“Cinque italiani spiantati si ritrovano a partire per l’Armenia per girare un film: un professore di storia che parla di cinema a studenti annoiati, un elettricista, un fotografo pieno di debiti, una truffatrice e una prostituta. Si tratta della loro ultima occasione per riscattarsi. Ma in realtà il produttore del film vuole solo intascarsi i contributi europei e volatilizzarsi. Il tema principale dovrebbe essere la realizzazione della felicità, grazie a quella fabbrica dei sogni che è il cinema. Dico dovrebbe perché in realtà, questa parte è totalmente assente e viene mostrata solo parzialmente dopo i titoli di coda, ormai del tutto svilita e con effetti visivi mediocri. Quello che doveva essere lo spunto per entrare in empatia con gli abitanti armeni e costituire un punto di svolta per i personaggi scappati dall’Italia, finisce per essere banalizzato e depotenziato. Infatti, i cambiamenti psicologici che li spingono a cambiare sono sempre forzati e non si riesce mai a credere alle loro emozioni.
 
La trama purtroppo, pur avendo un buono spunto iniziale, prosegue piatta, senza mai un sussulto capace di evitare che il film si trascini verso un finale scontato. I dialoghi sono spesso insignificanti o affidati a tante citazioni usate in modo eccessivo per coprire le mancanze della sceneggiatura. Nessun attore brilla particolarmente, forse l’unica che si salva è Silvia D’Amico che interpreta con leggerezza e candore una prostituta a cui è stato promesso il ruolo di attrice protagonista. Degno di nota invece è la scelta del luogo dove è stato girato, paesaggi affascinanti e città ricche di storia (l’Armenia non vuol dire solo Unione Sovietica), davvero la cosa migliore del film. La colonna sonora richiama i ritmi certi film di Kusturica, ma risulta troppo martellante e ripetitiva per conferire la giusta grazia e ritmo.
Simone Spada ha esperienza alle spalle come aiuto-regista di Claudio Caligari, Gabriele Mainetti, Edoardo Leo e questo è il suo primo lungometraggio. In questo caso ha cercato di realizzare un film che ricorda un po’ Mediterraneo di Salvatores, senza però riuscire a dare la giusta profondità alla storia. Il regista ha dichiarato che voleva usare il cinema come pretesto, come possibilità di esplorazione e di incontri. Peccato che nel film questi due elementi latitano e il resto non fa altro che annoiare lo spettatore.
In un apprezzabile cameo troviamo una vecchia conoscenza: Philippe Leroy, un attore che tanti italiani ricordano per aver interpretato Yanez nello sceneggiato televisivo Sandokan.”

 

E adesso spazio al trailer ufficiale !!

 


 

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