L’odissea di un sovrano che vuole salvare il proprio paese

All’ultimo Festival di Venezia e’ stato relegato nella sezione Orizzonti, ma nonostante cio’ e’ stata una delle pellicole piu’ apprezzate dal pubblico e dalla critica.

 

Dal 9 febbraio potremo divertirci anche noi con “Un re allo sbando (King of the Belgians)” scritto e diretto da Peter Brosens e Jessica Woodworth, ovviamente entrambi belgi e fedelissimi di Venezia (“Khadak” nel 2006, “La quinta stagione” nel 2012).


 

Re Nicola III è una persona sola, che ha la netta sensazione di vivere una vita non sua. Insieme ad un regista inglese, Duncan Lloyd, incaricato dal Palazzo di ravvivare l’alquanto ingrigita immagine della Monarchia, parte per una visita di Stato a Istanbul.
Proprio nel mezzo del soggiorno in Turchia, arriva la notizia che la Vallonia, la metà meridionale del Belgio, ha dichiarato l’indipendenza.
Il re non si perde d’animo e decide di rientrare immediatamente in patria per salvare il proprio regno.
E per una volta, dichiara, se lo scriverà lui stesso, il suo maledetto discorso!
Ma proprio mentre stanno organizzando il suo rientro, si scatena una tempesta solare che mette fuori uso le comunicazioni e il traffico aereo. I telefoni non funzionano più e gli aerei restano a terra. A peggiorare la situazione, la sicurezza turca respinge seccamente la proposta del re di tornare via terra. Ma il re non ha nessuna intenzione di aspettare che la tempesta finisca.
Lloyd, fiutanto l’occasione di una vita, si inventa un piano di fuga talmente assurdo che prevede abiti fiorati per il re e il suo seguito per confonderli in mezzo ad un gruppo di cantanti bulgare in partenza.
È così che inizio questa Odissea attraverso i Balcani, sotto mentite spoglie, un viaggio carico d’imprevisti, incontri inaspettati e momenti di pura euforia, che rappresenteranno un’inimmaginabile occasione di rinascita per il re.

 

Se avete qualche minuto di tempo leggete con noi la recensione della nostra inviata Silvia Carinelli:

 

“Il film racconta l’on-the-road di un improbabile documentario sulla vita di un immaginario re del Belgio, filmata da un ancora più improbabile regista inglese dalle poco raccomandabili frequentazioni, nel mezzo di una crisi politica per la volontà della nazione Vallona (il sud del Belgio) di separarsi.
In un contesto surreale – ma, purtroppo, non troppo lontano da alcune situazioni di real politik (il prepotente ruolo della Turchia, e quello del “piccolo Belgio”) – si snoda la crisi esistenziale del re, iniziale marionetta manovrata dal “palazzo”. Re Nicolas III (il bravo Peter Van den Begin), incarna un’anima solitaria che si trova a dover rientrare nel suo paese da Istanbul, e che, insieme alla strampalata squadra al suo seguito diplomatico ed attraverso sofferte esperienze al limite della civiltà e senza i consueti ausili della modernità (mancano aerei, telefoni e trasporti), matura finalmente coscienza della sua esistenza e del suo ruolo.
Grottesco e talvolta spassoso affresco sulla falsariga dei paesaggi turco-balcanici di Kusturica; film irreale ma non troppo e con punte di lucidità politica disarmante – notevole l’affermazione con cui il Belgio viene definito “un compromesso geografico” – in cui il ruolo del re (ma non la sua persona), viene messo alla berlina dai registi Brosens e Woodworth, pur mantenendo misura e quasi una sorta di pudore e di leggerezza nella narrazione.
Particolare attenzione è stata data alla colonna sonora, utilizzando, ad esempio il Bolero di Ravel per accompagnare le immagini di quando il Re inizia a liberarsi dal ruolo artificioso in cui era stato relegato dalle esigenze di protocollo.”

 

Finiamo come da buona abitudine con il trailer di questo film !!

 


 

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