Tutti i film in concorso a Cannes 2016

Ieri (in questo articolo) vi abbiamo raccontato in lungo e in largo del festival di Cannes, oggi invece andiamo nel dettaglio e vi parliamo dei protagonisti indiscussi della rassegna francese… i film !!
 
Ovviamente considerando tutte le sezioni dovremmo scrivere un romanzo e quindi preferiamo concentrarci sulla categoria principale… quella che assegna il premio piu’ ambito… la Palma d’Oro.
 
Di sicuro i nomi prestigiosi non mancano e noi speriamo che tutte le pellicole siano poi all’altezza !!

 

Ecco i favolosi 21 (cliccando sul nome, dove gia’ rilasciato, potrete vedere il trailer) !!


 

Julieta, di Pedro Almodovar
Pedro Almodóvar torna al cinema a distanza di tre anni da “Gli amanti passeggeri” e lo fa con “Julieta”, un dramma tutto al femminile che narra trent’anni della vita di Julieta, dal 1985 al 2015. Emma Suarez e Adriana Ugarte recitano la parte della protagonista nelle diverse fasi dell’età. Nel cast tante vecchie conoscenze che già hanno collaborato con il regista spagnolo: Rossy de Palma, Inma Cuesta, Pilar Castro, Dario Grandinetti, Daniel Grao, Joaquin Notario, Nathalie Pozo e Blanca Pares.

 

Personal Shopper, di Olivier Assayas
Maureen è l’assistente di una grande attrice, per la quale ha il ruolo di “shopper” personale: trascorre quindi il suo tempo a comprare vestiti in giro per Parigi. Ma oltre a questa attività, Maureen ha anche la capacità di comunicare con i morti. Parla spesso con il fratello gemello Lewis che non è più al mondo e comincia a sentire una voce che le comunica strani messaggi.
Il regista di “Qualcosa nell’aria – Après Mai” e “Sils Maria” torna con Kristen Stewart protagonista assoluta (a Cannes anche con il nuovo di Woody Allen).

 

La Fille inconnue, di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Jenny non apre la porta ad una ragazza che le chiede aiuto. Poco dopo questa ragazza viene ritrovata senza vita e Jenny, diventata medico da poco, comincia a sentirsi in colpa per non averla soccorsa. Decide quindi di indagare su quella morte e sull’identità della ragazza che nessuno sembra riconoscere.
I due fratelli piu’ famosi del cinema belga dirigono la lanciatissima Adele Haenel (Cesar 2015 come miglior attrice per “The Fighters – Addestramento di vita”) e Olivier Gourmet.

 

Juste la fin du monde, di Xavier Dolan
Il sesto lungometraggio del giovane e prodigo regista di Québec, è un dramma ispirato alla pièce teatrale omonima di Jean-Luc Lagarce, pronto a portare sul grande schermo il ritorno di uno scrittore nel suo paese natale, per annunciare alla famiglia la sua morte imminente.
Dopo 12 anni d’assenza, a rendere più interessanti le dinamiche della riunione di famiglia, tra i soliti litigi e l’amore filtrato da incertezze è solitudini, concorre il cast stellare, a partire dalla dolce e intensa Marion Cotillard, nei panni della Catherine protagonista del film.
A completare il cast di star francesi, la Suzanne di Léa Seydoux, Palma d’Oro 2013 a Cannes per La vita di Adele, Antoine di Vincent Cassel, insieme ad attori da diverse nomination ai César, come la madre della protagonista interpretata da Nathalie Baye che ha già recitato in Laurence Anyways di Dolan e il Louis di Gaspard Ulliel.

 

Paterson, di Jim Jarmusch
Paterson (Adam Driver) conduce una vita piuttosto monotona nella cittadina del New Jersey che porta il suo stesso nome. Da conducente osserva la cittadina nei suoi giri di routine, spia le conversazioni dei passeggeri dell’autobus, si appunta delle brevi poesie, porta a spasso il cane, si prende una birra al bar. A fine giornata torna a casa da sua moglie Laura (Golshifteh Farahani). Al contrario del marito, la vita di Laura è piena di sogni e aspirazioni, ma questa differenza di approcci alla vita non impedisce alla coppia di amarsi profondamente.
Dopo il controverso “Solo gli amanti sopravvivono” speriamo in una bella pellicola per il regista americano presente a Cannes con ben due film.

 

I, Daniel Blake, di Ken Loach
Smentendo le voci che davano “Jimmy’s Hall” come suo ultimo film, il veterano regista britannico presenta queto “I, Daniel Blake” girato nei dintorni di Newcastle con la sceneggiatura di Paul Laverty, fedele collaboratore di Loach
E’ la storia di un falegname cinquantenne che si ammala e ha bisogno di aiuto dallo Stato. Sul suo cammino incrocia una madre single ugualmente costretta da circostanze personali a cercare sostegno dallo Stato, ma le trafile burocratiche finiranno per essere una vera odissea per entrambi. Dave Johns e Hayley Squires interpretano i ruoli dei protagonisti.

 

Bacalaureat, di Cristian Mungiu
Il rumeno Cristian Mungiu aveva gia’ vinto il Prix du scénario e il Prix d’interprétation féminine a Cannes nel 2012 con “Oltre le colline”.
Questo film racconta la vita di una piccola cittadina medico in un piccolo villaggio rumeno, dove tutti sanno l’un l’altro e dove si dovrà indagare principalmente su 4 sospettati.

 


 

Loving, di Jeff Nichols
Loving è ispirato dal documentario “The Loving Story”, realizzato da Nancy Buirski ed e’ incentrato sulla vita di una coppia che si è sposata nel giugno 1958 e venne poi arrestata, imprigionata e esiliata perché la loro unione interraziale veniva considerata illegale. Marito e moglie hanno lottato per nove anni pur di riuscire a ritornare a casa propria ed essere considerati una famiglia.
I protagonisti sono Joel Edgerton e Ruth Negga nel ruolo di Richard e Mildred Loving.
Jeff Nichols e’ reduce da un non esaltante festival di Venezia con il suo precedente film “Midnight Special”.

 

Agassi, di Park Chan-Wook
Il regista coreano Park Chan-Wook è noto principalmente per La Trilogia della Vendetta e per i film Oldboy e Stoker, e torna in concorso al Festival di Cannes con il suo ultimo lavoro intitolato Agassi.
Non parliamo ovviamente del famoso tennis americano, ma di un thriller ambientato in Corea nel 1930, negli anni dell’annessione del Paese al Giappone e della conseguente occupazione da parte dei nipponici. Una giovane cameriera inizia a lavorare presso l’abitazione di una ricca ereditiera. Le due intraprenderanno una relazione ma la cameriera è mossa da interessi economici. Le loro vicende si intrecciano a quelle di un insegnante di pittura.

 

The Last Face, di Sean Penn
9 anni dopo “Into the wild” Sean Penn si cala nuovamente nei panni registici per raccontarci una storia d’amore tra la direttrice di un’organizzazione internazionale di aiuti umanitari e un medico coinvolto nella missione in Liberia. Le implicazioni etiche del loro lavoro, con le quali i due dovranno fare i conti durante la guerra, metteranno a dura prova la loro relazione.
Protagonisti del film sono Charlize Theron (ex compagna dello stesso Sean Penn), Javier Bardem e Adele Exarchopoulos nel ruolo di una giornalista.

 

Elle, di Paul Verhoeven
Paul Verhoeven non e’ proprio un regista da festival (“Atto di forza”, “Basic Instinct”, “”) e quindi la sua presenza desta curiosità e attesa.
Qui arriva con “Elle” basato sul romanzo “Oh…” del francese Phillippe Dijan. Isabelle Huppert interpreta Michèle, una donna apparentemente indistruttibile capo di una compagnia di videogiochi. La sua famiglia e i suoi affetti non sono esattamente tradizionali. Michèle è divorziata e ha una relazione con il marito della sua migliore amica, mentre la fidanzata di suo figlio è incinta di un altro uomo. Ma quando Michèle viene aggredita e violentata nella sua casa da uno sconosciuto, la sua esistenza cambia per sempre. La donna decide di diventare a sua volta una stalker per scoprire l’identità dell’uomo che l’ha aggredita dando il là a un gioco che ben presto la risucchierà in una spirale senza controllo.

 

The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
Quando l’aspirante modella Jesse si trasferisce a Los Angeles, la sua giovinezza e vitalità sono divorate da un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza. Loro useranno tutti i mezzi necessari per ottenere ciò che lei possiede.
Incursione nell’horror del regista di Drive con un cast composto da Elle Fanning, Keanu Reeves, Jena Malone, Christina Hendricks, Abbey Lee, Bella Heathcote, Desmond Harrington e Karl Glusman.

 

The Salesman di Asghar Farhadi
Il film è liberamente ispirato a Morte di un Commesso Viaggiatore di Arthur Miller ed è ambientato in Iran, con protagonista Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti
Dopo la parentesi francese, il regista iraniano torna a racocntare la sua terra, seguendo una coppia, Emad e Rana, forzati ad abbandonare la propria casa, a causa dei lavori pericolosi in corso nell’edificio vicino al loro, per trasferirsi in un nuovo appartamento nel centro di Teheran. Ma un incidente legato al precedente inquilino cambierà la loro vita.

 

Toni Erdmann, di Maren Ade
Un film tedesco che appare esilarante già sulla fredda carta. La regista quarantenne da noi non è molto conosciuta. Ha le radici in Germania, ma è oltreoceano che ha avuto l’exploit, premiata al Sundance festival nel 2005 con il primo lungometraggio. La sinossi ruota su un singolare rapporto padre-figlia: un anziano genitore trova Ines, la figlia ormai adulta troppo concentrata a prendersi sul serio. E interviene.Al festival arriverà con i due attori protagonisti: Peter Simonischek e Sandra Huller.

 

American Honey di Andrea Arnold
Stella (Sasha Lane), è un ragazza in fuga da una famiglia disastrata. Scappa con una banda di giovani che insegue il sogno americano, vendendo porta a porta abbonamenti a riviste di giorno, e partecipando feste che durano tutta la notte. La storia è raccontata attraverso gli occhi del personaggio di Stella, una nuova recluta del gruppo che cade in una relazione con uno dei suoi leader, Jake (Shia LaBeouf). Lei si adatta ben presto allo stile di vita del gruppo tra notti di party scatenati e giorni di lavoro, correndo dietro al sentimento.
Andrea Arnold a Cannes ha vinto nel 2006 il Premio della giuria con il suo esordio nel lungometraggio, Red Road e nel 2009 con il suo secondo film “Fish Tank”.

 

Ma Loute, di Bruno Dumont
Il film è ambientato nel 1910, sulla Côte d’Opale, e vede un ispettore di polizia e il suo assistente indagare su alcune misteriose sparizioni, mentre due ragazzi, Ma Loute Bréfort e la giovane e spregiudicata Billie Van Peteghem, intrecciano una storia d’amore che sconvolgerà le rispettive famiglie, i Bréfort (ruvidi traghettatori locali) che i Van Peteghem (ricchi borghesi degenerati, abituali villeggianti).
Cast di all-star con Fabrice Luchini, Valeria Bruni Tedeschi, Juliette Binoche e Jean-Luc Vincent.
In Italia il film ha gia’ una data di uscita e sarà il 25 agosto all’inizio della nuova stagione.

 


 

Rester Vertical, di Alain Guiraudie
Leo e’ un regista si trova nei pressi delle montagne francesi alla ricerca di lupi per trarre ispirazione per il suo nuovo film. Ma qui incontrerà una bella pastorella con la quale si lascerà andare alla passione. Ma la donna resterà incinta e una volta partorito il frutto del loro amore, deciderà di abbandonare Leo e il bambino. Rimasto solo con un neonato da accudire, Leo dovrà anche pensare alla lavorazione del suo ultimo progetto cinematografico.
Alain Guiraudie e’ diventato famoso qualche anno fa per “Lo sconosciuto del lago” che ha vinto la Queer Palm e il premio per la regia “Un Certain Regard”.

 

Aquarius, di Kleber Mendonca Filho
Una storia fantastica e il grande ritorno di Sonia Braga, stella del cinema carioca, in un ruolo in odore di Palma d’Oro e un caleidoscopio di colori, personaggi, ricordi. Aquarius è il nome dell’edificio, nel quartiere immaginifico di Boa Viagem, in cui vive Clara (Sonia Braga). Clara è una critica musicale che ha superato i sessanta, è vedova e con tre figli adulti, è circondata da libri e registri e vive fra i ricordi con un potere sovrannaturale: può viaggiare nel tempo. Filho è nato come giornalista e critico cinematografico per divenire poi in pochi decenni uno dei registi sperimentatori più apprezzati e premiati, sia internazionalmente che in patria. Bastano le parole scritte da Caetano Veloso in un articolo su O Globo che nel 2013 considera il primo lungometraggio Neighbouring Sound “Uno dei migliori film girati recentemente nel mondo”. Nel cast anche Irandhir Santos, Humberto Carrao, Rubens Santos.

 

Mal de pierres, di Nicole Garcia
Gabrielle è una donna che fa parte della borghesia agricola. Il suo destino, deciso dai genitori, è il matrimonio con José, un lavoratore stagionale che tenta in tutti i modi di renderla felice e trasformarla in una donna rispettabile di fronte alla comunità. Gabrielle però non lo ama e soffre in silenzio la sua condizione. Per tentare di curare i calcoli renali va alle terme dove incontra André Sauvage, un tenente ferito nella guerra in Indocina di cui si innamora. I due decidono di fuggire insieme.
Nel cast Marion Cotillard e Louis Garrel.
Il film e’ tratto abbastanza incredibilmente da un romanzo di un’autrice sarda, Milena Agus.

 

Ma’ Rosa, di Brillante Mendoza
Una storia nera di droga, miseria e violenza con un in rilievo un personaggio femminile, una dark lady del ceto medio. Fra degrado, corruzione e ambiguità ci mostra le vicende di Rosa che a Manila utilizza il proprio negozio di generi di largo consumo come copertura per la vendita sottobanco di sostanze stupefacenti. Fino all’irruzione della Polizia. Il cineasta filippino, premio per la regia a Cannes nel 2009 con “Kinatay”, ambienta il suo dramma nel mondo dello spaccio e del narcotraffico e, alla vigilia della selezione del film in competizione, aveva già molto elogiato l’attrice protagonista Jacklyn Jose per la sua interpretazione nel film.

 

Sieranevada, di Cristi Puiu
“La morte del signor Lazarescu” di Cristi Puiu del 2005 è considerato dagli storici del cinema della contemporaneità l’atto di fondazione del nuovo cinema rumeno e della sua scuola neo-neorealista.
Quest’anno il regista rumeno apre il concorso di Cannes con una pellicola che racconta una riunione di famiglia a Bucarest per commemorare il patriarca defunto. E come in ogni riunione di famiglia, ne succederanno di ogni: rinfacci, rimbrotti, segreti scoperchiati, drammi e melodrammi.

 

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