La versione del Vergani: “La grande bellezza”

Nuovo appuntamento con il nostro usuale viaggio nella storia del cinema guidati dalla passione e dalla competenza di Massimiliano Vergani !!

 

E oggi la nostra macchina del tempo ritorna al 2013 con uno dei pochi film italiani vincitori dell’Oscar !


 

Per questa Versione del Vergani, rispolvero quello che scrissi il giorno in cui uscì La Grande Bellezza, di Paolo Sorrentino. Il film era a Cannes e ancora non aveva vinto l’Oscar.
 
Credo che “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino sia il film italiano più importante degli ultimi vent’anni e quello che copieranno (e copieremo) per i prossimi venti. E’ un film da una grande bellezza visiva, che sconvolge per l’interpretazione magistrale di Toni Servillo (Palma d’Oro?), ma non è un film sull’Italia come molti ci avevano fatto pensare: è un film su di noi.
Ci si è scomodati paragonando il film a “La dolce vita” e a Federico Fellini… E’ vero c’è Fellini nella sequenza dello straordinario inizio, nelle immagini delle suore e dei bambini che seguono Servillo nel suo vagabondare all’alba in una Roma estiva, nella lunghissima ma magnifica sequenza con Giorgio Pasotti, custode delle chiavi delle case della Roma imperiale.
 
Ma c’è anche molto, anzi moltissimo Ettore Scola: mi ha ricordato un suo film forse un po’ sottovalutato, “La terrazza”, un altro film in cui ci si poteva identificare nei personaggi. Qui c’è chi si può identificare in Servillo, pigro e moralista, che ha scritto il libro della vita a 30 anni e ora a 65 si trova a fare i conti con quello che non ha fatto; chi in Verdone, artista incompreso che condivide una camera con universitari pomicioni e quando assapora il successo se ne torna al suo paese; chi nella Ferilli, donna sconfitta dalla vita che spende tutti i soldi che guadagna per curarsi da una malattia; chi in Galatea Ranzi, intellettuale radical chic simil-sinistroide che frequenta i salotti televisivi e dice di essersi fatta il mazzo crescendo i suoi figli con sacrifici (protagonista con Servillo della scena più divertente del film); chi nelle persone che vedono Jep Gambardella e sognano di fare la sua vita.

 

Questa è l’Italia di chi sbatte la testa contro il muro (e non metaforicamente ma fisicamente), di chi si schianta con la macchina perchè non vuole vivere, di chi come lavoro fa sparire le giraffe e si definisce un paraculo, del vicino di casa che è in realtà uno di quelli che tira i fili e decide i destini degli italiani da anni, di chi si è fatto una foto ogni giorno da quando aveva 8 anni e oggi le espone, dei Conti decaduti che fingono di essere un’altra nobile famiglia vergognandosi poi di quello che hanno fatto, di bambine enfant prodige che dipingono arte contemporanea con secchi di vernice, di chi segue una quasi-Santa alla ricerca del significato della vita.
 
Tutti alla disperata ricerca di un posto nel mondo.

 


 

E se volete recuperare le puntate precedenti le trovate a questo link !!

 

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