Il passato che aiuta a riflettere sul presente

Liberamente tratto dal romanzo “Il seminatore” di Mario Cavatore edito da Einaudi, “Lubo” e’ il nuovo atteso film di Giorgio Diritti (tre anno dopo il premiato “Volevo nascondermi“), presentato in concorso all’ultimo Festival del Cinema di Venezia.

 

Lubo Moser è uno jenisch, uno zingaro. E’ giovane, forte e allegro, ama la propria famiglia, sua moglie Mirana e i loro tre bambini. Lubo ama anche la vita che conduce, la libertà di spostarsi con il carro, di suonare la fisarmonica negli spettacoli di piazza. Ma c’è un vento di guerra che soffia dalla Germania degli anni trenta e le frontiere d’Europa sono in fermento, tanto che il governo svizzero dichiara la mobilitazione dei suoi cittadini maschi, tutti, anche gli zingari.
Lubo si ritrova a presidiare i confini, costretto in una divisa e a sottostare ai comandi dei superiori. Ma Lubo sopporta e tiene la testa bassa, prima o poi, anche quella prigionia finirà e lui potrà finalmente tornare alla sua vita.
Una notte di tempesta il fratello viene a cercarlo. Porta cattive notizie. La polizia è arrivata al campo e ha preso i suoi tre bambini. Mirana, che ha cercato di opporsi, è stata uccisa. Ma com’era potuto accadere? Perché?
Perché la Svizzera considera il nomadismo una piaga sociale, e, per sradicarlo, si prende i bambini degli jenisch.
Così, senza bambini, gli jenisch saranno senza futuro. La mente è un’istituzione umanitaria statale, la Pro Juventute, il braccio l’Opera Bambini di Strada: tutto è perfettamente legale e non ci si può opporre alla legge.
Lubo si sente morire. E qualcosa di lui muore davvero, in quella notte di vento e neve: sarà un nuovo Lubo, duro e impenetrabile, a mettere a punto un progetto con risvolti inaspettati per vendicare la sua famiglia e la sua gente… e ci porterà a ripensare il senso di giustizia, nei labili confini tra il bene ed male.

 

Tutti bravi a partire da Franz Rogowski e poi Christophe Sermet, Noémi Besedes, Joel Basman e Valentina Bellè.


 

Chi meglio della nostra inviata speciale Bianca Maria Sezzatini ci puo’ raccontare questo film ?
 
Giovedì 9 novembre 2023, presentato da Indiana Production, Arancia Film e Rai Cinema, distribuito da 01 Distribution, esce nelle sale italiane il tanto atteso “LUBO” del regista Giorgio Diritti con Franz Rogowski, Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noémi Besedes, Cecilia Steiner.
Tratto da vicende realmente accadute è l’ultimo dei film italiani presentati in concorso alla mostra di Venezia.
 
Ambientato tra il 1940 e il 1950 è la storia di una famiglia di nomadi di etnia Jenish, tutti musicisti e cantanti, in una nazione neutrale, la Svizzera in cui vivono ma, soprattutto, il film è incentrato sulla vita del nomade “LUBO MOSER” (Franz Rogowski) un uomo che, sotto la minaccia di una invasione dell’Europa da parte dei nazisti, è costretto ad arruolarsi.
Qui viene a sapere della morte di sua moglie mentre si opponeva alla sottrazione dei loro tre figlioletti da parte delle autorità che intendevano farli crescere in collegi speciali ma che, nella realtà, aveva come obiettivo quello di eliminare i nomadi. Un evento che Lubo non supererà mai e che, nel film, nel seguire le sue peripezie, assume un sapore di vendetta.
 
Lubo è un film su ingiustizia e razzismo con cui il regista Giorgio Diritti intende far riflettere il pubblico sugli eventi del passato e su quelli che stiamo vivendo.
Lubo. Un film da non mancare!

 

Non vedete l’ora di gustarvi il trailer ? Eccolo !!

 


 

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