Siccità come aridità delle relazioni

Fuori concorso all’ultimo festival di Venezia arriva nelle sale “Siccità” il nuovo atteso nuovo film di Paolo Virzi’ (quattro anni dopo “Notti magiche“).

 

Da troppo tempo non piove a Roma e come le piante, uomini e donne si sono inariditi. Antonio, in prigione per aver ucciso la sua compagna, non contempla più la libertà, Loris, chauffeur impiegato un tempo nella pubblica amministrazione, parla coi suoi cari fantasmi, Alfredo, attore in panne, è ossessionato dai social, Mila, sua moglie, risolleva l’economia familiare lavorando in un supermercato, Sara, dottoressa a tempo pieno, individua un nuovo ‘male’, Luca, avvocato marito di Sara, è in crisi con la moglie e si consola con Mila, Giulia, infermiera alla prima gravidanza, aspetta da sempre il ritorno del padre, Raffaella, consorte tradita, cerca da sempre il consenso del padre… i loro destini si incrociano nella capitale che aspetta la pioggia e guarda avanti. Per migliorarsi o forse per lasciare tutto com’era.

 

Grande cast con con Claudia Pandolfi, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Tommaso Ragno, Vinicio Marchioni, Sara Serraiocco e Monica Bellucci.


 

Sentiamo le parole del regista livornese su questo suo ultimo lavoro:
 
“Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte, ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente.
Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno
all’altro in un intreccio più grande.
 
Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”.
Una visione che può sembrare un’allegoria catastrofica, dove anche l’ironia è nerissima, ma attraversata da un sentimento di tenerezza e compassione, da lampi di batticuore e speranza di salvezza.
 
La canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro al cuore”, ascoltata dal violoncellista Filippo nella solitudine di un lutto e che commenta musicalmente la passerella finale del cast, risuona come una preghiera in questo paesaggio di solitudini e di relazioni meschine, provando a dar voce all’insopprimibile desiderio collettivo di consolazione e di amore.”

 

Ecco il trailer ufficiale di questa attesa pellicola !!

 


 

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