Non si sceglie di intraprendere un percorso, si nasce

Emanuele Crialese (“Terraferma”, “Respiro”) dopo anni di silenzio e’ passato di nuovo in concorso a Venezia con “L’immensita’” (nessun premio alla fine), un film che si avvicina più a aspetti autobiografici del regista senza abbandonare tematiche universali.

 

Roma, anni 70: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi.
A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori.
Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura.
Mentre i bambini aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia.

 

Penélope Cruz guida un bel cast con Vincenzo Amato, Filippo Pucillo, Rita De Donato e Aurora Quattrocchi.


 

Sentiamo cosa ha detto il regista siculo-romano nella conferenza stampa del Festival:
 
“È sicuramente un lavoro sulla memoria, sull’autobiografia. Il personaggio di Adriana è nessuno, ci sono io accanto a Penélope! Ho cercato di trovare una chiave che potesse non essere autoreferenziale, ho cercato come in ogni film di esplorare chiavi universali come la migrazione o la transizione come movimento che facciamo da uno stato a un altro. Ci sono temi a me molto cari che ho ripreso in chiave più autobiografica.
 
Quando ho scelto la giovane Luana quattro anni fa come protagonista ho visto in lei molto dello sguardo che avevo da bambino, guardando Luana mi sono spesso perso, si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima, nei suoi occhi c’è tanta anima e io avevo bisogno di tirarla fuori.
 
Il mio percorso è stato molto diverso da quello che potrebbe vivere un ragazzo oggigiorno. La svolta è stata trasformare quel dolore, ricrearmi delle storie, usando anche i miei familiari. Non si sceglie di intraprendere un percorso, si nasce. Si arriva così. Il percorso artistico è stata la mia prima vera libertà.”

 

Finiamo come sempre con il trailer ufficiale.

 


 

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