Tra incudine e martello

Un altro mondo” (in originale “Un autre monde”) e’ la conclusione della triologia di Stéphane Brizé sul lavoro dopo i bellissimi “La legge del mercato” e “In guerra“.
 
In concorso all’ultimo Festival di Venezia non ha vinto purtroppo nessun premio, ma vi consigliamo di non perderlo perche’ e’ davvero un grande ed intenso film.


 

Philippe Lemesle dirige nella provincia francese un’azienda di elettrodomestici appartenente a un gruppo internazionale.
Per far fronte alla concorrenza, all’ennesima crisi e alle esigenze dei suoi superiori, che vorrebbero sul tavolo un piano di licenziamento impossibile da attuare, manda a rotoli la sua vita.
La moglie, trascurata, vuole il divorzio, il figlio, ossessivo compulsivo, ha bisogno di cure psichiatriche. Tirato da ogni parte, Philippe non sa più come soddisfare gli affetti e assolvere i doveri.
Tra incudine e martello, dovrà decidere se eseguire il piano di mobilità o trovare una maniera di aggirare l’obbligo. Dovrà decidere se adeguarsi o fare la differenza.

 

Nel cast i bravissimi Vincent Lindon e Sandrine Kiberlain con anche Anthony Bajon e Marie Drucker.

 

Sentiamo le parole del regista francese che ci racconta questo sua ultima opera:
 
Il film descrive la perdita di significato della vita di un dirigente di azienda che, nello stesso periodo in cui il suo matrimonio sta affondando, fatica sempre più a trovare coerenza in un sistema che serve da anni.
Un sistema nel quale è divenuto estremamente complicato per lui eseguire gli ordini che riceve dall’alto. Molti dirigenti hanno raccontato a me e a Olivier Gorce, il mio co-sceneggiatore, della loro vita personale e professionale a cui sono sempre meno in grado di dare un senso perché non viene più chiesto loro di pensare ma semplicemente di eseguire.
Abbiamo voluto dare conto delle conseguenze dell’operato di coloro che sono considerati il braccio armato delle società in cui operano mentre, in realtà, non sono che individui presi tra l’incudine e il martello.
 
Nessuno avrebbe potuto immaginare l’inusitata crisi sanitaria che stiamo attraversando oggi. Ma se può essere vista come una fonte di caos quasi senza precedenti, può anche essere letta come un’opportunità per metterci in discussione. Trasformare il limite in vantaggio per non restare solamente i perdenti della Storia. È come quando i nostri corpi o la nostra psiche collassano per costringere la macchina a fermarsi, indicando che abbiamo dimenticato di mettere in discussione qualcosa di essenziale ma intangibile, un punto cieco nella nostra vita.
È una metafora su scala individuale del nostro caos mondiale; i profondi sconvolgimenti vissuti dal protagonista lo costringeranno a mettere in discussione le sue azioni, le sue responsabilità e il suo posto all’interno dell’azienda e della sua famiglia.

 

Un film è un soggetto, una storia e dei personaggi, ma per me è anche un documentario su uno o più attori. Non credo assolutamente alla nozione di personaggio. Il personaggio è prima una costruzione dello sceneggiatore e poi dello spettatore. In quanto regista, sul set, mi occupo solo della materia viva che ho di fronte. A volte faccio film con la rabbia di Vincent, con i suoi dubbi, la sua tenerezza; qui ho la sua fatica e la sua angoscia. Non invento niente con un attore, mi occupo solo di ciò che mi permette di avere. Il talento dell’attore è la sua capacità di essere disponibile. Vincent si rende immensamente disponibile ad investire in spazi e storie che immagino ogni volta in modo diverso.

 

Terminiamo con il bel trailer ufficiale !!

 


 

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