Come un Robin Hood dei tempi moderni

Purtroppo Roger Michell dopo una lunga carriera di successi (“Notting Hill”, il sottovalutato “L’amore fatale”, “A Royal Weekend”) ci ha lasciati lo scorso settembre e “Il ritratto del duca” (“The Duke”) e’, oltre ad essere appunto la sua ultima opera, il riassunto del suo cinema arguto, romantico e sempre con grandi interpretazioni.

 

Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista sessantenne, rubò il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Goya, dalla National Gallery di Londra.
Fu il primo (e rimane tuttora l’unico) furto nella storia della Gallery. Kempton inviò una richiesta di riscatto scrivendo che avrebbe restituito il dipinto a una condizione: se il governo inglese avesse stanziato più fondi per la cura dei più anziani. In passato, Kempton aveva già intrapreso una lunga campagna allo scopo di far ricevere il segnale televisivo gratuitamente ai pensionati.
Cosa successe in seguito divenne leggendario. L’intera storia emerse solo cinquant’anni anni dopo. Kempton aveva tessuto una rete di bugie. L’unica verità era che si trattava di un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio.
Come e perché utilizzò “il Duca” per raggiungere il suo obiettivo, è una bellissima ed edificante storia.

 

Ottimo cast con Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode e Craig Conway.


 

Sentiamo il parere di Ugo Besson che ha visto in anteprima questo film:
 
“Il vostro inviato è andato all’anteprima stampa del film “Il ritratto del duca” (The Duke), di Roger Michell (regista di Notting Hill), con Jim Broadbent e Helen Mirren, che uscirà nelle sale il 3 marzo.
Il film è tratto da una storia vera, anche se sembra incredibile. Siamo in Inghilterra, nel 1961, Kempton Bunton, 60 anni, vive a Newcastle con la moglie e i figli e ha rubato dalla National Gallery di Londra il Ritratto del Duca di Wellington, un dipinto di grande valore di Francisco Goya, che nasconde in un armadio.
Mentre la polizia dichiara che il furto è sicuramente l’opera “di una banda internazionale di professionisti del crimine”, “senz’altro un commando ben addestrato”, il nostro eroe si chiede cosa fare del prezioso quadro e i colpi di scena non mancheranno.
Tutto ruota attorno al protagonista, un personaggio eccentrico, che trascina simpatia, un pasticcione originale, che fa disperare la moglie (Helen Mirren) per le sue stramberie.
Mentre inventa nuove battaglie contro le ingiustizie e le prepotenze del potere, espone con ironia e leggerezza la sua filosofia sociale a difesa dei deboli, “sono come un Robin Hood”, pronuncia con un sorriso. È un combattente tranquillo per cause perse o disperate, un don Chisciotte, che vorrebbe fare “il bene di tutta l’umanità”, e “rendere il mondo un posto migliore”, e intanto si batte per non far pagare il canone tv alle persone anziane.
 
Lo svolgimento è vivace e piacevole, l’ambientazione dell’epoca è molto curata, nei colori e nei dettagli. Sono esilaranti alcune scene in tribunale, dove si scatena la personalità bizzarra del protagonista, che controbatte alle domande degli avvocati con comica leggerezza, non si sa se frutto di autentica ingenuità o abile finzione. “Lei dice che a Londra ha alloggiato vicino ad un negozio di secchi. Qual è esattamente l’indirizzo?”. “Perché vuole saperlo, ha bisogno di un secchio?”
La famiglia di Kempton Bunton è parte molto importante della vicenda, alcuni personaggi e situazioni sono un po’ prevedibili e tipizzati, c’è il figlio scapestrato e quello bravo e affettuoso, ma le schermaglie con la moglie costruiscono un duetto molto riuscito, con la brava Helen Mirren, e poi c’è il lutto non elaborato per la morte prematura della figlia, anzi la cui elaborazione attraversa tutto il film come sottofondo e motivazione di molti comportamenti.
 
Un po’ una bella favola di buoni sentimenti ma fondata su fatti reali, condotta con garbo e buon ritmo e ben recitata dal bravissimo protagonista.”

 

E che ne dite di vederci il divertente trailer ufficiale ?

 


 

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