Un film indimenticabilmente tenero e commovente

Diretto dall’acclamato regista di “Still Life“, Uberto Pasolini, “Nowhere Special” e’ l’emozionante e commovente relazione tra un padre e un figlio che, presentato a Venezia, ha conquistato il cuore di pubblico e critica.
 
Ispirato a una storia vera, ha come protagonista James Norton che interpreta un uomo e padre alla ricerca di una famiglia perfetta per il figlio di quattro anni. Preparate i fazzoletti perche’ e’ un film al quale non si puo’ rimanere indifferenti.
 
Un film che vedremo nella terza uscita (il 22 dicembre) di Amicinema !!

 

John è un trentaquattrenne gentile e silenzioso, che di mestiere fa il lavavetri, in giro per Belfast. La sua esistenza terrena è condannata ad esaurirsi a brevissimo termine, per colpa di un male incurabile.
Nel poco tempo che gli rimane, John deve fare la cosa più importante della sua vita: trovare una famiglia per il suo bambino di quattro anni, Michael, visto che la madre li ha lasciati entrambi poco dopo la sua nascita.
Mentre visitano le coppie disponibili e selezionate per l’adozione, John e Michael passano insieme la loro giornata, trasformando ogni gesto quotidiano in una memoria preziosa.

 

Tra i bravissimi interpreti troviamo appunto James Norton, Daniel Lamont, Eileen O’Higgins e Valerie O’Connor.


 

Sentiamo la bella recensione di Anna Baisi che ha visto in anteprima questo film:
 
Un padre single trentaquattrenne ammalato terminale decide di cercare una nuova famiglia per il figlio di quattro anni che lo accudisca dopo la sua morte: questa in estrema sintesi la trama di “Nowhere Special” film scritto, diretto e prodotto da Uberto Pasolini.
Ispirato al regista da un articolo letto su un quotidiano la storia di John, umile lavavetri, interpretato da un superbo James Norton e di suo figlio Michael, un memorabile e delizioso bambino Daniel Lamont, poteva scadere nel più becero pietismo, nei più triti cliché o nel sentimentalismo invece rimane radicato nella sua umanità e realismo e quando l’aspetto emotivo prevale, e ciò accade in numerosi momenti del film, non è esagerato anzi delicato e tanto più efficace per questo.
 
La madre di Michael è ritornata al suo paese d’origine poco dopo la sua nascita lasciando il padre e il figlio da soli ma in realtà non sono soli perché c’è un profondo calore nella loro relazione padre – figlio e una sintonia rara.
Lamont dona a Michael un potere silenzioso da bambino taciturno ma i cui occhi attenti scrutano e percepiscono acutamente quello che gli accade intorno.
Il film non può che essere triste ma i gesti quotidiani di padre e bambino, il loro tenersi per mano con semplicità e tenerezza scaldano il cuore insieme ad alcuni piccoli eventi quotidiani che vi rimarranno impressi su tutti una candelina rossa e una scatola piena di oggetti significativi.
Norton è carismatico e generoso nei panni di John che pensa poco alla sua morte prossima ma solo al futuro del bambino così sono necessarie le numerose presentazioni ai possibili genitori adottivi, alcuni accettabili uno ai confini della realtà, sotto la supervisione dell’assistente sociale Shona (Eileen O’Higgins), gentile ed empatica.
 
Certo siamo consapevoli come lui che dopo la sua la morte la vita andrà avanti per tutti, incluso Michael, però si sta affrontando la triste inevitabilità della morte e il modo in cui a qualsiasi età la si deve affrontare.
La scelta di John di una nuova famiglia per il suo unico figlio è difficile, a dir poco, ma è anche una scelta che deve essere fatta in tempi relativamente brevi considerando la sua malattia terminale e quando la sua decisione alla fine viene presa, anche se non vediamo la morte di John, sappiamo che è in arrivo un finale salvifico, chiaramente solo in parte, per Michael ma purtroppo anche inesorabilmente luttuoso: un legame che si spezzerà per sempre.
La comprensione di Michael della situazione credo sia più chiara di quanto John potrebbe credere e questa sua maturità infantile aggiunge una straziante umanità, una tristezza che ti entra nel profondo.
 
Pasolini evita di ritrarre le diagnosi, le cure oncologiche e il declino fisico di John anche se lo si avverte dal viso segnato e provato perché il suo obbiettivo è quello di descrivere il percorso emotivo dei due protagonisti con incomparabile poesia.
Già con Still Life Pasolini aveva dato prova di rara sensibilità nell’affrontare il tema della morte e direi che forse sarebbe meglio ricordarlo per questi suoi film piuttosto che per l’universale successo di The Full Monty – nel ruolo di produttore – peraltro meritatissimo.
 
A dispetto del titolo, Nowhere Special, è tutt’altro che ordinario, ed è un film indimenticabilmente tenero e commovente.
Meglio preparare i kleenex…

 

Gran finale con l’emozionante trailer ufficiale !!!

 


 

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