Il destino che mischia i piani

E’ uno dei film piu’ attesi della stagione e il passaggio al Festival di Cannes (dove e’ rimasto senza premi) ha aumentato ancora le divisioni tra Morettiani e non-Morettiani.
 
A noi importa pero’ solo che “Tre piani” dopo i rinvii per la pandemia possa arrivare nelle sale e goderci questo nuovo film diretto da Nanni Moretti e tratto dal romanzo di Eshkol Nevo.

 

Tre piani, tre famiglie e la trama del quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre le ferite, consuma il dramma.
Al piano terra di un immobile romano vivono Lucio e Sara, carriere avviate, spinning estremo e una figlia che parcheggiano dai vicini, Giovanna e Renato.
Al secondo c’è Monica, che ha sposato Giorgio, sempre altrove, ha partorito Beatrice senza padre e ‘ha’ un corvo nero sul tavolo. All’ultimo dimorano da trent’anni Dora e Vittorio, giudici inflessibili che hanno cresciuto Andrea al banco degli imputati.
Un incidente nella notte travolge un passante e schianta il muro dello stabile, rovesciando i destini e mischiando i piani.

 

Con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi e Tommaso Ragno.


 

Sentiamo il commento di Rossella Casapollo che ha visto in anteprima il film:

 

Il film che, presentato a Cannes la scorsa estate ha riscosso grandi applausi ma ha anche fatto discutere, ci propone un Moretti meno pungente, ma sicuramente più severo che fa non sconti a nessuno né ai personaggi né alle storie.
Liberamente tratto dal romanzo di Eshkol Nevo, il film sviscera le storie di tre famiglie borghesi che vivono nel medesimo condominio.
Uno sconcertante incidente mortale è la vicenda che scatena il cambiamento nelle vite dei personaggi, i quali già dalla prima scena sono caratterizzati da una sorta di immobilismo, chiusi nelle loro problematiche ed incapaci di correlarsi.
Tre piani, tre stati dell’essere : Lucio (Riccardo Scamarcio) è l’Es, con le paure, le ossessioni e le pulsioni, incapace di allargare le proprie visioni, si distrugge l’esistenza nel dubbio che la figlia sia stata vittima di atto di pedofilia; Monica (Alba Rohrwacher) è l’Io in solitudine, in bilico tra realtà e fantasie, con un marito sempre in trasferta, lei viene travolta dall’incubo di seguire le orme della madre ed infine Dora (Margherita Buy) e Vittorio (Nanni Moretti) la coppia di giudici a rappresentare il Super Io, lui giudice per lavoro e nella vita con le sue intransigenze costringe la moglie a seguire la medesima linea e falliscono nel rapporto con il figlio.
Il film percorre tappe quinquennali della vita dei personaggi dove essi precipitano sempre più nei propri errori e nelle proprie angosce e solo al termine Moretti ci lascia intravedere una piccola luce di speranza.
Un film psicologico, complesso ed articolato e, anche se non è il Moretti che ci aspettavamo è comunque il “solito” Moretti. Da vedere.”

 

Ecco le note di regia che Nanni Moretti ha voluto diffondere assieme a questo suo nuovo film:
 
“Il film “Tre piani”, come il libro di Eshkol Nevo da cui è tratto, racconta le storie di tre famiglie che vivono nello stesso palazzo. Affronta temi universali come la colpa, le conseguenze delle nostre scelte, la giustizia, la responsabilità dell’essere genitori. I personaggi, fragili e spaventati, sono mossi da paure e ossessioni, e spesso finiscono per compiere azioni estreme. Eppure le loro motivazioni emotive e sentimentali sono sempre comprensibili.
Mentre nel libro le storie si interrompono nel momento più alto della crisi, nel film era importante farle accadere fino in fondo, indagare le conseguenze delle scelte compiute dai personaggi, vedere le ripercussioni che le loro azioni hanno sulla loro vita e su quella dei loro cari.
Ogni storia è stata sviluppata come fosse un film a sé, per poi essere intrecciata alle altre. Il continuo alternarsi da un personaggio all’altro non concede alla narrazione sospensioni o scene di passaggio, ogni scena diventa necessaria.
 
La profondità delle tematiche affrontate nel libro mi ha suggerito uno stile essenziale e un tono asciutto, che non permettono distrazioni o divagazioni.
 
In un momento in cui si parla molto di cosa lasceremo ai nostri figli in termini ecologici, si parla poco di cosa lasceremo loro in termini etici e morali. Ogni gesto che noi compiamo anche nell’intimità delle nostre case ha conseguenze che si ripercuoteranno sulle generazioni future. Di questo ognuno di noi deve essere consapevole e responsabile: le nostre azioni sono quello che noi lasciamo in eredità a chi viene dopo di noi.
Questa storia racconta la nostra tendenza a condurre vite isolate, ad alienarci da una comunità che non solo non vediamo più, ma di cui pensiamo anche di poter fare a meno. Eppure le vicende di questi personaggi ci mostrano quanto tutti noi siamo coinvolti nello sforzo comune di sentirci parte di una collettività.
 
Il film è un invito ad aprirsi al mondo esterno che riempie le nostre strade, fuori dalle nostre case. Ora sta a noi non rinchiuderci nuovamente nei nostri tre piani.”

 

Finale con il trailer ufficiale !!

 


 

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