Dal Vostro Inviato a Venezia: Inizia il Concorso

Splende un magnifico sole oggi al Lido e l’atmosfera non è molto diversa dall’epoca pre Covid: file per entrare nelle sale, fila per pagare un caffè al bar o mangiare un tramezzino, fila per andare in bagno. Mancano le ragazzine arrampicate sulle scalette davanti al red carpet, anche se qualche assembramento si forma nonostante tutto, perché dai varchi di entrata il Palazzo del Cinema è comunque visibile (come mostra la foto a sinistra, scattata con le nuvole di ieri sera).

Il Vostro Inviato ha visto uno dei due film in concorso oggi: Les Amants di Nicole Garcia. Le aspettative erano alte, ma sono rimaste per lo più deluse. Certo bellissima e bravissima Stacy Martin, splendidi interni di letti da Parigi a Ginevra, passando per Mauritius (ma qualcuno dovrebbe spiegare al sottotitolatore che non sono in Oceania), bel ritmo nel racconto. Ma nel film non c’è altro. I personaggi sono scontati, quasi dei clichè, molto lontani dai classici del cinema francese. Anche il finale è decisamente forzato. E Benoit Magimel, senza fascino e imbolsito, forse per esigenze di copione, è comunque una delusione… Insomma un film utile solo a esibire la Martin e che potrebbe valerle la Coppa Volpi come migliore attrice.


Molto meglio invece i due film passati nella Sezione Orizzonti. Il primo iraniano The Wasteland di Ahmed Bahrami e il secondo indiano Milestone di Ivan Ayr. Hanno in comune il tema del lavoro operaio. L’iraniano è ambientato in una fabbrica di mattoni che chiuderà per mancanza di ordini. E’ intenzionalmente un film che vuole essere universale, fuori dal tempo di un’epoca specifica. E’ in bianco e nero e procede con i ritmi della fabbrica e dei suoi lavoratori, uomini e donne,che abitano lì. Non è un film facile, soprattutto alle due del pomeriggio. Ma riesce a coinvolgere grazie alla bravura dell’attore protagonista (a destra del regista nella foto) un operaio tuttofare che nel villaggio/fabbrica era nato.

Il film indiano ( il protagonista saluta il pubblico nella foto sotto) invece racconta la vita di un camionista, le sue vicende lavorative e private, lo sfruttamento, la precarietà, ma anche la dedizione e la definizione di sé che il lavoro consente. Un film profondamente umanista, come anche l’iraniano. Anche in questa prima giornata di concorso le cinematografie emergenti risultano più interessanti del mainstream (ma il Vostro Inviato, causa Boxol,  vedrà solo domani il secondo film del concorso di oggi, il bosniaco Quo Vadis)

Osservazione che si conferma con l’ultimo film della giornata, il noir coreano Night in Paradise di Haan-Jung Park, Classico del genere, costruisce personaggi interessanti e dialoghi non banali che lo salvano dal clichè.  Troppo splatter però le scene di violenza per il Vostro Inviato che non ha mai capito il fascino dei manichini sanguinolenti à la Tarantino.

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