Dal Vostro Inviato a Venezia – La pittura al cinema

Partenza anticipata per il Lido oggi per il Vostro Inviato, che vuole recuperare Tel Aviv on fire, un film israeliano presentato ieri nella Sezione Orizzonti, durante l’inutile attesa per vedere Minervini. Il regista Sameh Zoabi è nato in Palestina, laureato a Tel Aviv e ha un master in Regia dalla Columbia University di New York. Tanta “scienza cinematografica” è evidente in questa splendida commedia, ambientata tra Gerusalemme e Ramallah. Il protagonista vive in Israele, ma è palestinese e lavora a Ramallah in una fiction, seguitissima anche in Israele. Prendendo spunto da una idea simile a quella di “Pallottole su Broadway” di Woody Allen, il regista sviluppa una trama molto divertente, riuscendo a mostrare sia il lato palestinese che quello israeliano della storia. Il film è parlato sia in arabo che in ebraico. Sarebbe bello fosse distribuito in Italia in lingua originale o almeno con una sola delle due lingue tradotta.

Uscito dal Pala Biennale per fortuna c’è tempo per un panino prima del primo film in concorso della giornata, il molto atteso Tramonto (Napszalita) di Laszlò Nemes, il regista ungherese del molto acclamato Il figlio di Saul, che il Vostro Inviato confessa di non aver visto proprio perchè troppo acclamato. Ambientato a Budapest negli anni ’10 del novecento racconta la fine dell’Impero vista dagli occhi della giovane Irisz, arrivata a Budapest da Trieste (ma sarà vero?) per lavorare come modista nella cappelleria dei genitori, ora passata nella mani del Sig. Brill. Nel film c’è di tutto, azioni terroristiche, celebrazioni decadenti, visite del principe austriaco, riunioni segrete per soli uomini. L’intento è quello di raccontare la vitalità nella decadenza, con Irisz testimone frenetica di ogni cosa, ma incapace d’azione e perennemente indecisa da che parte stare. Visivamente molto bello, ogni scena è un quadro impressionista, è però anche profondamente irritante. Perchè la macchina da presa mette a fuoco i primissimi piani e il controcampo è quasi sempre sfuocato e illegibile. E perchè narrativamente non funziona, le azioni di Irisz, così come il suo viso, sono totalmente indecifrabili, se non come specchio di un’epoca indecisa tra i fasti ormai decadenti del passato e un futuro di violenza e distruzione. Uscito provato dalla lunghezza del film ungherese, il Vostro Inviato si rifocilla con uno spritz al Lions. Ultimo film della giornata è At Ethernity’s Gate di Julian Schnabel, che si presenta in sala indossando un pigiama viola. Protagonista Willem Dafoe, bravissimo, nei panni di Van Gogh. Certo dopo Loving Vincent è difficile dire qualcosa di nuovo sulla storia di Van Gogh. Schnabel da pittore qual’è si concentra sulle immagini, la ricerca della bellezza e soprattutto dell’eternità della bellezza. In un bellissimo colloquio con un prete, interpretato da Mads Mikkelsen (ultimo a destra nella foto), Van Gogh si paragona a Gesù Cristo, sconosciuto e maltrattato in vita, ma consegnato poi all’eternità.

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