Tredici estranei bloccati su un treno, un omicidio e… Hercule Poirot

La grandezza (e magari anche l’immortalità) di un grande libro e’ sicuramente il suo essere sempre alla pari con la sensibilità dei diversi momenti storici e del gusto delle persone.

 

Da questo punto di vista “Assassinio sull’Orient Express” rientra sicuramente in questa categoria, essendo stato scritto nel 1934 e essendo stato oggetto di ben tre versioni cinematografiche (1974, 2001, 2010), quattro con questo film che e’ uscito ieri nelle sale milanesi ad opera di un altro britannico come Kenneth Branagh.

 

Quello che è iniziato come un viaggio di lusso in treno attraverso l’Europa diventa improvvisamente uno dei più eleganti, ricchi di tensione ed emozionanti misteri mai narrati. Tredici estranei bloccati su un treno e ciascuno di loro è un sospettato. Un uomo, ovviamente il baffuto Hercule Poirot, dovrà combattere contro il tempo per risolvere l’enigma prima che l’assassino colpisca ancora.


 

Il cast e’ stato scelto solo con attori famosi e bravi come Tom Bateman, Kenneth Branagh, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer, Daisy Ridley, Marwan Kenzari, Olivia Colman, Lucy Boynton, Manuel Garcia-Rulfo e Sergei Polunin.

 

Kenneth Branagh ha raccontato qualche settimana fa cosa lo ha spinto ad accettare questa produzione:
 
“Agatha Christie è maestra nell’approfondire (con parsimonia) l’osservazione dei personaggi, rendendoli distintivi e vivaci, ma anche autentici. Nel romanzo, oltre allo stile letterario ricercato, spiccano la raffinatezza e lo splendore dell’Orient Express. E la neve. E l’eleganza e il romanticismo degli anni d’oro dei viaggi in treno. E in più abbiamo un omicidio.
La Fox sa che adoro i thriller e mi ha proposto il più classico dei romanzi gialli. Forse sapevano anche che mi piacciono i treni. Sicuramente il titolo mi è sempre piaciuto: ‘Assassinio sull’Orient Express’. Ha un che di seducente e ti porta indietro nel tempo all’epoca d’oro dei viaggi. È incentrato sui personaggi, che sono molti, confinati in uno spazio ristretto e in condizioni di forte stress. Hanno caratteri interessanti ed eterogenei e interagiscono su argomenti al tempo stesso profondi e pericolosi.
Ho letto la sceneggiatura di Michael Green e mi ha conquistato.
Nella sceneggiatura c’è una sorta di compassione e una delle cose che mi hanno sorpreso ed emozionato maggiormente è che si tratta di un’esperienza più emotiva di quanto il pubblico possa immaginare, perché va molto in profondità ed esplora il lutto, la perdita e la vendetta con raffinatezza e sentimento”.

 

Branagh in questo film interpreta il personaggio principale e si e’ preparato molto approfonditamente iniziando dalla lettura di tutti i romanzi che lo hanno per protagonista. Un anno prima dell’inizio delle riprese, l’attore si è regalato per il compleanno una prima edizione in brossura di “Poirot a Styles Court”.
Le misure per gli abiti dell’investigatore sono state prese nove mesi prima dell’inizio delle riprese. Il compito che ha richiesto il maggiore dispendio di tempo è stato definire l’esatto spessore e l’angolazione del nodo della cravatta, da replicare alla perfezione ogni volta che veniva indossata. Per completare l’attività, ci sono voluti tre mesi di sperimentazioni con tessuti e amido, oltre a molta pazienza.
Sono state prese le misure anche per far realizzare a mano le scarpe, da utilizzare nell’arco di tre mesi. L’attore ha poi raccolto tutte le descrizioni dei baffi di Poirot scritte da Agatha Christie, grazie anche all’aiuto degli eredi della scrittrice.
Dopo di ciò, sono iniziati i nove mesi dedicati alla ricerca e sviluppo di questo indispensabile tratto caratteristico di Poirot, per realizzare un accessorio all’altezza della descrizione dell’autrice: “I baffi più spettacolari di tutta l’Inghilterra”.
Branagh ha anche rivisitato le opere di celebri artisti belgi, tra cui il pittore surrealista Magritte e Hergé, l’autore di TinTin.
Ha studiato il modo di parlare inglese dei belgi, ascoltando le registrazioni effettuate da 27 uomini dell’età di Poirot, con accenti belgi differenti, che parlano in inglese, e ha incontrato un ‘dialect coach’ tre volte a settimana per studiare e fare pratica con l’accento di Poirot !!

 

E allora in attesa di vederlo magari nel weekend in sala ecco il trailer ufficiale !!

 


 

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