Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verita

E’ passato alla Festa del Cinema di Roma ad ottobre e adesso arriva in sala dal 17 novembre con Cinema di Valerio De Paolis.

 

Parliamo dell’appassionante “La verita’ negata” (Denial).

 

Basato sul famoso libro “Denial: Holocaust History on Trial” di Deborah E. Lipstadt, il film racconta della battaglia legale intrapresa dall’autrice, interpretata da Rachel Weisz, contro il negazionista David Irving (Timothy Spall) che negava l’Olocausto e che citò la scrittrice in giudizio per diffamazione. Il sistema legale britannico prevede in questi casi che l’onere della prova spetti all’imputato; toccò quindi a Lipstadt e al suo gruppo di avvocati guidato da Richard Rampton (Tom Wilkinson) provare una verità fondamentale, ovvero che l’Olocausto, uno degli eventi più gravi e significativi del XIX secolo, era tutt’altro che un’invenzione.


 

Questa pellicola e’ diretta da Mick Jackson (“Temple Grandin – Una donna straordinaria”) e adattato per lo schermo da David Hare (“The Reader – A voce alta”)

 

Per Amicinema all’anteprima milanese c’era Anna Baisi alla quale lasciamo la parola:
“Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente. (Bertolt Brecht)
La professoressa Deborah Lipstadt docente di storia moderna ebraica e di studi sull’Olocausto presso l’Emory University di Atlanta alla fine degli anni novanta venne citata in giudizio dal saggista (non mi sento di definirlo storico) britannico David Irving per diffamazione a causa delle affermazioni della Lipstadt che nel suo scritto “Denial: Holocaust History on Trial” lo definiva negazionista dell’Olocausto, antisemita e razzista.
Dal libro “History on Trial: My Day in Court with a Holocaust Denier” che riporta lo svolgimento del processo che ne seguì è stato tratto il film “La Verità Negata” (“Denial”), dramma giudiziario del regista Mick Jackson.
Infatti la Lipstadt nonché la casa editrice Penguin UK dovettero difendersi e provare che l’Olocausto era davvero un fatto realmente accaduto e che lo sterminio nelle camere a gas ad Auschwitz era verità e questo perché la legge britannica prevedeva, nei casi di processo per diffamazione, che l’onere della prova fosse a carico del convenuto anziché del ricorrente.
Con grande abilità lo staff di avvocati che difese la Lipstadt condusse studi approfonditi e l’avvocato Richard Rampton che la rappresentò anche in aula studiò il tedesco per poter leggere numerosi libri e trattati (in tedesco) e poter meglio formulare le argomentazioni riuscendo così ad esporre la “verità” con bravura e sobrietà uniche.
 
Vinse la causa versus Irving che fu così ampiamente screditato e fu fatta giustizia non solo per la Lipstadt ma soprattutto per la Storia: sotto processo era d’altronde in primis proprio la verità di una delle atrocità più nefaste del Passato.
E’ più che giusto che in ogni ordine democratico ogni individuo abbia il diritto alla libertà di opinione e di espressione ma in questo caso la manipolazione della realtà per un proprio credo politico salvifico del Nazismo e delle responsabilità di Hitler da opinione si trasforma in una menzogna che va divelta a maggior ragione, in questo caso, anche per la tragedia storica che vuole negare.
 
Timothy Spall è magnifico e rende il personaggio di Irving oscillante fra la follia ideologica ed un malsano desiderio di essere approvato e seguito, superlativo Tom Wilkinson che regala all’avvocato Rampton una grande dignità, una sana astuzia insieme ad una esigenza morale che gli si legge in volto in aula quando volutamente non guarda mai in faccia Irving e gli parla con il dovuto disprezzo.
Meno convincente Rachel Weisz, la Lipstadt, che non dà profondità al personaggio: certe risatine e esaltazioni in aula ad ogni stoccata ad Irving e a suo favore non mi sono piaciute.
Il film non mi ha entusiasmato ma lo reputo “necessario” perché il pericolo di distorsioni storiche, di manipolazioni attraverso i media delle nostre coscienze sono purtroppo sempre in agguato, pronte a creare un pericoloso mono pensiero e quindi l’onestà intellettuale va verificata ed è sempre importante mantenere un senso critico e un un sano dubbio nei confronti della “verità”.
E’ di monito una dichiarazione di Joseph Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.””

 

Ecco il trailer ufficiale per capire se ci potra’ piacere !!

 


 

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