Piu’ forte delle bombe…

Da giovedi’ 23 giugno arriva nelle sale italiane, oltre un anno dopo la sua partecipazione al Festival di Cannes 2015, “Segreti di famiglia (Louder Than Bombs)“, il terzo film del regista norvegese Joachim Trier con Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg, Amy Ryan, Devin Druid, David Strathairn e Rachel Brosnahan.

 

Una grande mostra a New York celebra la fotografa di guerra Isabelle Reed, scomparsa in un incidente d’auto tre anni prima. Per organizzare l’archivio materno, il figlio maggiore Jonah torna nella casa di famiglia, ritrovando il fratello adolescente, Conrad, e il padre, Gene, un professore di liceo. I tre uomini hanno ricordi diversi di Isabelle e ognuno di loro dovrà riconciliarsi a modo suo con i fatti del passato, scoprendo che nessuno conosceva tutti i segreti che Isabelle ha portato con sé fino alla fine…

 

Anna Baisi era presente all’anteprima milanese e allora spazio alle sue parole:
““Segreti di famiglia” (Louder Than Bombs) di Joachim Trier non è il classico film sui reporter di guerra ma è uno sguardo intimo della vita – e morte – di un fotografo di eccidi e massacri bellici ma soprattutto dei rapporti con la propria famiglia su cui ricade la sua assenza voluta e anche paventata ma necessaria.
Poca la denuncia, forse qualche foto inquietante, ma più che la suspense sul “segreto” della morte (incidente o volontà?) della protagonista mi sono sembrate interessanti le diverse reazioni, le percezioni e i differenti ricordi che i componenti della famiglia hanno di Isabelle Reed: questo il nome della reporter impersonata dalla grande Isabelle Huppert.
Il padre Gene, il figlio maggiore Jonah (il bravo Jesse Eisenberg) e l’adolescente Conrad , dopo tre anni dalla scomparsa di Isabelle, devono riaffrontare quel “lutto” in occasione di una mostra fotografica in suo onore.
I diversi modi di porsi verso quella “mancanza definitiva” filmano quello che nella vita spesso avviene e diversifica ogni rapporto in quella intimità e unicità che si crea con l’altro.
Il più conflittuale è il giovane Conrad forse perché in un momento particolare della vita, quello dell’adolescenza, e quando gli viene rivelato il triste “segreto” il suo dolore e la sua inadeguatezza ad affrontarlo rimangono immutati.
Provato è anche Conrad, appena diventato padre, quindi vicino ad una nuova vita ma anche alla morte infatti quel lutto non è riuscito ancora ad elaborarlo e si sente anche colpevole per il fratello Conrad fragile e distante.
Il dolore si sente anche in Isabelle, donna dal desiderio di scoperta ed indagine che mal si coniuga all’essere presente nella propria famiglia e che vorrebbe fuggire dall’indomito desiderio di avventura ma allo stesso tempo non riesce ad abbandonare quella professione per essere moglie e madre e colmare quella presenza-assenza che le procura angoscia e sensi di colpa.
Questa commemorazione più che curare crea un disagio perché quella lontananza scelta da una donna forte e spesso lontana e sfuggente ora è divenuta definitiva e risulta insostenibile.
Il padre sembra il più sereno e nella scena finale, riaccompagnando a casa il figlio Jonah ubriaco e dormiente con l’altro figlio Conrad che sta sognando la madre si sente quasi tornato in ”famiglia” ma si sa l’elaborare la morte di una persona amata spesso allontana anziché unire perché il dolore e forse anche la passione sono difficili da condividere perché comunque sono (“Louder Than Bombs”)… più forte delle bombe.”

 

Ecco anche le parole del regista Joachim Trier:
“Il mio obiettivo era parlare della famiglia e del costo dell’ambizione, dell’ammirevole ma tragico lavoro di una grande professionista, una fotografa di guerra, opposto al bisogno di partecipare alla vita della propria famiglia. È un conflitto in cui credo molti si possano riconoscere. (…) Trovo che la memoria (e come attraverso di essa definiamo la nostra identità) sia un tema molto affascinante. Nel film provo a mostrare il processo del ricordo, cercando di evitare gli stereotipi di molti film drammatici in cui, quando la madre muore, tutti sono seduti in una stanza a piangere. La vicenda di Segreti di famiglia racconta il modo in cui i tre uomini protagonisti, due figli e un padre, provano ad andare avanti con le loro vite. È interessante come la vita di famiglia ti costringa a guardarti allo specchio e a metterti in discussione costantemente. Perché i fratelli vivono in modo così diverso il loro rapporto con i genitori? Come trovare un linguaggio condiviso mentre si ha bisogno di distaccarsi dall’altro?”

 

E se vi ha incuriosito il film, che vederemo settimana prossima nell’ultima uscita infrasettimanale del mese di Amicinema, ecco il trailer italiano !!

 


 

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