I migliori film della nostra vita (con Pietro Diomede)

C’è un confuso brusio di parole, proprio come in un set cinematografico prima del ciak, e macchie di colori e profumi.
Dove ci troviamo? Ecco, il brusio si placa rapidamente come un’onda che ritorna in mare, i colori si stemperano in una sola tinta indefinibile: silenzio, inizia il film…
Ma il vero film sappiamo bene che è fatto da ognuno di noi. Provate a voltarvi durante una proiezione e “guardare il film” sui volti stupiti, frementi, addolorati degli spettatori, anzi delle persone: mille sceneggiature in un unico film.
Ognuno di noi trova parte di se stesso nel personaggio o nella musica o nella storia. In qualche modo è ciò che siamo stati o che avremmo voluto essere almeno in un momento della nostra vita, che volevamo dire, fare… baciare.
In questa chiave, nessun film può essere considerato un brutto film, perché una pellicola vive attraverso le emozioni che una persona muove individualmente. Un film è molto più di una bella trama, un bravo attore, ottima fotografia, musica azzeccata; un film è quello che sei, che vorresti o non vorresti mai, e ridi e piangi proprio per questo.

E’ così che chiediamo ai nostri lettori di esprimere una preferenza sui tre migliori film della propria vita, con questa voglia di raccontarsi e raccontarcelo, perché quella sua emozione diventi anche nostra.
 

Ringraziamo come sempre Claudio Lupi autore anche dell’introduzione che leggete sopra e oggi vi presentiamo le emozioni e i film di uno dei cinefili doc degli Amicinema… Pietro Diomede !!!

 

Il titolo che darei al mio intervento è “Se fossi un film che film saresti……”
Io ho sempre avuto con il cinema un rapporto di forte passionalità…..la stessa che si da verso un grande amore…..è per questo motivo ho sempre dato precedenza a film che mi colpivano dentro fino a farmi battere forte il cuore (anche se potevano essere oggettivamente imperfetti)…..e con lo stesso principio ho scelto i miei tre film…..

 

Il primo è quello che possiamo definire il colpo di fulmine……avevo 11 anni quando ho visto questo film, la passione per il cinema iniziava a emergere ma quando vidi “Il padrino” capii che da grande volevo fare cinema (anche se non ci sono riuscito…..metto il cinema in ogni cosa che faccio)…..E’ il cosidetto film perfetto dove ogni cosa è al suo posto, da amante della cucina lo definirei il piatto ottimale dove ogni ingrediente è con le giusti dosi……
Attori da brivido, regia coinvolgente, scene cult e una colonna sonora che non ti si toglie dalla mente……la scena che metto in allegato evidenzia l’aspetto antropologico del film…..mafia vista come l’unione tra il sacro e il profano…..in tutti e tre i capitoli si inizia e si finisce con la facciata di una manifestazione ecclesiastica (Matrimonio, battesimo, cresima, funerale fino ad un’onorificenza papale) che nasconde la vera natura violenta del mafioso……

 


 

Il secondo film è un atto d’amore verso il cinema italiano per il quale combatto sempre come un Don Quixote contro i mulini al vento…….
Fra tutti i film che potevo scegliere mi sono fatto portare dall’istinto è la prima risposta è stata “I soliti ignoti
Ho scelto il film di Monicelli perchè racchiude il nostro DNA…..è il giusto incontro tra il neorealismo e la battuta pungente…..con attori quali Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, Cardinale che sono delle star con la faccia del vicino di casa…..
E’ trovo meravigliosamente simbolico il finale dove questi disgraziati falliscono miseramente il loro obiettivo ma si ritrovano tutti intorno a un tavolo a gustarsi un piatto di pasta e ceci (la cucina è un altro elemento basilare del nostro cinema)

 


 

e per concludere ritorno alla domanda che da il titolo al mio intervento che è un modo per capire chi mi trovo davanti….”Se fossi un film che film saresti….” che non è detto che corrisponda a capolavori della cinematografia…..e il film che ti rappresenta, che ti identifica per tematica per l’interprete per la sfaccettatura del carattere più vicina a te…..
Io amo moltissimo i film che hanno per protagonisti i “Looser” ossia quei personaggi che vivono ai margini e che lottano contro loro stessi per migliorare quello che è il loro destino….a volte ci riescono a volte no….ma di sicuro non lo subiscono diciamo che lo accettano…..
tanti sono i personaggi che incarnano nella storia del cinema questa mia teoria…..dal Paul Newman di Nick mano fredda, al Jake la Motta di Toro Scatenato. Il primo Rocky fino a finire ai personaggi quasi crepuscolari dell’ultimo Eastwood (Mystic River, Milion dollar baby o Gran Torino) o i simpatici balordi di Ken Loach tipo My name is Joe……alla fine la scelta è caduta su Carlito Brigante di Carlito’s way…….un film che apre con il finale e nonostante tutto speri sempre che dopo tutta l’opera di redenzione il protagonista riesca a prendere quel treno con la sua amata e il futuro Carlito…..ma il tutto è racchiuso in una battuta che giustifica il titolo del film….”Questa è la mia vita. Io sono come sono, nel bene e nel male: non posso farci niente. “
Questa e’ la scena dove emerge l’aspetto più romantico del personaggio

 


 

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