Dialoghi con… Federico Brugia

La nuova stagione degli Amicinema è stata inaugurata a fine agosto da un film italiano di un regista esordiente.


Tutti i rumori del mare” è stato un film che ha diviso i commenti, alcuni positivi altri abbastanza critici come è nelle previsioni per una pellicola che e’ un’opera prima.


Il film racconta una intensa storia ambientata in Ungheria e che racconta la storia di X, un uomo che lavora per un’organizzazione criminale che trasporta qualunque cosa, dalle merci alle persone, e in modo particolare donne da avviare alla prostituzione di alto bordo.
Un incontro casuale con una di queste donne cambierà forse il senso della sua esistenza.

 
Il regista di questo film e’ Federico Brugia, milanese classe 1967, che esordisce nei lungometraggi con questa produzione e che gentilmente ha accettato di partecipare al nostro spazio interviste.

 

Intanto benvenuto Federico nel nostro spazio chiacchere !!!
 
Per oltre 20 anni hai lavorato con ottimo successo nel settore degli spot (Damiani, Dolce Gabbana, Audi, solo per citare alcuni brand) e dei video musicali… cosa ti ha spinto a fare proprio adesso questo passo verso il mondo della Settima Arte ?
Ti ha convinto la sceneggiatura del film (scritta da te assieme a Giovanni Robbiano) oppure sentivi l’urgenza di raccontare una storia ?
Insomma come nella classica domanda della gallina: e’ nata prima la sceneggiatura o il desiderio di scriverla ?

Tutto è nato innanzitutto dal desiderio di filmare delle situazioni, raccontare delle atmosfere, dei personaggi che mi stavano a cuore.

E’ probabile che nel film si senta una certa forzatura proprio nella ricerca di una linea narrativa che a volte risulta un po’ pretestuosa.

 

 

 

Ci racconti della scelta dell’Ungheria come luogo (anche dell’anima probabilmente) dove ambientare il film ?  Cosa ti ha colpito dei paesaggi magiari ?
Tralaltro la tua pellicola è stata prodotta da una giovane casa di produzione ungherese, The Family e Laokoon Filmgroup, e ci chiedevamo se c’e’ un collegamento stretto tra queste due circostanze.

L’Ungheria, come hai giùstamente notato, è stata scelta per il tipo di suggestioni che i suoi paesaggi mi suggerivano.  Perfettamente in linea con la mancanza emotiva dei personaggi messi in scena.
Una sorta di non-luogo caratterizzato da quel grigio perla che contraddistingue la fotografia del film.
Una scelta stilistica messa al servizio del racconto che avevo in mente. 

 

Ci interessa molto anche il processo creativo che sta dietro al titolo del film… “Tutti i rumori del mare” da cosa nasce ? Immagino sia un riferimento, per me molto evocativo, riguardo alla vita e alla situazione esistenziale del protagonista.

E’ così. Il film mette in scena il percorso che attraversano il protagonista e gli altri personaggi del film per arrivare a uscire da una sorta di punto zero, da un’impasse emotivo…  esistenziale.
Ma non voglio usare parole troppo importanti!
E’ un piccolo film, che penso possa trovare qualche merito nel suo farsi portatore del desiderio di un cinema un po’ diverso da quello (italiano) a cui siamo abituati.
Pur con tutti i suoi limiti e i suoi difetti.
L’idea era innanzitutto quella di fare del cinema…  Per alcuni questo è un grande pregio. Per altri è il vero limite di questa mia opera prima.

 

Il protagonista del film (interpretato da Sebastiano Filocamo) assomiglia molto al Titta Di Girolamo magistralmente dipinto da Toni Servillo ne “Le conseguenze dell’amore”.
Hai avuto in mente, magari anche solo inconsciamente, questo modello quando hai tratteggiato il carattere di X ?

Amo Sorrentino e reputo “Le conseguenze dell’amore” uno dei più bei film che il cinema ci abbia regalato negli ultimi anni.
Tuttavia l’ispirazione è arrivata più da film come “Le Samourai” di Melville (in Italia “Frank Costello faccia d’angelo”) e da molto altro cinema francese che adoro.
Non posso negare l’influenza di un certo cinema “intimista” a cui corrispondono nomi come quello di Paolo Sorrentino, ma anche tanti altri. Sophia Coppola, ad esempio. 

 

Infine la classica domanda che facciamo a tutti i nostri intervistati per farci raccontare i loro film preferiti.
Come clima adesso siamo davvero fuori tema, ma immagina una fredda serata di inverno, un divano, un televisore e un dvd da rivedere in buona compagnia.
Quale opera sceglieresti per l’occasione ?

Un cuore in inverno” di Claude Sautet.

 

 


Federico è stato davvero un piacere chiacchierare con te del tuo film e di cinema in generale.
 
“Tutti i rumori del mare” (interpretato lo ricordiamo da Sebastiano Filocamo, Benn Northover, Orsi Tóth, Malika Ayane, Rocco Siffredi e Mimmo Craig), non è più nelle sale, ma speriamo di ritrovarlo presto nella sua seconda vita in dvd.
Il mercato italiano ha bisogno di nuovi racconti e nuove modalità di raccontare la vita e il tuo film lo sentiamo davvero vicino a questa idea.

 

Questa voce e' stata pubblicata in Interviste.

Lascia un Commento