I Colori della Passione (The Mill & the Cross)

Questo è lo spazio dedicato ai commenti degli Amici del Cinema su “I Colori della Passione” di Lech Majewski.

 

Dati tecnici:

Regia: Lech Majewski

Con: Rutger Hauer, Michael York, Charlotte Rampling, Joanna Litwin

Durata: 92 minuti

 

Trama:

Uno degli artisti e cineasti più avventurosi e ispirati di oggi, Lech Majewski, invita lo spettatore a vivere dentro all’epico capolavoro del maestro fiammingo Pieter Bruegel, La salita al Calvario (1564): la tela riproduce la Passione di Cristo ambientando la scena nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola. Il protagonista della narrazione è il pittore stesso intento a catturare frammenti di vita di una dozzina di personaggi: la famiglia di un mugnaio, due giovani amanti, un viandante, un’eretica, la gente del villaggio e i minacciosi cavalieri dell’Inquisizione spagnola.

 

Trailer:

http://www.youtube.com/watch?v=4_Rexy3Q3ZE

 

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  1. Davide Righini scrive:

    Un film che non si dimenticherà facilmente…L’inserimento della vicenda universale della crocefissione inserita come metafora dell’ allora attuale oppressione spagnola nei confronti degli olandesi è resa con una grazia che non si vedono di solito in un film che viene distribuito nelle sale….se i fondi europei finanziano opere simili, allora sono davvero ben spesi.
    La vita quotidiana delle Fiandre di quasi cinquecento anni fa , che , confesso, non mi era notissima , è resa con un credibile ritmo lento, volutamente teatrale e quasi anti-cinematografico…finalmente un uso della computergrafica senza sparatorie o mostri alieni…un film retrò, da cinema inteso come grande schermo, perchè così i paesaggi si apprezzano meglio.
    Da vedere e, se possibile, da rivedere per apprezzarne appieno la mirabile fattura (e recitazione ovviamente..Brugel/Rutger Hauer grandissimo)

  2. Cristina Ruggieri scrive:

    Questo film è un vero tuffo nelle Fiandre della metà del 1550, viste con gli occhi di uno dei suoi intellettuali, il pittore Pieter Bruegel, che oggi probabilmente sarebbe un regista cinematografico. L’ idea bucolica, che tutti abbiamo negli occhi, di paese operoso popolato da artigiani in calzamaglia e da donne con cuffiette e crinoline, che pure è l’inizio del film, lascia presto il posto ad un paese oppresso da un invasore straniero, gli spagnoli, che usa la Chiesa e l’Inquisizione per reprimere la libertà di pensiero.
    Ed è molto bello il parallelo tra Gesù l’ebreo crocifisso dai romani, e il Gesù fiammingo perseguitato per eresia dall’Inquisizione, perchè vuole riedificare la Chiesa corrotta dalle sue fondamenta, come proprio in quegli anni predicavano i seguaci della Riforma protestante.
    E così, in piena persecuzione durante il regno di Filippo II che voleva riportare al cattolicesimo le Fiandre con un soggetto assolutamente cattolico, Bruegel fa passare un dirompente messaggio politico di libertà. Grandioso.
    Il film ha ritmo, immagini e colori vivissimi. Un esperimento più che riuscito. Da oggi guarderò la pittura fiamminga con occhi diversi.

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