Storie d’amore e di perdita

Clint Eastwood e Peter Morgan (sceneggiatore) sono la magnifica coppia che ci ha regalato “Hereafter” uno dei film più belli del regista californiano, presentato in anteprima mondiale all’edizione 2010 del Toronto International Film Festival.

 

Marie Lelay è una giornalista francese sopravvissuta alla morte e allo tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza sospesa tra luccicanza e oscurità, alienandosi fidanzato ed editore.
Marcus è un fanciullo inglese sopravvissuto alla madre tossicodipendente e al fratello gemello, investito da un auto e da un tragico destino. Smarrito e ‘spaiato’ cerca ostinatamente ma invano di entrare in contatto con Jason, di cui indossa il cappellino e conserva gli amabili resti.
George Lonegan è un operaio americano in grado di vedere al di là della vita. Deciso a ripudiare quel dono e a conquistarsi un’esistenza finalmente normale, George ‘ascolta’ i romanzi di Dickens e frequenta un corso di cucina italiana.
Sarà proprio la “piccola Dorrit” dello scrittore britannico a condurlo fino a Londra, dove vive Marcus e presenta il suo nuovo libro Marie.
L’incontro sarà inevitabile. George, Marcus e Marie troveranno soccorso e risposte al di qua della vita.

 

Molto bravi Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard e George McLaren.


 

Queste le parole del buon Clint su questo film:
 
“Ogni personaggio delle tre diverse storie del film deve superare degli ostacoli, il film non è sull’esperienza di pre-morte ma sul capire cosa i personaggi possono apprendere dall’esperienza di pre-morte. Nel caso di Marie quell’esperienza le ha cambiato la vita e quello che tenta di fare e capire in quale modo sta cambiando il rapporto con se stessa e nelle relazioni con gli altri.
Il bambino Marcus ha perso il fratello e allo stesso modo desidera mettersi in contatto con lui attraverso gli esoteristi, perché si sente smarrito e vive un grande bisogno di ritrovare se stesso. George invece vive come una condanna la sua abilità di parlare con l’aldilà e l’incondizionato aiuto per gli altri gli ha fatto perdere il suo stesso sentiero.
 
Peter Morgan l’ha scritta come se la sentiva, con spiritualità ma senza la necessità di un approccio religioso al soggetto.
Molte religioni hanno un credo nei confronti di ciò che ci sia dopo la morte e includere questo aspetto, sarebbe stato una distrazione dalle vicende che vivono i personaggi. Peter ha scritto una storia di persone, di amore e di perdita e di come si provi quando si vive tutto questo.
Sull’aldilà ci devi pensare, come da regista devi pensare a qualunque storia che stai raccontando, nonostante possa sembrare implausibile, ma il film non ha una conclusione. Alla fine i personaggi incontrandosi cambiano le proprie vite e da qui li lasciamo andare verso le loro esistenze, che a questo punto sappiamo essere più colme di significato dopo l’inevitabilità dei traumi vissuti. C’è un aspetto romantico nell’immaginare che le persone, trovandosi a vicenda, possano darsi sollievo”.

 

Spazio al trailer ufficiale !!

 


 
Questa è una delle clip del film (in inglese):
 

 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento