La versione del Vergani: “Ombre”

Un mesetto fa abbiamo iniziato un bel viaggio nella storia del cinema con un nuovo collaboratore di Amicinema guidati dalla passione e dalla competenza.
 
Per chi si e’ persa/o la sua presentazione riproponiamo (ancora per questa volta, poi vi sarà piacevolmente familiare) quello che ci ha raccontato Massimiliano !

 

Mi chiamo Massimiliano Vergani e sono nato su questo pianeta nel 1980.
Amo il cinema da sempre, è una cosa che credo di avere nel dna perché mio padre ha fatto il proiezionista e mia madre ha recitato in pochissimi e dimenticati film. Io, nel mio piccolo, ho diretto qualche corto e anche un documentario dedicato al cinema Mexico di Milano dal titolo In via Savona al 57.
Il cinema di genere degli anni 70 è il mio preferito: in quegli anni sono stati prodotti capolavori irripetibili: Il Padrino, Dirty Harry, Taxi Driver, La guerra del cittadino Joe, Quel pomeriggio di un giorno da cani. Anche in Italia non scherzavamo: basti ricordare Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Sbatti il mostro in prima pagina, Novecento e stracult come Milano Calibro 9, Sei donne per l’assassino e Milano odia: la polizia non può sparare.
Ma sono cresciuto con il cinema commerciale degli anni 80 e 90: ho rovinato le vhs di Ghostbusters, Guerre Stellari, Indiana Jones e l’ultima crociata (il mio film preferito), Grosso guaio a Chinatown e Arma letale 2.
Non farò recensioni ma cercherò di parlare dei film che sono nel mio cuore e spero di farvi venire voglia di guardare (o riguardare) qualche piccolo cult magari dimenticato.
Evviva il cinema!

 

E per questa terza tappa saltiamo nel tempo al vicino (si fa per dire) 1959 (o forse nel 1957 ?)…


 

Fino a qualche anno fa allo Spazio Oberdan di Milano a Porta Venezia c’era la Cineteca, quella che adesso è in viale Fulvio Testi.
Ho passato lì dentro giornate incredibili a vedere film indimenticabili con amici e amiche appassionati di cinema, con cui poi passavamo serate a immaginare di girare film nostri.
Una di queste serate venne dopo aver visto Ombre, esordio alla regia dell’attore americano John Cassavetes.
 
Cassavetes è per molti il padre del cinema indipendente americano: recitava nei film dei più grandi registi della sua epoca (Polanski, Siegel, Hitchcock, De Palma e il nostro Giuliano Montaldo, per citarne alcuni) e poi investiva i suoi guadagni nei film che dirigeva. Ombre fu il primo, ed è ancora oggi per molti registi un punto di riferimento. Girato con una camera 16mm e improvvisato per la maggior parte delle scene, è la storia di una relazione interrazziale, di un microcosmo giovanile che nel 1959 era tanto rivoluzionario quanto tabù.
 
Per anni è girata una leggenda su questo film: si diceva che Cassavetes l’avesse girato due volte, una nel 1957 e una nel 1959. Per molto tempo si è cercata la versione del 1957, senza mai trovarla. Finché è riapparsa, con grande sorpresa, nel 2004 in uno scatolone abbandonato nella metropolitana di Boston.
Comunque Cassavetes era un genio: i contenuti delle sue opere andavano dal realismo all’improvvisazione. Come dissero anche alcuni critici dell’epoca, creò un cinema “familiare”: nei suoi film recitarono infatti i suoi amici di sempre Ben Gazzara e Peter Falk, la moglie Gena Rowlands e qualche volta anche la madre, la suocera e i figli.
 
Per tanti anni ci siamo domandati cosa fosse il cinema indipendente americano. Una scopiazzatura della Nouvelle Vague francese o del Neorealismo italiano? A ma piace pensare che sia un cinema genuino, fatto con passione e amore.

 


 
E se volete recuperare le puntate precedenti le trovate a questo link !!
 

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