Un dramma che sembra quasi un romanzo poliziesco

Come avete capito François Ozon e’ uno dei nostri registi preferiti (lo abbiamo scelto molte volte per le uscite in sala) e quindi un suo nuovo film e’ sempre un momento da segnalare con grande enfasi.
 
E’ andato tutto bene” (in originale “Tout s’est bien passé”) e’ l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Emmanuèle Bernheim ed era in concorso (nessun premio alla fine) all’ultimo festival di Cannes.

 

La vita di Emmanuèle Bernheim, scrittrice e sceneggiatrice francese, precipita con una telefonata. Il padre ha avuto un ictus e al suo risveglio chiede alla figlia di aiutarlo a morire. A sostenerla in quella missione impossibile ci sono Pascale, la sorella trascurata, e Serge, il compagno discreto.
Debole e dipendente dalle sue ragazze, André è un uomo capriccioso ed egoista, incapace di comprendere il dolore che infligge alle figlie, mai amate come era necessario.
Tra lucidità e terrore, Emmanuèle e Pascale navigano a vista nel dramma. Come rifiutare al proprio padre la sua ultima volontà? Ma come accettarla?
Da bambina Emmanuèle ha sognato tante volte di ‘uccidere suo padre’, un genitore tossico e poco garbato, ma aiutarlo ‘a farla finita’ nella vita reale è un’altra cosa.

 

Con il piacevolissimo ritorno di Sophie Marceau e poi anche Charlotte Rampling, Hanna Schygulla, André Dussollier, Grégory Gadebois e Géraldine Pailhas.


 

Spazio alle parole del regista francese che ha parlato con piacere in un recente intervista di questo suo ultimo film:
 
Ho conosciuto Emmanuèle nel 2000, tramite il mio agente di allora, Dominique Besnehard. Avevo girato i primi quindici minuti di “Sotto la sabbia” e le riprese erano in attesa di finanziamenti. A nessuno è piaciuta la sceneggiatura o il filmato iniziale, così Dominique mi ha suggerito di incontrare uno scrittore che non conoscevo, Emmanuèle Bernheim, per una riscrittura della sceneggiatura. Ha intuito che saremmo andati d’accordo e aveva ragione: l’abbiamo capito subito e siamo diventati amici. Abbiamo gusti simili nei film, per gli attori e per la loro fisicità, e ho adorato il suo stile di scrittura molto fisico.
 
Mi ha inviato la bozza del suo libro e sono stato estremamente commosso nello scoprire e condividere la sua esperienza con suo padre. Ho amato il ritmo, il tono, l’accelerazione finale, la suspense climatica che sembra quasi un romanzo poliziesco, e l’ambiguo e ambivalente sollievo delle due sorelle per aver compiuto la loro “missione”.
Emmanuèle mi ha chiesto se ero interessato ad adattare il libro per il cinema. Ero sicuro che ne sarebbe uscito un bel film, ma era così tanto preso dalla sua storia che, in quel particolare momento della mia vita, non riuscivo a vedere come farlo mio.
Altri registi si sono interessati e c’erano un certo numero di offerte sui diritti. Mi ha tenuto informato fino alla selezione di Alain Cavalier, che purtroppo non ha potuto portare a compimento il progetto a causa del cancro di Emmanuèle.
 
La morte di Emmanuèle, la sua assenza, mi hanno fatto desiderare di essere di nuovo con lei. Forse anche, a livello personale, mi sono sentito più pronto a tuffarsi nella sua storia. Spesso ho bisogno di tempo con i libri che ho adattato, per farli maturare, per capire come farli miei.
E volevo lavorare con Sophie Marceau. Ci siamo imbattuti l’un l’altro molto spesso, ma nulla si è mai materializzato. Io ho sentito intuitivamente che questo era finalmente il momento giusto, il progetto giusto. Così le ho mandato il libro di Emmanuèle, che lei amava. E ho iniziato a scrivere la sceneggiatura.”

 

Finiamo con il trailer italiano di questo commovente film !!

 


 

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