I bilanci della vita di Paolo Sorrentino

Candidato per l’Italia ai prossimi Oscar e doppiamente premiato all’ultimo Festival di Venezia (Leone d’argento Gran premio della giuria e Premio Marcello Mastroianni ad un attore o attrice emergente) arriva in sala “E’ stata la mano di Dio” il nuovo film di Paolo Sorrentino che poi sarà distribuito da Netflix (che produce la pellicola).

 

La storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Il diciassettenne Fabietto Schisa è un ragazzo goffo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, ma che trova gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a quando alcuni eventi cambiano tutto.
Uno è l’arrivo a Napoli di una leggenda dello sport simile a un dio: l’idolo del calcio Maradona, che suscita in Fabietto, e nell’intera città, un orgoglio che un tempo sembrava impossibile.
L’altro è un drammatico incidente che farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo futuro. Apparentemente salvato da Maradona, toccato dal caso o dalla mano di Dio, Fabietto lotta con la natura del destino, la confusione della perdita e l’inebriante libertà di essere vivi.

 

Nel suo film più commovente e personale, Sorrentino accompagna il pubblico in un viaggio ricco di contrasti tra tragedia e commedia, amore e desiderio, assurdità e bellezza, mentre Fabietto trova l’unica via d’uscita dalla catastrofe totale attraverso la propria immaginazione.

 

Cast molto affiatato con l’alterego Toni Servillo, Filippo Scotti (premiato a Venezia come nuova promessa), Teresa Saponangelo, Marlon Joubert e Luisa Ranieri.


 

Le parole di Sorrentino:
 
“Ad un certo punto nella vita si fanno i bilanci, Bukowski ne fece uno bellissimo, disse gli dei sono stati proprio buoni, l’amore è stato bello ed il dolore è arrivato a vagonate. Mi sono reso conto che ci era stata una grande parte di amore nella mia vita da ragazzo, anche una parte molto dolorosa, e mi è sembrato che tutto questo potesse essere declinato in un racconto cinematografico, indipendentemente dalle mie esigenze dai miei bisogni. Poteva avere una forma cinematografica e forse lo fatto adesso perché ho l’età giusta per farlo, o almeno così mi è sembrato.
Il mio grande rammarico è che non possono farglielo vedere a Maradona, il mio promo desiderio era mostrarlo a lui questo film. No, non sono riuscito a parlargli perché non è mai stato facile parlare con Maradona, non era un uomo accessibile. Non ho avuto modo. Che cosa uno prova quando muore una persona si chiama lutto, ed è una cosa a parte e non è esprimibile bene a parole o almeno io non sono capace insomma
 
Mi sembrava lui avesse delle caratteristiche analoghe a quando io avevo 17 o 18 anni, e quindi la distanza non fosse così lontana per poter interpretare quel ruolo. Poi invece rispetto al coraggio, ritengo di essere molto pauroso nella vita ma sui film sono sempre stato, o almeno mi sembra di essere stato, abbastanza coraggioso. Qui ovviamente si richiedeva un tipo di coraggio differente. Il coraggio è stato più nello scriverlo che nel farlo. Poi nel farlo entrano in gioco quelle tipiche dinamiche della lavorazione con tante persone che hanno lavorato al film, in una dinamica del set in cui i problemi sono quotidiani, sono di ordine pratico, e tutte queste paure che avevo sono svanite nella quotidianità. Quasi del tutto svanite. Poi alcuni giorni sono riaffiorate nonostante il pragmatismo della giornata. Sono venuto qua 20 anni fa ed era l’inizio, mi piace la possibilità di avere un altro nuovo inizio. Sicuramente è un film diverso. Il primo giorno abbiamo messo il carrello, abbiamo girato una cosa e siamo rimasti delusi, ed abbiamo capito che non potevamo fare come gli altri film, doveva essere un film semplice, essenziale, dove si faceva a meno di tutto per far parlare fondamentalmente i sentimenti e le emozioni.
 
Un film ha delle esigenze che sono imprescindibili e non tengono conto né della mia storia né dei miei dolori e delle mie gioie. Tutto andava declinato in un racconto cinematografico ed in questa declinazione le cose a volte sono vere a volte sono false o alle volte entrambe le cose. Quello che ho pensato dovesse essere sempre vero, che non doveva essere tradito, erano i sentimenti e le emozioni che avevo provato da ragazzo durante quel tipo di accadimenti, e quei sentimenti dovevano venir fuori dal film. Ed è anche il motivo del perché il film è molto semplice dal punto di vista stilistico, perché ero esclusivamente concentrato sui sentimenti che le scene presentavano, e non ho avuto tanto tempo né voglia di dedicarmi ad altro, era la priorità.”

 

E questo e’ il bellissimo trailer ufficiale !!

 


 

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