Il superpotere di tirare fuori il meglio di se

Rimandato piu’ volte causa pandemia alla fine “Freaks Out” il secondo film di Gabriele Mainetti e’ passato in concorso a Venezia (senza molta fortuna) e attendiamo tutti il regista romano alla prova definitiva dopo il grandissimo successo di “Lo chiamavano Jeeg Robot”.


 

Roma, 1943. Fulvio è coperto di peli dalla testa ai piedi; Matilde è così elettrica che accende le lampadine mettendole in bocca; Mario è affetto da nanismo; Cencio sputa lucciole e cambia forma agli insetti. E Israel è il proprietario e direttore del circo che li ha accolti tutti, come una famiglia sui generis.
Ma un’esplosione li priva della loro casa-rifugio e li getta nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, creature straordinarie messe a confronto con l’orrore.
Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini… e il corso della Storia.

 

Tanti attori bravi nel cast come Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini e Giorgio Tirabassi.

 

Sentiamo il commento del nostro inviato Fabio Bresciani:
 
“Dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot, Mainetti insieme a Guaglianone in sceneggiatura, realizza un film di formazione dove i protagonisti sono i Freaks, i “diversi” e emanarginati, in cerca di un loro posto nel mondo, protagonisti di una storia a metà tra il racconto di formazione e una storia di avventura, calati loro malgrado in una Storia più grande di loro. Il regista si è sforzato di rendere originali e “cinematografiche” le loro abilità, senza mai dimenticarne e anzi esaltando l’umanità dei personaggi: in questo i modelli più evidenti a cui si ispira sono Freaks (1932) di Tod Browning e La donna scimmia (1964) di Marco Ferreri.
 
Si percepisce una grande ambizione e una grande generosità nel volere rispettare i protagonisti fino in fondo, rendendoli tridimensionali, anche per quanto riguarda il villain della storia. Peccato che la pellicola risulti eccessivamente dilatata in termini di minutaggio nella parte centrale. Comunque la storia è sorretta dalle buone interpretazioni degli attori, tra cui spiccano Pietro Castellitto e la giovanissima Aurora Giovinazzo. La vicenda è sorretta da una colonna sonora efficace (scritta anche dallo stesso Mainetti). Ottimi gli effetti visivi.”

 
Questo invece un estratto dell’intervista che Gabriele Mainetti ha rilasciato a Venezia:

 
“L’idea di ambientare Freaks Out nel 1943 è stata di Nicola Guaglianone. Ci divertiva l’idea di accostare al ‘freak’, che per sua natura fisica è unico, un elemento fortemente conflittuale, che è quello del nazista, per poi vedere cosa sarebbe successo.
Mi ha convinto subito il soggetto per la sua commistione di generi. Sapevo di essere davanti all’ennesimo film spartiacque. Abbiamo lavorato sul personaggio (Fulvio) dando spessore alla sua personalità. Abbiamo lavorato sul suo passato che nel film non si vede ma che per un attore è un lavoro fondamentale.
 
Abbiamo cercato di sviluppare una persona di cultura che non fosse monodimensionale. Un’anima molto complessa e stratificata.
Io ho in mente la lezione ricevuta dal nostro cinema del passato e sono un po’ come un nipote delle penne di Sonego, Age e Scarpelli, De Bernardi, tutti autori capaci di creare personaggi idiosincratici, vigliacchi e impauriti ma con il coraggio di tirare fuori la loro parte più bella. Quello è il loro superpotere.”

 

E adesso con piacere vediamoci il trailer ufficiale di questo film !!

 


 

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