Dal Vostro Inviato a Venezia: è di scena la politica

La giornata del Vostro Inviato inizia con un bel film italiano sulla storia della produzione della Dolce Vita di Fellini. L’autore, Giuseppe Pedersoli (nella foto a sinistra) di fatto realizza un omaggio al produttore Peppino Amato che mediando tra l’avidità di Angelo Rizzoli che finanziò il film, e le follie artistiche di Fellini che ne raddoppiarono i costi, riuscì comunque a far finire il film e a distribuirlo. A costo praticamente della carriera professionale (fu costretto a indebtarsi) e della vita (ebbe il primo infarto durante le crisi nella lavorazione del film). Pedersoli si avvale sia di attori che di materiali di archivio per un risultato davvero godibile.

Invece entrambi i film del concorso di oggi parlano di politica. Il primo “E domani il mondo intero” ha un titolo che a fine visione suona come una minaccia. La regista Julia von Heinz (l’ultima a sinistra nella foto con gli interpreti del film) ci porta nella Germania contemporanea dei movimenti “Antifa” che si oppongono alla rinascita delle idee naziste. Focalizzato su Zoe, una ragazza di provincia che arriva a studiare legge in città, il film ricorda le discussioni e le lotte degli anni settanta, ma ha la freschezza della giovane sinistra degli anni 2000, ecologista, vegetariana, sessualmente libera, europeista (i ragazzi cantano bella ciao e mangiano ravioli). Bella la regia,fatta di primi piani ravvicinati, uno sguardo intimo a vicende che sono personali oltre che politiche.

Di tutt’altra pasta è invece il film messicano Nuevo Orden di Michel Franco (al centro nella foto circondato dai suoi interpreti). Ambientato in un futuro prossimo, mostra una giornata di ribellione sanguinaria del popolo contro la classe dei ricchi che hanno tutto. Saccheggi, sparatorie, sangue e morti porteranno al Nuevo Orden del titolo, dove di nuevo c’è solo la repressione e il coprifuoco imposti da una dittatura che perpetua le stesse diseguaglianze di prima reprimendo nel sangue ogni dissenso. Film molto duro che sceglie la distruzione come cifra stilistica per denunciare la rabbia insita in a una società basata sulla diseguaglianza, l’ingiustizia a la corruzione.

Provato dal sangue e dalle sparatorie di Nuevo Orden, il Vostro Inviato per la prima volta nella sua storia di spettatore, non ce l’ha fatta a sopportare il successivo “Run Hide Fight” di Kyle Rankin, ed è uscito dopo meno di un’ora dalla sala. Filmastro americano indegno di essere presentato a un Festival cerca di raccontare la sparatoria all’interno di un liceo. Dalla prima scena, scopiazzata da American Sniper di Eastwood, si intuisce dove il film andrà a parare. Esaltazione delle armi e della giustizia fai da te, piacerà sicuramente a Trump e Salvini.

 

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