Siamo tutti invitati a una tragicommedia irresistibilmente feroce

Bong Joon-ho e’ uno dei grandi registi sudcoreani e negli ultimi anni la sua fame e’ uscita dal ristretto giro degli appassionati del cinema orientale per diventare un nome conosciuto tra i cinefili di tutto il mondo.
 
Prima con il grande successo “Snowpiercer” e adesso con “Parasite” film con il quale lo scorso maggio ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes.

 

Ki-woo vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada. La presenza dei genitori, Ki-taek e Chung-sook, e della sorella Ki-jung rende le condizioni abitative difficoltose, ma l’affetto familiare li unisce nonostante tutto.
Insieme si prodigano in lavoretti umili per sbarcare il lunario, senza una vera e propria strategia ma sempre con orgoglio e una punta di furbizia.
La svolta arriva con un amico di Ki-woo, che offre al ragazzo l’opportunità di sostituirlo come insegnante d’inglese per la figlia di una famiglia ricca: il lavoro è ben pagato, e la villa del signor Park, dirigente di un’azienda informatica, è un capolavoro architettonico.
Ki-woo ne è talmente entusiasta che, parlando con la signora Park dei disegni del figlio più piccolo, intravede un’opportunità da cogliere al volo, creando un’identità segreta per la sorella Ki-jung come insegnante di educazione artistica e insinuandosi ancor più in profondità nella vita degli ignari sconosciuti.


 

Sentiamo a questo punto la recensione di Fabio Bresciani:
 
Una famiglia affiatata ma povera trova progressivamente impiego presso una famiglia facoltosa e permeabile. Regista coreano classe 1969, autore tra gli altri di Memories of murder, Snowpiercer e Okja, Bong Joon-ho con Parasite gioca sul raddoppio, la sostituzione, la conquista e la truffa di corpi, relazioni e sentimenti.
I toni da commedia nera sviluppano un intreccio dove le differenze sociali ed economiche, fotografate attraverso la dicotomia alto-basso, mettono in scena una ricerca dell’arricchimento personale per poter godere delle briciole lasciate cadere dalle classe più agiate.
Rispetto ai film precedenti introduce l’elemento della guerra tra poveri i quali, senza cercare di aiutarsi a vicenda, lottano tra di loro per contendersi la luce riflessa dell’agognato vertice capitalistico. Anche la solidarietà familiare non sembra essere più così solida. La ricca famiglia vive assolutamente ignara delle condizioni di vita dei poveri del sottosuolo, la società infatti fa di tutto perché non si incontrino: l’unica cosa di cui si accorge è il loro odore, linea di demarcazione sociale e punto di inizio del loro disprezzo.
I “parassiti” non sono lontani dal nostro vivere, sono vicini, amici, colleghi spinti sul bordo di un precipizio in una lotta per la sopravvivenza.
Il regista in un‘intervista ha dichiarato: “Come una rappresentazione della gente comune che cade in un’inevitabile cagnara, questo film è una commedia senza clown, una tragedia senza cattivi. Tutto ciò porta a un groviglio violento e a un tuffo giù per le scale: siete tutti invitati a una tragicommedia irresistibilmente feroce.

 

Che ne dite di terminare con il trailer italiano ?

 


 

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