Dal Vostro Inviato a Venezia – Premio alla carriera di regista a Zhang Yimou

E’ una giornata caldissima e filmicamente intensa questo penultimo giorno di Mostra per il  Vostro Inviato. Si parte in Sala Darsena con il film iraniano di Orizzonti, un must che ha permesso di scoprire film bellissimi, poco distribuiti in Italia. Quello di quest’anno As I lay Dying è di un regista esordiente Mostafa Sayari (il primo a sinistra nella foto) ed è in fondo un classico nel suo genere: due fratelli, una sorella e un fratellastro devono seppellire il padre e mentre lo fanno tornano alla luce dissapori antichi e segreti nascosti. Girato on the road con buon ritmo per essere un film iraniano, è interessante ma non memorabile.

All’uscita, derubato ancora una volta del biglietto dai malfunzionamenti di Boxol, il Vostro Inviato decide che non può perdere l’unico film in concorso di una regista donna, Jennifer Kent, e si mette pazientemente in coda fuori dalla Sala Grande. Anche questa volta riesce a entrare, ma ne valeva la pena? Il film The Nightingale (l’usignolo) racconta una storia di vendetta ambientata nelle foreste australiane. Una storia violentissima e manichea, che il Vostro Inviato ha guardato a metà perchè incapace di tollerare l’insistenza della regista sul sangue. Certo racconta che l’Australia è una nazione costruita sullo sterminio dei suoi abitanti, racconta l’incontro e la solidarietà possibile tra gli oppressi. Ma i personaggi non hanno spessore psicologico e soprattutto la protagonista femminile non è credibile nel suo modo di agire e reagire. Per il Vostro Inviato il peggior film visto in concorso. Alla fine, resta la domanda se davvero l’unico film femminile selezionabile fosse questo. E sarà un caso che la Kent, nella foto con gli attori del film, sia vestita da uomo? Uscito provato dalla proiezione durata più di due ore, si gode un attimo di relax al Lions con gli amici, e poi di nuovo in Sala Grande per il terzo film italiano in concorso, dopo Guadagnino e Minervini. Il film è Capri Revolution che si colloca come ideale terzo capitolo della trilogia ottocentesta di Mario Martone, iniziata con Noi Credevamo. Il film racconta l’isola di Capri nel 1914, abitata da una popolazione prettamente rurale, dedita alla pastorizia e alla coltivazione ma abbastanza tollerante da ospitare una comune di ragazzi del nord europa, guidati da un pittore teosofo, spiritualista, vegetariano e pacifista. Anche nel film di Martone la protagonista è una donna, Lucia, interpretata dalla bravissima Marianna Fontana (al centro nella foto), una delle gemelle di Indivisibili. E’ una pastorella che rifiuta il matrimonio e si avvicina alla comunità di artisti/filosofi imparando da loro a leggere e a scrivere, nonchè a cercare un posto per sè nel mondo. Narrando gli eventi che attraversano le due comunità dell’isola, il film racconta la fine dell’ottocento con l’arrivo della luce elettrica, la scienza e la visione materialistica del mondo, la prima guerra mondiale che cambierà violentemente il mondo, insediando il novecento.

C’è appena il tempo per un tramezzino ai gamberetti al Lions e di nuovo in Sala Grande a vedere il nuovo film di Zhang Yimou, che prima però, come appare nella foto, riceve il premio Jaeger-leCoultre alla carriera registica. Come non ricordare Lanterne Rosse, o Non uno di meno che vinse a Venezia qualche anno dopo? Al lido presenta fuori concorso Shadow (Ombra) un film che si inserisce nel filone di arti marziali cinesi iniziato con Hero e la Foresta dei Pugnali Volanti. Ambientato nel Medioevo è la storia di un Sosia (l’ombra appunto) tra tradimenti, intrighi di corte, strategie di compattimento YIn e Yang  e città da riconquistare. Un classico del genere, visivamente molto bello, narrativamente affascinante. La conferma di un grande regista anche quando fa film mainstream.

 

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