Io sono Giallini

Se avete perso la bella intervista rilasciata a Vanity Fair da Marco Giallini qualche settimana fa la potete recuperare a questo link e cosi’ conoscere un po’ meglio uno degli interpreti più bravi del cinema italiano.
 
L’attore romano sta ottenendo, dopo tanta gavetta, tutte le soddisfazioni che si merita ed é il protagonista assoluto di “Io sono Tempesta” il nuovo film di Daniele Luchetti (“La nostra vita”, “Mio fratello e’ figlio unico”, “Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente”) assieme a Elio Germano ed Eleonora Danco

 

Marco Giallini è Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro e abita da solo nel suo immenso grand hotel deserto, pieno di letti in cui lui non riesce a chiudere occhio.
Tempesta ha soldi, carisma, fiuto per gli affari e pochi scrupoli. Un giorno la legge gli presenta il conto: a causa di una vecchia condanna per evasione fiscale dovrà scontare un anno di pena ai servizi sociali in un centro di accoglienza.
E così, il potente Numa dovrà mettersi a disposizione di chi non ha nulla, degli ultimi. Tra questi c’è Bruno (Elio Germano), un giovane padre che frequenta il centro con il figlio, in seguito ad un tracollo economico.
L’incontro sembrerebbe offrire ad entrambi l’occasione per una rinascita all’insegna dei buoni sentimenti e dell’amicizia. Ma c’è il denaro di mezzo e un gruppo di senzatetto che, tra morale e denaro, tenderà a preferire il denaro.
 
Alla fine, come nel miglior cinema di Daniele Luchetti, bisognerà chiedersi: chi sono i buoni, se ci sono?


 

Ecco la recensione di Fabio Bresciani che ha visto in anteprima questo film:
 
“Numa Tempesta, ricchissimo imprenditore, un uomo che può avere tutto quello che si può comprare col denaro, si ritrova a dover scontare ai servizi sociali una vecchia condanna per frode fiscale. Vi ricorda qualcosa?
Ma lo spunto dalla cronaca giudiziaria di Berlusconi finisce qui, perché l’obiettivo del regista Luchetti è quello di realizzare una farsa sociale, un’opera buffa, una commedia invernale sul potere del denaro, un piccolo affresco tragicomico. Numa nonostante sia un personaggio negativo risulta simpatico nel suo essere un iperattivo guascone, un playboy anaffettivo, malinconico e solitario. L’imprenditore, interpretato da Marco Giallini, dovrà dimostrare empatia verso un gruppo di poveri e diseredati della zona San Lorenzo a Roma, guidati da Bruno un giovane padre finito sul lastrico con un figlio a carico. Questo gruppo di poveri si rivelerà piuttosto spregiudicato nello sfruttare la situazione, i quali cercheranno diventare dei cinici speculatori, imparando dal maestro.
Il film avvicina questi due mondi apparentemente lontani ma “simili nella pasta, divisi solo da differenze di opportunità”, per usare un’espressione di Bruno. Il film è la storia di questo tentativo di mimesi. I poveri assaporeranno la vita di Numa in un gigantesco albergo i cui corridori ricordano l’Overlook Hotel di Shining, circondati da escort che studiano psicologia e capiranno cosa significa essere visti dagli altri in modo diverso e non vorranno tornare indietro. La seduzione del denaro e del potere contagia tutti, anche l’unico personaggio positivo del film che cerca di seguire le regole, Angela la cattolica progressista e pure integralista che ha dedicato la sua vita agli ultimi.

 
Giorgio Gaber diceva “Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me.” Infatti, Bruno e i suoi compagni tenteranno di trasformarsi in piccoli Tempesta, sviluppando qualcosa che è, già in potenza, presente nel loro animo. Lo spettatore si chiederà se l’happy ending finale lo sia davvero o sia solo una conclusione amara.
Per capire meglio basta tornare all’inizio del film che si apre sulle note della canzone di Enzo Jannacci Ho visto un re: “Un re che piangeva seduto sulla sella/piangeva tante lacrime, ma tante che bagnava anche il cavallo! /Povero re! /E povero anche il cavallo!” Nessuno è immune al potere di corruzione del denaro e la dignità e la moralità sono più a rischio di essere svendute di quanto pensiamo.
 
Luchetti è un regista noto per dirigere in modo efficace drammi familiari: qui è come se si addentrasse per la prima volta nel territorio di un grande regista di commedie Paolo Virzì. L’esito però non è completamente riuscito. Non tutte le scene costruite con impianto a capitoli si rivelano efficaci e spesso la vis comica risulta debole e fiacca. Se da un lato Elio Germano (che interpreta Bruno) è perfettamente in parte, costruendo un personaggio che nonostante le avversità non perde mai l’ironia, dall’altro diversi personaggi interpretati da attori non professionisti non sono né ben caratterizzati e né ben recitati. Anche Paola Danco (Angela), attrice e autrice teatrale di esperienza, alterna uno stile tra il dimesso e il sopra le righe che finisce per rovinare la credibilità del personaggio.
Ma nonostante questi difetti si tratta comunque di una commedia all’italiana piuttosto superiore alla media delle decine di commedie che escono al cinema.”

 

Gran finale e gran piacere con il trailer ufficiale !!

 


 

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