L’attesa per “Moonlight” sta crescendo mese dopo mese, partendo nel 2016 dal Toronto International Film Festival e dal New York Film Festival, passando per i Golden Globe (miglior film drammatico) e arrivando infine alle candidature ad 8 premi Oscar (tra i quali Miglior film, Miglior regista, Migliore attore non protagonista, Migliore attrice non protagonista).
Dal 23 febbraio potremo renderci conto se il film di Barry Jenkins, basato sull’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue” di Tarell Alvin McCraney, e’ davvero bello come i critici e i festival hanno decretato.
Il giovane afroamericano Chiron vive in un quartiere di Miami segnato da droga e violenza. Attraverso le tre età della vita, infanzia, adolescenza e età adulta, Chiron lotta quotidianamente per trovare la sua strada, scoprendo se stesso, la sua sessualità e il complicato amore per il suo migliore amico.
Nel cast Trevante Rhodes, Janelle Monáe, Naomie Harris, André Holland e Mahershala Ali.
Rossella Casapollo ha visto questa attesa pellicola per Amicinema e cosi’ sentiamo direttamente le sue parole:
“Grande aspettativa per questo film vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico, dico subito per quanto mi riguarda: grande delusione.
Si percorre la vita del protagonista Chiron in tre fasi nettamente separate: infanzia, adolescenza ed età matura in un ritratto intimista che tende ad evidenziare i condizionamenti della società nella formazione della sua identità.
Il messaggio è esplicitato da uno dei protagonisti che rivolgendosi a Chiron gli dice: “non permettere a nessuno di scegliere per te”.
Il consiglio verrà disatteso da questo ragazzo di colore che cresce nei sobborghi degradati di Miami, con una madre prostituta e tossica, vittima di bullismo, quasi adottato da uno spacciatore e sua moglie (e questi sono i buoni della storia).
Il film ruota intorno agli stereotipi che la società ci convince a perseguire e se sei nero e nasci in un sobborgo, dovrai necessariamente diventare un duro: questo ci si aspetta da te e se non ci riesci sei un disadattato, un fallito. E Chiron , il ‘Piccolo’, il ‘Nero’ ci prova, rinnegando la sua fragilità, rinnegando la sua omosessualità , ci prova a diventare quasi l’immagine del suo patrigno spacciatore, a diventare ciò che il suo ambiente si aspetta da lui.
Chiron non parla mai e i suoi lunghissimi silenzi appesantiscono non poco la visione del film, in generale i dialoghi sono pochi e piuttosto ripetitivi.
Questo film che vorrebbe mettere il fuoco sugli stereotipi sociali, in realtà pecca proprio sulla definizione di tali stereotipi: lo spacciatore è quasi un premio Nobel per la bontà e la pazienza, Chiron, nonostante la madre tossica e squattrinata, vive in una casa ordinata e va a scuola bello pulito e stirato, si racconta un bullismo nemmeno troppo persecutorio e l’omosessualità è vissuta come una idea, piuttosto vaga.
Tutto poco convincente.”
E spazio al trailer ufficiale del film !!