La recitazione cinematografica come terapia

Esce dal 2 febbraio un film diverso dagli altri, “Ho amici in paradiso“, per la regia di Fabrizio Maria Cortese, girato quasi interamente negli ambienti del Centro di riabilitazione dell’Opera don Guanella in Roma, con un’appendice nel Salento, in Puglia.

 

Aspetto peculiare del film è che il cast degli attori è composto da professionisti del calibro di Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Antonio Catania, Antonio Folletto, Enzo Salvi, Erica Blanc, Emanuela Garuccio, Christian Iansante e da “attori” esordienti, diversamente abili, che lavorano con i protagonisti.


 

Sono persone con disabilità mentali, associate anche ad altre patologie, che impreziosiscono con la loro spontaneità, freschezza e “leggerezza” le vicende narrate dal film.
Si racconta la storia del cambiamento di un uomo coinvolto in loschi affari, condannato allo svolgimento di servizi sociali nel Centro di Riabilitazione che, dopo un iniziale atteggiamento di rifiuto dell’ambiente, trova la sua giusta dimensione e si sente rivalutato nella sua dignità di uomo, proprio grazie al contatto con persone affette da disabilità e con la collaborazione degli operatori del Centro, accompagnandolo a recuperare i valori autentici della vita: i disabili diventano perciò i suoi nuovi amici, il suo Paradiso in terra.

 

Felice Castriota è un commercialista salentino, impulsivo e un po’ superficiale. Il desiderio di arricchirsi e una certa avventatezza lo hanno portato a riciclare i soldi della malavita prima e a farsi beccare in flagrante poi. Così quando il Procuratore della Repubblica di Lecce gli propone, invece della galera, l’affido ai servizi sociali, Felice ci mette un attimo ad accettare l’offerta e a denunciare ‘U Pacciu, l’importante malavitoso per cui ha riciclato i soldi.
Al centro “Don Guanella” di Roma, dove viene mandato, Felice s’imbatte in una realtà completamente diversa sia da quella che si aspettava che da quella che aveva conosciuto fino a quel momento. Uomo superficiale e abituato al lusso, si trova ad avere a che fare con persone che hanno menomazioni fisiche e intellettive anche gravi: crisi continue, pannoloni da cambiare e difficoltà ad interagire con i pazienti, iniziano a far parte integrante delle sue giornate.
Lentamente, complice anche l’amore per Giulia, la giovane psicologa del centro, Felice inizia a sentirsi per la prima volta parte di una nuova grande
famiglia e si avvia a diventare, finalmente, quello che non è mai stato: un uomo.
Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, il passato torna a presentare il conto e Felice si ritrova a dover fronteggiare la minaccia di ‘U Pacciu, che non ha mai smesso di cercarlo e che, ora, lo ha trovato.

 

Ecco le parole del regista su questa sua pellicola:
 
“Personalmente spero che questo film possa regalare un approccio positivo alla vita, partendo semplicemente dal lavorare con passione, con semplicità e professionalità.
Questa è la storia del cambiamento di un uomo, di un percorso che si snoda attraverso l’amore, l’amicizia, il dialogo, la comprensione e il linguaggio, votato alla ricerca del modo migliore di esprimere un messaggio. Ho visto trasformarsi il Don Guanella in un set cinematografico. La cosa più bella è stato vedere la troupe coinvolgersi emotivamente con i ragazzi diversamente abili, tanto è vero che dalla fine delle riprese tutti continuano ad andare a trovarli.
E’ stata un’esperienza veramente importante, poiché per preparare il film, ho passato due anni con loro facendo laboratori, riscontrando una capacità di ascolto veramente notevole e una volontà di imparare tanto e sempre di più; una grande esperienza per gli attori professionisti e per gli otto disabili, che si sono sentiti anch’essi attori a tutti gli effetti, interpretando i personaggi del film magistralmente.
Spero che ci possa essere una continuità, che il cinema possa essere presente con nuove idee e affrontare queste tematiche sempre con amore, ironia e leggerezza.”

 

Il direttore del Centro don Guanella (http://www.operadonguanella.it/ se vi interessa saperne di piu’), don Pino Venerito ha invece dichiarato:

“Fin dagli inizi, dal 2014, quando si è incominciato a lavorare al progetto, ho condiviso l’idea del film, considerandolo un’ottima opportunità riabilitativa per i nostri “ragazzi”. La recitazione come terapia è sempre stata praticata nel nostro Centro, ma mai fino ad ora si era spinta fino all’idea di realizzare un film, una commedia, come appunto è Ho Amici In Paradiso.
I nostri ragazzi si sono preparati a puntino per affrontare la realtà della macchina da presa, del set cinematografico, mettendo in mostra rare qualità di spontaneità e freschezza. Soprattutto mi sembrava molto bello il messaggio del film, vale a dire che persone con disabilità potessero trasformarsi da oggetto di percorsi di riabilitazione anche a soggetti di riabilitazione: è questa la vera inclusione sociale”.

 

A Milano trovate questo film dal 2 febbraio in tutti gli UCI Cinema.

 

Terminiamo come sempre con il trailer di questo meritevole opera.

 


 

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