Lunedi’ d’autore: “L’enfant” di Luc & Jean-Pierre Dardenne

Continua la nostra rubrica “Lunedi’ d’autore” con “L’enfant” film capolavoro del 2005 di Luc & Jean-Pierre Dardenne con Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Déborah François, Jérémie Segard e Fabrizio Rongione. 

 


 

Gli autori

Jean-Pierre (1951) e Luc Dardenne (1954) sono i maggiori registi belgi viventi e indiscutibilmente tra i migliori (e piu’ apprezzati) nel panorama cinematografico mondiale.
Nella loro carriera hanno vinto due Palme d’Oro a Cannes (“Rosetta” del 1999, “L’Enfant” del 2005) e hanno diretto 10 film sempre assieme.
Il loro e’ un cinema sociale e morale, attento alle persone comuni e ai loro problemi che sono i veri protagonisti di tutte le loro pellicole.
Loro caratteristiche sono il riuscito connubio fra cinema e realtà, fra musicalità e ritmo della macchina da presa, che si muove in totale libertà e versatilità (con molte riprese in tempo reale che non sempre tutti gli spettatori amano) e il loro sguardo sempre privo di retorica, ma mai di calore.

 

Il film

Bruno, vent’anni, e Sonia, diciotto. Dalla loro relazione nasce un bambino, Jimmy, che Bruno riconosce. Ma Bruno vive di furti che compie con la collaborazione di un ragazzino. Bruno crede di amare Sonia ma è privo di sentimenti paterni. Approfittando di un’ora in cui Jimmy è affidato a lui, va a venderlo.

 

Al Festival di Cannes del 2005 questo film vince la Palma d’Oro.

 

Il link

Per vedere questa pellicola dovete collegarvi a questo indirizzo:

 

http://www.mymovies.it/film/2005/lenfant/live/?ide=42f1b8dfc07bc7899b2d85e73875f703

 

Lunedì 16 gennaio alle ore 21:00

 

Le parole

“Questa storia è nata, affermano i Dardenne, un giorno durante le riprese de Il figlio: “Al mattino, al pomeriggio, la sera, abbiamo visto passare e ripassare una ragazza che spingeva una carrozzina con un neonato dentro. Non sembrava avere una meta. Si limitava a camminare spingendo la carrozzina. Abbiamo spesso ripensato a questa ragazza, alla carrozzina, al suo bambino addormentato e a colui che non c’era: il padre del bambino. L’assente che sarebbe diventato importante nella nostra storia. Una storia d’amore che è anche la storia di un padre.

Le nostre storie sono sempre ambientate al presente perché forse l’ispirazione ci arriva dalle persone che conosciamo, o da quel che leggiamo sui giornali. Il realismo per noi è l’unico modo per parlare del mondo. Fare film ci aiuta a immaginare come lo vorremmo: senza rivalità, senza paura dell’altro…”

 
Una scena del film


 

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