Quando “Tom a la ferme” è passato in concorso al Festival di Venezia 2013, Xavier Dolan (“Mommy“, “Laurence Anyways”) non era conosciuto da nessuno.
Poi questo bellissimo film ha vinto il premio FIPRESCI e qualcosa si è mosso, ma abbiamo dovuto aspettare appunto il successo di “Mommy” per vederlo in sala ben tre anni dopo.
Tom ha amato Guillaume di un amore grande che adesso vorrebbe condividere con i suoi cari. Lasciata Montréal alla volta della campagna canadese, Tom raggiunge la fattoria della famiglia di Guillaume per partecipare l’indomani al suo funerale.
Molto presto si rende conto che Agathe, madre di Guillaume, ignora l’omosessualità del figlio. Informato dei fatti è invece Francis, fratello maggiore e omofobico del defunto, che costringe Tom a mentire sulla sua natura e sulla natura della sua relazione con Guillaume.
Imprevedibile e violento, Francis esercita su Tom sgomento e attrazione. Indeciso se andare o restare, Tom chiede aiuto a Sara, una collega spacciata per la fidanzata di Guillaume.
Nel cast lo stesso Dolan e poi anche Pierre-Yves Cardinal, Lise Roy e Evelyne Brochu.
Il film è tratto dall’omonima opera teatrale di Michel Marc Bouchard, anche cosceneggiatore del film.
Dolan non rilascia mai troppe interviste, ma queste sono le sue recenti parole sulle sue idee di cinema:
“In realtà non guardo molti film, mi sento piuttosto in imbarazzo perché non ho una grande cultura cinematografica. I film della mia infanzia come “Mamma ho perso l’aereo”, “Titanic” e “Batman Returns” li porto dentro di me, mentre non guardo mai nuovi film mentre sto girando qualcosa di mio.
In compenso compro tante riviste di moda e libri di pittori classici e moderni come Caravaggio, Popper, Chagall, Matisse, Harper.
Tutto mi ispira, ma rimango sempre colpito dalla fotografia, artistica o di moda; forse per me è la fonte d’ispirazione più importante.
Non credo molto nell’influenza di altri film e nella loro imitazione, quanto piuttosto nell’ispirazione del momento, suggerita da immagini o musiche.
Credo che l’ispirazione sia come un telefono senza fili: ti potrei mostrare cosa ha ispirato una certa scena di un film e tu non coglieresti il nesso logico tra le due immagini.
Beh, con il mio primo film però ho detto al mondo che ho visto e amato “In the mood for love” di Wong Kar Wai.
Il cinema è tutta la mia vita, il medium che ho trovato per esprimere la mia rabbia, le mie preoccupazioni, le mie paure. Quando non giro è come stessi aspettando il mio prossimo film. Voglio dire, ho una famiglia, la mia vita, ora viaggio tanto in giro per il mondo, ma è come se una parte di me stesse dormendo.. anche se è ironico, dato che sto dormendo pochissimo in questo periodo!
Lavorare nel cinema ti cambia la vita: ascolto musica e vedo luoghi che non fanno parte di ciò che sono ma che esploro nell’ottica di un nuovo film. I costumi invece no, li vorrei sempre comprare, anche per me stesso!
Per me un modo di apprezzare ciò che vedo e di cui faccio esperienza nella vita è metterlo in un mio film. Non ci devo pensare troppo a questo aspetto, perché è quasi come vivere la propria vita per procura. Adoro vedere i film degli altri proprio per questo motivo, per vedere un pezzetto della loro vita, per quanto rielaborata.”
Siamo innamorati del trailer ufficiale !!