I migliori film della nostra vita (con Riccardo Zanzi)

Continua la stagione de “I migliori film della nostra vita“, la nostra rubrica nella quale potete raccontarci le pellicole che piu’ vi hanno colpito ed affascinato nella vostra vita cinematografica, e lo facciamo con le parole e le emozioni di Riccardo Zanzi.

 

Federico Fellini, sublime visionario, con le sembianze di Marcello (Mastroianni) nella calda notte romana di fine anni ’50, ci accompagna alla scoperta dei segreti e giochi proibiti nella città eterna.
Il “disegno” del Maestro di Rimini, scritto con Pinelli, Flaiano e Rondi, diventa il film icona di un’epoca. Nella notte popolata da piccoli e grandi “mostri” appare Sylvia (Anita Ekberg) bellissima e per sempre “prigioniera” di quelle immagini nella Fontana di Trevi, mentre invita Marcello al bagno ristoratore. Poi, i bimbi che vedono la Madonna, l’amico che si suicida dopo aver ucciso i figli, il padre di Marcello che si sente male e fugge dalle tentazioni per tornare a casa, la squallida orgia di Fregene e all’alba, la carcassa putrida trascinata dai pescatori fuori dall’acqua: “La dolce Vita” Cinema irripetibile sospeso tra sogno e realtà, da cinquantacinque anni la vera Grande bellezza!   

 


 

Per chi è nato negli anni ’40 i due John, Ford e Wayne, sono stati zio e fratello maggiore di tante avventure. Uomini d’azione, burberi e generosi, veri cowboy di poche parole.
Con loro, anch’io sono partito tra i passeggeri di varia umanità sulla diligenza che attraversa il territorio occupato dagli Apache di Geronimo: il mio primo indimenticabile film western, visto in quel cinema che non c’è più, seduto tra mamma e papà. Quando la freccia assassina annuncia l’attacco degli indiani, mi rivedo bambino trepidante… ma “arrivano i nostri” e poi Ringo in duello uccide i fratelli cattivi e ricomincia una nuova vita con la dolce Dallas…. ripenso a mamma che si commuove e a papà che finge di pulirsi gli occhiali. Nell’epoca del digitale e del 3D  ”Ombre rosse” come tutti film di Ford e Wayne sono Cinema “classics” per chi ancora prova…(chiamale se vuoi)…Emozioni! 

 


 

Biondo, lo sai di chi sei figlio tu… sei figlio di una un grandissima putt… poi la voce di “Tuco” sfuma nell’effetto dell’indimenticabile musica di Ennio Morricone e “il Biondo” si allontana a cavallo con la metà dei duecentomila dollari (metà a te e metà a me) mentre “Sentenza” sta nella fossa a far compagnia ai vermi.
Sergio Leone chiude la trilogia del dollaro firmando il suo capolavoro. Nel 1966 Il western a Hollywood è già al tramonto e Leone che aveva reinventato il genere visitando i racconti dei samurai giapponesi, con Vincenzoni, Age e Scarpelli si cimenta nella colossale impresa di scrivere un “classico” senza tempo (la guerra di secessione è archetipo delle barbarie e dei massacri di tutte le guerre) sviluppando nella sceneggiatura i tre “caratteri” dei personaggi/interpreti della “storia”. E dopo quasi tre ore, nel più memorabile e visionario duello a tre, il “triello” mai visto sullo schermo, ognuno dei protagonisti ritorna puntualmente al ruolo assegnato fin dall’inizio: “il buono, il brutto, il cattivo“. Si potrebbe dire: tutto cambia, affinché nulla cambi …ma questa è un’altra storia!

 


 

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  1. beh beh beh… il “Riccardo” ha sempre avuto passione per il cinema e si vede!!!

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