Dal vostro inviato a Venezia: il giorno del 3D

I protagonisti e il regista di "La belle vie"

Quest’anno ho inaugurato la Mostra con un film francese “La belle vie” di Jean Denizot, presentato nella sezione indipendente “Giornate degli autori”. Racconta la storia di due ragazzi e del padre che li rapì alla madre dieci anni prima. La vicenda è colta nel momento particolare della scelta: i ragazzi ormai quasi adulti possono finalmente decidere da sè come impostare la propria vita. Raccontato con i toni delicati della commedia francese è emozionante e vivo. Bravissimi i due giovani attori protagonisti  Solène Rigot e Zacharie Chasseriaud. Speriamo che un distributore italiano lo compri.

All’uscita dalla sala Darsena, dopo una breve pausa gelato, mi sono appostata all’arrivo dei motoscafi all’Excelsior, per regalarvi un’immagine (quasi) esclusiva dei protagonisti del film di apertura.

Sandra Bullock e George Clooney in arrivo al Palazzo del Cinema

Gravity, un film in 3D di Alfonso Cuàron con due soli attori, George Clooney e Sandra Bullock è un conte philosophique che ci regala magnifiche immagini dello spazio. Come ogni film del genere che si rispetti, tieni incollati alla poltrona, senza un attimo di noia. Penso sia stata una scelta coraggiosa quella di Barbera, che ha costretto i festivalieri a indossare occhiali 3D. A dimostrazione che oggi cinema è anche questo.

Dopo Gravity  ho visto VENEZIA 70 – FUTURE RELOADED, un progetto speciale in cui 70 registi di tutto il mondo sono stati invitati a realizzare un cortometraggio di durata compresa fra 60 e 90 secondiin totale libertà creativa, per celebrare la 70esima edizione della Mostra di Venezia. Future Reloaded è un omaggio d’autore collettivo alla Mostra (primo festival al mondo a raggiungere il traguardo delle 70 edizioni), e insieme una riflessione sul futuro del cinema, filtrato dalla sensibilità personale di ciascun regista.

Tra i corti che più mi hanno colpito ci sono quelli di Edgar Reitz (quello di Heimat) che in un mondo sovraccarico di schermi, filma un personaggio che scrive la frase di Kafka: “Sono stato al cinema. E ho pianto”. Oppure quello di Bernardo Bertolucci (Red Shoes), che non rinuncia alla denuncia sociale, Michele Placido e Paul Schraeder che ognuno a proprio modo ci raccontano lo stato del cinema oggi; Kiarostami che filma una versione contemporanea del celebre “L’arroseur arrosé” dei fratelli Lumière.

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E per finire Maresco (l’ultimo leone) il cui  becero personaggio si mangia addirittura il Leone della mostra. Chissà quali di questi brevissimi film diventerà famoso nei prossimi anni.

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