Il sospetto

Mercoledì 28 novembre “Il sospetto” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amicinema.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

Dati Tecnici
Regia: Thomas Vinterberg
Con: Mads Mikkelsen, Alexandra Rapaport e Thomas Bo Larsen.
Durata: 106 min

 

Trama del film
“Lucas è un maestro d’asilo in un piccolo paese della Danimarca. Quando la bambina del suo miglior amico racconta una bugia, Lucas diventa la vittima di una caccia alle streghe di cui è la preda.”

 

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=6Ou322ShBYU

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  1. Pietro Diomede scrive:

    Lucas è un maestro d’asilo, è un uomo affascinante, ha alle spalle una separazione complicata per via dell’affido del figlio adolescente, è amato dalla comunità dove abita, i suoi “bambini” lo adorano…..forse pure troppo…..e così quando fa capire alla figlia del suo migliore amico la linea di demarcazione tra un genitore e un conoscente una sua bugia su presunto abuso sessuale fa scendere il protagonista in una discesa agli inferi inaspettata.
    Thomas Vinterberg torna dopo anni nel luogo del delitto voluto e creato con Festen dove anche lì la miccia è fatta esplodere da un episodio di pedofilia (in quel caso reale).
    Il titolo italiano, “Il sospetto”, secondo me travia il vero significato del film che è contenuto ne “La caccia”originale. Infatti la caccia ha una duplice valenza, la caccia vista come simbolo dell’unione, delle regole e dei valori di questa comunità…..ma anche metafora di una caccia alle streghe che vede protagonista l’ottimo Mads Mikkelsen (premiato a Cannes e ottimo contraltare di Jean-Luis Trintignant).
    Infatti non è proprio la pedofilia (vera o presunta) e i suoi effetti il vero obiettivo del regista, ne è la prova l’innocenza del protagonista mostrata fin dall’inizio e anche l’assenza di polizia e interrogatori a effetto…..l’unica volta che è in scena è in borghese durante l’arresto ma serve per la presa di coscienza di un figlio che da quel momento lotterà in tutti modi possibili per difendere la rispettabilità del padre.
    Il regista è consapevole che non bisogna mai mettere in dubbio che bambini dicono sempre la verità e nella maggior parte dei casi è così (questa frase viene detta dall’amico e padrino del figlio del protagonista)…..ma la domanda è cosa succede l’unica volta che questo non accade?
    Vinterberg prende di mira il perbenismo della società danese che nasconde l’anima ipocrita dei suoi appartenenti.
    Questo si evidenzia non tanto nel momento che “Il sospetto” del titolo si insinua nei loro pensieri (questo è decisamente lecito) ma soprattutto quando il protagonista viene rilasciato che il regista evidenzia la cattiveria con la quale la sorridente comunità accoglie il malcapitato Lucas…..Vinterberg non fa sconti nel rappresentare la realtà della violenza come si può vedere nella scena del cane o della rissa al supermercato e il presunto happy end finale è il veicolo per essere ancora più tagliente con primi piani di sguardi sospetti e una “caccia” finale dove si può essere cacciatori o prede.
    In questo caso non so quantificare con un voto (che è sicuro altissimo) la mia opinione su questo film…..Il sospetto mi ha catturato non tanto per la tematica ma per come l’ha rappresentata….mi è sembrato di aver visto cinema con la C maiuscola e di aver assistito alla maturazione di un regista che era esploso e poi perso per strada…..ma si è ritrovato nella sua marcia Danimarca…..

  2. Stefano Chiesa scrive:

    Direi che sull’interpretazione di Mads Mikkelsen non ci sono davvero dubbi, sia fisicamente che emotivamente riesce a plasmare un personaggio che porta addosso il marchio di una ingiusta colpa (che incredulo non riesce neppure a razionalizzare), e che cercherà in tutta la durata del film di rivendicare la propria innocenza contro tutto e contro tutti.
    Thomas Vinterberg (grazie anche ad una sceneggiatura per me molto compatta) e’ davvero molto abile a dirigere un film che colpisce al cuore lo spettatore, che lo atterrà con la forza di quei pugni (reali e emotivi) che il protagonista subisce dagli abitanti del suo paese.
    E’ un film che ti lascia senza fiato, ti fa respirare in un finale con un presunto happy-ending e poi fa ripiombare nell’ultima sequenza ancora nell’ansia.
    Quello che mi chiedo pero’ e’ se questo fa di “Il sospetto” un buon film ?
    Per me non lo e’ completamente, e’ un film troppo sbilanciato verso il protagonista, del quale sappiamo subito l’innocenza, per il quale parteggiamo, per il quale soffriamo per tutte le umiliazioni e offese che riceve nei 106 minuti della pellicola.
    “Il sospetto” provoca sapientemente reazioni “di pancia”, ma non e’ in grado di provocare invece delle riflessioni, sociali, ma anche morali, sulla vicenda che colpisce Lukas… non semina dubbi, ma solo certezze, non ci da una visione globale delle motivazioni, anche psicologiche, di tutti i personaggi limitandosi al punto di vista del protagonista.
    Questa adesione empatica dello spettatore verso Lukas per me appiattisce lo spessore del film e provoca delle reazioni prevalentemente “pavloviane”.
    “Il sospetto” tocca abilmente le corde del cuore, ma non fa girare le rotelline della mente.

  3. Cristina Bellosio scrive:

    Gran bel film, apprezzabilissimo sia per il crescendo di tensione emotiva che, complice la magistrale interpretazione di Mikkelsen, sa trasmettere allo spettatore,sia per il tema trattato, riconducibile chiaramente al titolo originale danese “Jagten” ( La caccia). In effetti la pellicola parla di una vera e propria caccia all’uomo, dove i cacciatori sono i membri di una piccola e tradizionalista comunità aristocratica e la preda è un singolo uomo, che viene isolato dal gruppo di appartenenza, braccato e ferito, sia fisicamente che psicologicamente.
    Il regista mette in luce il volto crudele della comunità, che alimenta una vera e propria caccia alle streghe, condanna e punisce, senza presunzione di innocenza, in netto contrasto con il corso degli eventi processuali, che, invece, scagionano il protagonista.
    L’atmosfera gelida e grigia delle giornate invernali offre uno sfondo di grande effetto al percorso psicologico del protagonista. Fin da subito il regista svela la verità, fa comprendere allo spettatore l’innocenza del protagonista, il suo essere vittima di un’ingiustizia. Questa scelta registica induce lo spettatore a provare immediata empatia per Lucas e a sentirsi fortemente coinvolto nel suo percorso di incredulità, martirio, afflizione e rabbia. Non si può che provare ammirazione e rispetto per quest’uomo che, pur lasciato solo ed emarginato dall’ambiente sociale a cui appartiene, lotta per non cadere nella disperazione, per non lasciarsi sopraffarre dal rancore e dal desiderio di vendetta, mantenendo intatta la propria dignità.

  4. Elena Costa scrive:

    Veramente un bel film questo, sebbene a tratti sia veloce su alcuni passaggi (vedi lo psicologo infantile), facendolo un po’ criticare dal nostro gruppo…ma nel suo assetto generale è ben fatto e prende totalmente, non stanca mai.
    Due i grandi temi: la calunnia che nasce dal tam tam del pettegolezzo e il fatto della assoluta sincerità dei bambini, da sfatare. A questo si vanno ad intersecare i temi dell’amicizia e dell’amore. Bravissimo Mikkelsen, premio come migliore attore a Cannes, meritatissimo per me, la sua eccellente espressività recita a volte nel silenzio ed erompe dallo schermo. Bellissima la scena in chiesa!
    Alcune scene struggenti e altre che agitano i cuori sensibili, ma senza mai cadere nel patetico e ha una bella fotografia. Si vive appassionatamente questa ingiustizia, io personalmente ho detestato quell’odiosa e brutta bambina, ma ancor di più i genitori che molto spesso danno per scontate cose sui loro figli, intoccabili, tipico dei genitori, altro bel tema.
    Ma in assoluto ho amato la simbologia della CACCIA AI CERVI, un rito che vive nell’indole umana dalla preistoria, O SI E’ PREDE O SI E’ CACCIATORI, forse mai come questa parte di sceneggiatura ha dato senso al film. E si tramanda di padre in figlio con un rito solenne, è la vita stessa che fa scegliere DA CHE PARTE STARE.
    Un film originale che ho molto apprezzato. Da vedere assolutamente, entrerà nella mia dvdteca.

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