L’Intervallo

Domenica 8 settembre il regista Leonardo di Costanzo era presenta al Cinema Anteo per commentare insieme al pubblico il film l’ Intervallo, presentato alla 69 esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Un piccolo gruppo di Amici del Cinema ha preso parte all’evento. Apriamo quindi questo spazio per tutti coloro che hanno voglia di lasciarci i loro commenti.

Dati Tecnici
Regia: Leonardo di Costanzo
Con: Alessio Gallo, Francesca Riso, alvatore Ruocco
Durata: 90 min

Trama del film

Napoli, in un enorme edificio abbandonato, una ragazza e un ragazzo. Tutti e due, per ragioni diverse, sono prigionieri in quel luogo. Lei, Veronica, ha fatto uno sgarbo al capocamorra del suo quartiere. Non sappiamo che cosa abbia combinato, l’hanno presa e rinchiusa in questo luogo spaventoso. Lui, Salvatore, non c’entra niente con la camorra, ma l’hanno costretto a forza a fare da carceriere. Lei è bella, sedici anni, sicura di sé, quasi sfacciata, la ragazza che piace a tutti nel quartiere. Lui è timido, alto e pesante. Non ha saputo dire di no agli sgherri del capocamorra, ma non riesce neanche a guardarla negli occhi, fare il secondino è un’umiliazione per lui. E sono qui, Veronica e Salvatore, in questo luogo deserto e pauroso ad aspettare che arrivi il boss per dare a Veronica la punizione che merita.

Trailer

http://www.youtube.com/watch?v=RNifjW50n7U

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  1. Daniela Lazzara scrive:

    Leggi non scritte ma tramandate, come se appartenenti ad un codice sacro, dettano i comportamenti, vincolano le relazioni e opprimono i sogni delle persone. Prezzo pagato la Libertà. Qui vittime del Sistema sono due adolescenti, in gabbia le loro vite. Questa è la denuncia più forte che compie il film: la loro Libertà è negata. E la pausa, l’intervallo che si viene a creare nella loro vita nell’arco di una giornata, è in parte sospensione dal controllo, dagli obblighi e dalla vita che sono costretti a vivere, ma allo stesso tempo a me ha chiaramente trasmesso la misura della reclusione, dell’ingiustizia, dell’insopportabile possibilità che possa accadere di non essere liberi, anche solo un giorno. Mi ha trasmesso molta tenerezza la scena in cui i due ragazzi guardano dal tetto del vecchio ospedale il loro quartiere, immaginando terremoti ed epidemie che possano rinnovarlo cancellandone le brutture; poco importa qui se a finire male sarebbe il marito che ha lasciato la moglie andandosene con un’altra o il tizio che continua ad avanzare soldi. Peccato davvero per quella gabbia, che, anche se aperta, non fa andare via..
    Film bellissimo, in cui ancora una volta si dimostra quanto la violenza possa emergere anche senza ricorrere a immagini sanguinarie. Concordo con il regista sul numero dei protagonisti del film: tre, Veronica, Salvatore e “il luogo” con le sue luci. Meravigliosa la fotografia.

  2. Pietro Diomede scrive:

    Napoli,
    Veronica ha 15 anni, è una novella Giulietta…..ha la grande colpa di amare un membro del clan rivale del suo quartiere. Per questo motivo viene sequestrata e portata in un fatiscente collegio abbandonato.
    Salvatore ha 17 anni ha un chiosco ambulante di granite, un tipo goffo e viene costretto suo malgrado a fare il carceriere della ragazza.
    L’intervallo del titolo è il tempo che trascorrono i due giovani in attesa dell’arrivo di Bernardino il boss della zona.
    Un periodo dove i protagonisti si studiano si spiano, si confrontano e si confidano.
    Sono consapevoli che alla fine della giornata le loro vite saranno segnate in un modo o in un altro e per questo motivo esprimono tutto loro stessi, Salvatore vuole diventare un grande chef ed è un esperto ornitologo…..Veronica desidera diventare un qualcosa che ancora non esiste sulla terra ed è consapevole che altre prima di lei hanno pagato con la vita la propria scelta.
    Leonardo Di Costanzo confina la camorra e il suo mondo nel muro di cinta che circonda il collegio, il suo obiettivo è mettere al centro l’innocenza violata dei suoi protagonisti ottimamente interpretati dalla novella Lolita Francesca Riso e dal goffo Alessio Gallo.
    E Napoli?…..il regista non identifica il capoluogo campano con le Vele di Scampia ma come si vede nella significativa inquadratura finale è una metropoli come tutte le altre con le sue mille luci che accompagnano le notti nei vicoli.
    Fino all’ultimo Barbera è stato combattuto se inserire quest’opera prima in concorso o confinarlo nella sezione collaterale purtroppo ha fatto la scelta sbagliata puntando sui giovani patinati della Comencini.
    Complimenti a questo piccolo e breve film ma di grande impatto emotivo.
    Voto 7,5

  3. Cristina Ruggieri scrive:

    Il film di di Costanzo si svolge tutto nell’arco di una giornata, una giornata che è un intervallo nella vita di due ragazzini quindicenni. Vita già senza prospettive, senza spazio per i sogni, il gioco, l’innocenza che dovrebbe appartenere alla loro adolescenza. Eppure, nel luogo abbandonato e nel tempo sospeso della giornata a loro disposizone, la vita prende, nonostante tutto, il sopravvento. E i ragazzini, giocano, corrono, immaginano, sognano. E seppure per quel breve intervallo, la prigione che è per loro il mondo esterno è dimenticata. Accade a tutti noi, osserva di Costanzo nella convesrazione post-film, per quanto triste, difficile, orribile sia il tempo in cui ci ritroviamo, di vivere momenti di grazia particolari, in cui riusciamo ad essere davvero noi stessi, oltre le costrizioni e gli impedimenti delle regole cui dobbiamo sottostare.

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