Scialla !

Mercoledi’ 23 novembre “Scialla !” e’ stato protagonista dell’uscita degli Amici del Cinema.

Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.

 

Dati Tecnici
Regia: Francesco Bruni
Con: Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova e Filippo Scicchitano.
Durata:95 min

Trama del film
“Luca è un quindicenne romano, irrequieto, cresciuto senza un padre e inconsciamente alla ricerca di una guida. Bruno, ex insegnante solitario e schivo, ha scelto di vivere scrivendo biografie di attori, veline, calciatori, pornostar e dando lezioni private. Luca è uno dei suoi allievi, allegro, vitale, attratto da una mitologia un po’ criminale che lo porta a mettersi nei guai. Sono padre e figlio, ma non lo sanno. Finché la madre di Luca non lo rivela a Bruno, facendogli promettere di mantenere il segreto e glielo affida per sei mesi.”

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=V3_t6Z3B35M

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  1. Vito Capozzo scrive:

    Il film è gradevole, si ride, ma con intelligenza (non è un cine-panettone). Bentivoglio è bravissimo e così anche il giovanissimo Filippo Scicchitano.
    Ha lasciato un pò perplesso il personaggio del Poeta, però mi pare che nel film “gli Intoccabili Al Capone si commuove nell’ascoltare Caruso cantare in un’opera lirica.

  2. Cristina Ruggieri scrive:

    Il boss amante dell’arte è addirittura una citazione. Da Romanzo Criminale di de Cataldo/Placido (io la serie televisiva non l’ho vista), ma anche da Woody Allen, Pallottole su Broadway. E c’è anche di più: in una società come la nostra, l’onestà è una scelta, ma lo è anche la criminalità. Una scelta legata al desiderio di danaro, agli stili di vita “cool”, a ciò che ti fa sentire realizzato. Come testimonia anche il ragazzino che nel tema scrive “Da grande voglio fare lo spacciatore”. Mi viene in mente anche la 25esima ora di Spike Lee. Anche lì il criminale Edward Norton discuteva dii filosofia e considerava spacciare droga un lavoro come un altro.
    E’ il boss nato povero e cresciuto ignorante, in fondo, il clichè che tutti questi film cercano di superare. Perchè non spiega più la realtà.
    Anche il finale è geniale. Quando vediamo la scena dal punto di vista della prof sembra un’iniezione letale di buonismo, come hai detto tu. Ma poi, quando Luca racconta la scena al padre si capiscono le vere/altre ragioni: non voleva rovinarsi tutta l’estate. E non è detto che tornerà a scuola perchè grazie alla Gelmini l’obbligo è fino a 16 anni. Quindi il finale è aperto. Ognuno lo può interpretare a modo suo (il padre già se lo immagina in mille mestieri senza futuro, da camieriere a benzinaio).
    Infine sulla carineria. Nel film si ride e non si piange mai. Perchè sa affrontare temi pesanti in modo leggero. Il personaggio di Bentivoglio io l’ho trovato struggente, più che carino. E’ un personaggio che definiremmo perdente. Ma lo è davvero?

    • Stefano Chiesa scrive:

      Tralaltro Vinicio Marchioni ha recitato nella versione tv di Romanzo Criminale (era il Freddo)…. citazioni nelle citazioni…

      • Cristina Ruggieri scrive:

        Il Freddo è proprio il criminale intellettuale di Romanzo Criminale. Forse allora la scelta dell’attore è tutt’altro che casuale….

  3. Stefano Chiesa scrive:

    Questa volta penso che usciro’ dal coro dei complimenti a questo film e sinceramente esprimero’ la mia mezza delusione dopo la visione di “Scialla”.
    E’ un film divertente, pieno di simpatiche battute, impreziosito dalle recitazioni di bravi attori come Bentivoglio e la Bobulova e di una piacevole sorpresa come Filippo Scicchitano. C’e’ una atmosfera di simpatia e di carineria che ti avvolge e ti riempie di buonumore.
    Dove “Scialla” invece delude per me e’ a livello di sceneggiatura (grave pensando che il regista Francesco Bruni e’ stato un ottimo sceneggiatore per Virzi, Mazzacurati, Spike Lee..).
    Lo snodo della vicenda con Vinicio Marchioni boss amante dell’arte e’ davvero forzato (pur in una commedia dove e’ ammesso un certo grado di improbabilità) e da quel momento il rapporto tra padre e figlio (prima ben disegnato) si risolve per magia verso una tolleranza, una maturità, una complicità che non trovano riscontro in quello che accade ai personaggi.
    Anche il finale con la bocciatura mi sembra una iniezione letale di buonismo.
    Mi meraviglio come abbia potuto vincere “Controcampo” a Venezia.
    Insomma film piacevole, ma leggero.

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